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Questo è falso assolutamente. Dissi bene in altro ragionamento, che un gentiluomo non può stare à Roma con manco di cinquecento scudi di entrata: ma che io l'habbia promessi al Sig.r Marcello non si trovare mai. Voglio bene, che V.S. sappia, che la S.ta memoria di Papa Marcello, in sedici anni di cardinalato, diede molte entrate al suo fratello, che fu il signor Alessandro: alle sorelle, una delle quali, era mia madre, non diede niente. Io non ho voluto seguitare quell'esempio, ma ho dato à tutti li parenti poveri qualche cosa; et al signor Marcello, se bene non era povero, ho dato ducento scudi di pensione, et un benefitio di cento scudi di entrata. Ho caro ancora, che V.S. sappia, che avanti che si desse la mia nipote à V.S. mi fu chiesta dal signor Card. Bevilacqua, principale signore, la mia nipote per un signor nobilissimo, et io gli dissi, che non volevo dare piu di tre milia scudi di dote: et esso mi rispose, che non cercava denari, ma solo il mio sangue, et la mia parentela. Et io aggionsi, che non volevo cavarla dalla sua patria.
In somma io desidero la pace, et la quiete, et ho voluto dire tutto questo, à ciò V.S. lo referisca al signor'Antonio, suo padre, et mio cugino carissimo, à ciò si quietino le cose, et se il signor Marcello vole tornare in casa mia, mi sarà carissimo, pur che si vi va con charità, et sincerità, come conviene tra li parenti.
Iddio sia con V.S. et con tutta la sua casa. Di Roma li 12 di Settembre 1620.
Di V.S. molto Ill.re
Zio amorevoliss.o
Il Card.le Bellarmino.
Signor Francesco Maria Cervini.
Montepulciano.
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Al m.to ill.re Signor Nipote il Signor Francesco Maria Cervini
Montepulciano