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Molto Rv.do Padre mio. Ho ricevuto due lettere insieme di V.R., una del 5, l'altra del 12 di luglio. Risponderò a quello che più importa, ch'è della rinuncia della chiesa di Capua. V.R. saprà che più volte ho fatto consulta col padre Generale e altri della Compagnia, e anche con persone spirituali intorno al mio restare in Roma o tornare a Capua. Tutti concorrevano in un istesso parere, ch'era di restare in Roma. Nondimeno io più inchinavo a tornare a Capua, parendomi questo di più quiete per me, più utile per l'anime e più edificazione dei prossimi. Ma un giorno trovandomi col papa e dicendogli che era risoluto alla rinfrescata tornare alla mia residenza di Capua, sua Santità rispose queste parole formali: Noi desideriamo sommamente che V.S. stia in Roma, perchè abbiamo bisogno di lei. Udito questo, soggiunsi: Padre Santo, io sono obbligato a obbedire ai cenni suoi, ma non dimeno la supplico a considerare che la residenza nella chiesa di Capua è più necessaria, perchè in Roma vi sono molti cardinali, e ancorchè alcuni si partano, la corte non patisce, ma a Capua non c'è altro che un arcivescovo, e se quello non risiede, la chiesa patisce assai; e però, se la S.tà V. si risolve ch'io resti a Roma, bisognerà provvedere alla chiesa. Rispose il papa: Di nuovo dico a V.S. che io desidero sommamente che stia a Roma, perchè, sebbene ci sono molti cardinali, del pari suo ce ne sono pochi; e però sarà bene pensare alla rinuncia della chiesa. Allora io dissi che ci penserei, e poi gli proposi alquanti soggetti; e dopo molti giorni e avendoci assai pensato, si risolse di dare la chiesa di Capua al Signor Antonio Castano, nel quale concorrono dottrina sufficiente e bontà di vita, con una natura riposata e nobiltà e buona intelligenza coi ministri regi. Si che V.R. vede che Dio per mezzo del vicario mi diede la chiesa, e per mezzo dell'istesso me ne ha liberato, e io non ho fatto in tutto il tempo che sto a Roma altra orazione, che pregare Iddio che mi faccia sapere il suo beneplacito
 
Molto Rv.do Padre mio. Ho ricevuto due lettere insieme di V.R., una del 5, l'altra del 12 di luglio. Risponderò a quello che più importa, ch'è della rinuncia della chiesa di Capua. V.R. saprà che più volte ho fatto consulta col padre Generale e altri della Compagnia, e anche con persone spirituali intorno al mio restare in Roma o tornare a Capua. Tutti concorrevano in un istesso parere, ch'era di restare in Roma. Nondimeno io più inchinavo a tornare a Capua, parendomi questo di più quiete per me, più utile per l'anime e più edificazione dei prossimi. Ma un giorno trovandomi col papa e dicendogli che era risoluto alla rinfrescata tornare alla mia residenza di Capua, sua Santità rispose queste parole formali: Noi desideriamo sommamente che V.S. stia in Roma, perchè abbiamo bisogno di lei. Udito questo, soggiunsi: Padre Santo, io sono obbligato a obbedire ai cenni suoi, ma non dimeno la supplico a considerare che la residenza nella chiesa di Capua è più necessaria, perchè in Roma vi sono molti cardinali, e ancorchè alcuni si partano, la corte non patisce, ma a Capua non c'è altro che un arcivescovo, e se quello non risiede, la chiesa patisce assai; e però, se la S.tà V. si risolve ch'io resti a Roma, bisognerà provvedere alla chiesa. Rispose il papa: Di nuovo dico a V.S. che io desidero sommamente che stia a Roma, perchè, sebbene ci sono molti cardinali, del pari suo ce ne sono pochi; e però sarà bene pensare alla rinuncia della chiesa. Allora io dissi che ci penserei, e poi gli proposi alquanti soggetti; e dopo molti giorni e avendoci assai pensato, si risolse di dare la chiesa di Capua al Signor Antonio Castano, nel quale concorrono dottrina sufficiente e bontà di vita, con una natura riposata e nobiltà e buona intelligenza coi ministri regi. Si che V.R. vede che Dio per mezzo del vicario mi diede la chiesa, e per mezzo dell'istesso me ne ha liberato, e io non ho fatto in tutto il tempo che sto a Roma altra orazione, che pregare Iddio che mi faccia sapere il suo beneplacito
 
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Revision as of 16:11, 8 May 2019

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Molto Rv.do Padre mio. Ho ricevuto due lettere insieme di V.R., una del 5, l'altra del 12 di luglio. Risponderò a quello che più importa, ch'è della rinuncia della chiesa di Capua. V.R. saprà che più volte ho fatto consulta col padre Generale e altri della Compagnia, e anche con persone spirituali intorno al mio restare in Roma o tornare a Capua. Tutti concorrevano in un istesso parere, ch'era di restare in Roma. Nondimeno io più inchinavo a tornare a Capua, parendomi questo di più quiete per me, più utile per l'anime e più edificazione dei prossimi. Ma un giorno trovandomi col papa e dicendogli che era risoluto alla rinfrescata tornare alla mia residenza di Capua, sua Santità rispose queste parole formali: Noi desideriamo sommamente che V.S. stia in Roma, perchè abbiamo bisogno di lei. Udito questo, soggiunsi: Padre Santo, io sono obbligato a obbedire ai cenni suoi, ma non dimeno la supplico a considerare che la residenza nella chiesa di Capua è più necessaria, perchè in Roma vi sono molti cardinali, e ancorchè alcuni si partano, la corte non patisce, ma a Capua non c'è altro che un arcivescovo, e se quello non risiede, la chiesa patisce assai; e però, se la S.tà V. si risolve ch'io resti a Roma, bisognerà provvedere alla chiesa. Rispose il papa: Di nuovo dico a V.S. che io desidero sommamente che stia a Roma, perchè, sebbene ci sono molti cardinali, del pari suo ce ne sono pochi; e però sarà bene pensare alla rinuncia della chiesa. Allora io dissi che ci penserei, e poi gli proposi alquanti soggetti; e dopo molti giorni e avendoci assai pensato, si risolse di dare la chiesa di Capua al Signor Antonio Castano, nel quale concorrono dottrina sufficiente e bontà di vita, con una natura riposata e nobiltà e buona intelligenza coi ministri regi. Si che V.R. vede che Dio per mezzo del vicario mi diede la chiesa, e per mezzo dell'istesso me ne ha liberato, e io non ho fatto in tutto il tempo che sto a Roma altra orazione, che pregare Iddio che mi faccia sapere il suo beneplacito
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