Difference between revisions of "Page:EBC 1620 09 12 2294.pdf/1"

From GATE
(→‎Not proofread: Created page with "Rome,12 Septemb.1620. Bellarmin � Frangola M.Cervini. ^ 2^ 4794 / Molto Ill/re signor Nipote, Ho riceuto la condoglienza, che ^ piaciuto � V.S. di mandarmi per la morte...")
 
Page statusPage status
-
Not proofread
+
Proofread
Page body (to be transcluded):Page body (to be transcluded):
Line 1: Line 1:
Rome,12 Septemb.1620. Bellarmin � Frangola M.Cervini.
+
Molto Ill.re signor Nipote, Ho riceuto la condoglienza, che è piaciuto à V.S. di mandarmi per la morte di mio fratello. L'ho accetta volentieri in segno dell'amore, che V.S. porta alla casa nostra. Quanto poi à quello, che V.S. soggiogne della poca amorevolezza delli miei nipoti con la casa sua, confesso, che mi dispiace grandemente, perche essendo le persone di casa Cervini molto poche, et le nostre di casa Bellarmini ancora poche, si deve desiderare, che siano unitissimi. Non si può negare, che non ci sia in questo tempo poca unione, ma trovar la causa è difficile. Dice V.S. che li miei nipoti non sono venuti à visitare la signora consorte sua impagliolata essi dicano, che quando si faceva l'essequie del marito della mia sorella, la moglie di V.S. comparve ancora lei alla chiesa, ma che non fu possibile farla entrare in casa nostra con l'altre parenti à desinare: et di qui si raccolse, che avesse comandamento di V.S. di non vi entrare. Consideri V.S. se sia tolerabile, che la figlio la non possa entrare in casa del padre, e della madre. Io mio nipote Nicolò essortato da me di stare unitissimo con il signor Marcello: mi rispose, che non poteva farlo, essendo offeso da lui. Chi habbia ragione, io non lo so. Intendo, che quelli di casa sua si lamentano della piccola dote, che ha haute V.S. trovandone molto maggiore. A' questo io dico, che quando si hebbe da maritare la sig.ra Maria, mia nipote, il primo, che la domandò, fu in signor Francesco Cervini per mezzo del signor Alessandro, suo fratello, et parlandosi della dote, io dissi, che non volevo dare, se non tre milia scudi. Esso disse, che voleva cinque millia. Io risposi, che cercasse altra moglie piu ricca. Quando poi il Padre di V.S. domandò la medesima, porse foglio
 +
bianco. Io dissi il medesimo, ciò è che non volevo passare tre milia scudi. Allora tornò il sig. Alessandro, et diede ancor'esso foglio bianco, et che si contentava di tre milia scudi. Io gli dissi, che
 +
era stato prevenuto, et stracciai il suo foglio. Fu poi sparsa voce,
 +
che io havesse promesso al signor Marcello cinquecento scudi di entrata
 +
<pb/>
  
^ 2^ 4794
 
  
/ Molto Ill/re signor Nipote, Ho riceuto la condoglienza, che
+
[[Category:EBC_Proofread]]
 
 
^ piaciuto � V.S. di mandarmi per la morte di mio fratello. L'ho ac
 
 
 
cetta volentieri in segno dell'amore, che V.S. porta alla casa nos
 
 
 
tra. Quanto poi � quello, che V.S. soggiogne della poca amorevolezza
 
 
 
jTdelli miei nipoti con la casa sua, confesso, che mi dispiace grande
 
 
 
mente, perche essendo le persone di casa Cervini molto poche, et le
 
 
 
nostre di casa Bellarmin! ancora poche, si deve desiderare, che sia
 
 
 
no unitissimi. Non si pu� negare, che non ci sia in questo tempo
 
 
 
poca unione, ma trovar la causa � difficile. Dice V.S. che li miei
 
 
 
4
 
 
 
nipoti non sono venuti � visitare la signora consorte sua impat^^^^^^^ essi dicano, che quando si faceva l'essequie del marito della mia
 
 
 
sorella, la moglie di V.S. comparve ancora lei alla chiesa, ma che
 
 
 
non fu possibile farla entrare in casa nostra con 1'altre parenti
 
 
 
� desinare: et di qui si raccolse, che avesse comandamento di V.S.
 
