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con la sua moglie, et un'altra turca, tutti tre per gratia del Signore si detterminarono di abbracciar la nostra Santa Fede. Hò incominciato la lettera questa mattina di sabbato per dar notitia à V. R. delli due casi sopra detti. Mà Dio hà voluto che io havessi notitia di due altri prima di finirla di scrivere; cioè mentre stavo scivendo questa mi venne l'avviso dallo spitale, che cè un Turco malato, subbito lasciai ogni cosa e sono andato à trovarlo. E perche dubitarono quelli dello spitale che fosse huomo ostinato nel suo inganno per esser stato sacerdote de Turchi, chimarono un Frate Francescano che sapeva parlar bene della lingua Turchesca, mentre io poco ne sò, il detto Padre fece in presenza mia quanto mai si può dire per convertirlo, mà Dio per farmi vedere quanto può fare l'huomo da se stesso lo conservò ad un ignorante si'che lasciato che fù dal Padre incominciai parlar seco con lingua Italiana, della quale poco lui intende, subito alla presenza di tutti confessò di voler farsi christiano et in testimonio di tal volontà ordinò che io lo tagliassi quella corda del diavolo che haveva in capo per contregno di Turco. Feci subito ciò che desiderava e gli diede una medaglia, la quale fù ricevuta con gran riverenza inconvando i Santissimi nomi di Giesù e Maria spesse volte con grandissima maraviglia mia e di tutti. Qui Padre mio si può vedere quanto può far l'huomo per se stesso, che quel primo morto era di Maroco, del quale sapevo ottimamente la lingua, tuttavia spesi gran tempo e feci quanto potevo mai fare per convertirlo nulla fù et alla fine da se stesso senza nessuno domandò d'esser battezzato. E questo seconodo il Francescano che sapeva bene la sua lingua fece quanto mai si può dire, nulla poteca fare, et io à pena incominciai parlare con lingua Italiana seco, sì convertì. Dunque Dio non hà di bisogna di nessuno, nè di talento humano, mentre lui fà il tutto per sua pura carità.
Et il quarto caso, tornato dallo spitale incontrai un vecchio in circar di settanta anni, il quale stà in paese de christiani per schiavo quaranta anni, mai hà voluto lasciar la sua diabolica setta fin à questo felice giorno, nel quale mi diede la parola di abbracciar la nostra Santa Fede. Sia il tutto per honore e gloria di Dio il quale è solo degno dell'honore e gloria; mentre à me altro non conviene se non confusione e corrispondenz'alli beneficii di Dio. Circa poi il numero de convertiti frà hora per gratia del Signore sono ottanta due. V. R. mi scusi perche hò scritto questa così malamente, perche non hò havuto tempo di scriverla come desideravo. Saluto tutti cotesti Padri e Fratelli Rettorici, e novitii et alli Santi Orationi di tutti molto mi raccomando. Genova 29 di Novembre 1664.
Di V. R.

Humilissimo servo et indegnissimo in Xto Figlio
Baldassare Loyola Mandes

Al P. Domenico Brunacci