Page:Notizie circa la Galleria del Collegio Romano.djvu/18

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aggiunge nella Somma V. Alienare num. 5. che dallo stile
praticato nella curia romana si devono intendere quelle cose
che non eccedono il valore di venti ducati e si deve di più
notare col med.o Lezzana, che quantunque il Regolare possa
alienare una cosa del valore di scudi venti, come sarebbe un
piccolo pezzo di terra, deve questo essere separato e disgiunto
dagli altri poderi, perche se sarà parte di essi haverà la natura
del tutto, perche se così non fosse, si potrebbe vendere tutto il podere
apoco apoco, e per particelle; e così parimenti si potrebbe ven-
dere un numeroso bestiame, una copiosa libreria, un copioso
studio di medaglie antiche, delle quali ascende talvolta il
valore a molte migliaia di scudi, benchè ciascuna aparte
separata non superi il prezzo di pochi giuli.
Hor qui vorrei potere convenire con persona a me incognita
di cui ho saputo che fattasi stimatrice della Galleria del Collegio
Romano con gran franchezza ha pronunziato, che al più
può adequare il prezzo di scudi cinquecento: Con tale propo
sizione ha ottimamente scoperto quanta cognizione habbia delle
cose in essa collocate; poiche deve sapere che nel solo ingresso
non più lungo di palmi 30, ove sono esposti trenta busti di
marmo antichi tra grandi e piccoli. 30 sepolcri di marmo
parte istoriati e parte varij nella forma, con cento dieci inscrizioni
sepolcrali in marmo, per stima fattane da periti non
interessati si adequa il valore di quasi un migliaio di scudi
e nel primo Armario delli settantacinque, che sono in tutta la
corsia di essa, si contengono Instrumenti mattematici, il valore
delli quali supera la somma di scudi seicento.
Ma quando anche si concedesse essere verissima la stima
con tale franchezza pronuntiata[1], si doverà perciò dedurre
potersi da ogn'uno disporre con libertà e in vece di conser-
varla a pubblico benefizio alienarla, o confarne vendita
o con vituperende trascuraggine permettere che sia dissipa
ta, senza nepur fare una piccola riflessione, non dico alle
fatiche di chi l'ha ristorata e accresciuta, ma alla volontà di un
benefico Testatore, e alle promesse giurate fatte alla di lui
Beneficienza.
Si doverà farsi parlarne con disprezzo come di cosa inutile
e superflua, come sò essersi fatto da qualch'uno, benche a me
incognito. Se si contentasse di udirmi asolo asolo sopra di ciò
lo consiglierei con tutta la sincerità a tacere in presenza
di altri, perchè mostrando tali sentimenti, darebbe ad intendere

prender egli un grande sbaglio, stimando farsi che p Galleria si

  1. APUG 895 c.93r line: pronunziata