 
 
/0^di non vi entrare. Consideri V.S. se sia tolerabile, che la figlio
 
 
 
la non possa entrare in casa del padre, e della madre. Io mio nipote
 
 
 
Nicol� essortato da me di stare unitissimo con il signor Marcello:
 
 
 
mi rispose, che non poteva farlo, essendo offeso da lui. Chi habbia
 
 
 
ragione, io non lo so. Intendo, che quelli di casa sua si lamentano
 
 
 
della piccola dote, che ha haute V.S. trovandone molto maggiore. A'
 
 
 
questo io dico, che quando si hebbe da maritare la sig/ra Maria,mia
 
 
 
nipote, il primo,che la domand�, fu in signor Francesco Cervini per
 
 
 
mezzo del signor Alessandro,suo fratello, et parlandosi della dote,
 
 
 
io dissi, che non volevo dare,se non tre milia scudi. Esso disse,
 
 
 
^^^che voleva cinque millia. Io risposi, che cercasse altra moglie piu
 
 
 
ricca. Quando poi il Padre di V.S. domand� la medesima, porse foglio
 
 
 
bianco. Io dissi il medesimo, ci� � che non volevo passare tre milia
 
 
 
scudi. Allora torn� il sig.Alessandro, et diede ancor'esso foglio
 
 
 
bianco, et che si contentava di tre milia scudi. Io gli dissi, che
 
 
 
^ ^ e r a stato prevenuto, et stracciai il suo foglio. Fu poi sparsa voce,
 
 
 
che io havesse promesso al signor Marcello cinquecento scudi di en-
 
 
 
 
 
[[Category:EBC_Not proofread]]
 
 
[[Category:EBC_Letters]]
 
[[Category:EBC_Letters]]
 
[[Category:EBC_Pages]]
 
[[Category:EBC_Pages]]

Revision as of 11:43, 23 March 2020

This page has been proofread


Molto Ill.re signor Nipote, Ho riceuto la condoglienza, che è piaciuto à V.S. di mandarmi per la morte di mio fratello. L'ho accetta volentieri in segno dell'amore, che V.S. porta alla casa nostra. Quanto poi à quello, che V.S. soggiogne della poca amorevolezza delli miei nipoti con la casa sua, confesso, che mi dispiace grandemente, perche essendo le persone di casa Cervini molto poche, et le nostre di casa Bellarmini ancora poche, si deve desiderare, che siano unitissimi. Non si può negare, che non ci sia in questo tempo poca unione, ma trovar la causa è difficile. Dice V.S. che li miei nipoti non sono venuti à visitare la signora consorte sua impagliolata essi dicano, che quando si faceva l'essequie del marito della mia sorella, la moglie di V.S. comparve ancora lei alla chiesa, ma che non fu possibile farla entrare in casa nostra con l'altre parenti à desinare: et di qui si raccolse, che avesse comandamento di V.S. di non vi entrare. Consideri V.S. se sia tolerabile, che la figlio la non possa entrare in casa del padre, e della madre. Io mio nipote Nicolò essortato da me di stare unitissimo con il signor Marcello: mi rispose, che non poteva farlo, essendo offeso da lui. Chi habbia ragione, io non lo so. Intendo, che quelli di casa sua si lamentano della piccola dote, che ha haute V.S. trovandone molto maggiore. A' questo io dico, che quando si hebbe da maritare la sig.ra Maria, mia nipote, il primo, che la domandò, fu in signor Francesco Cervini per mezzo del signor Alessandro, suo fratello, et parlandosi della dote, io dissi, che non volevo dare, se non tre milia scudi. Esso disse, che voleva cinque millia. Io risposi, che cercasse altra moglie piu ricca. Quando poi il Padre di V.S. domandò la medesima, porse foglio bianco. Io dissi il medesimo, ciò è che non volevo passare tre milia scudi. Allora tornò il sig. Alessandro, et diede ancor'esso foglio bianco, et che si contentava di tre milia scudi. Io gli dissi, che era stato prevenuto, et stracciai il suo foglio. Fu poi sparsa voce, che io havesse promesso al signor Marcello cinquecento scudi di entrata
---page break---