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Havevo già dato conto a V. R. del mio viaggio à [[Place::Milano]] nella hultima mia lettera, hora già sono finalmente arrivato per gratia del Signore à [[Place::Genova|Genua]] sano e salvo, hò voluto dargli conto del restante viaggio, cuoè da Milano a [[Place::Genova|Genua]], come anche dello stato dell'anima, perche così conviene e devo fare mentre conosco quanto bene e gratie celeste hò ricevute per mezo di V. R. Dico dunque ch'havendo scritto per fine della sopra detta lettera, ch'ero molto preparato (confrome la fiducia in Dio) d'attacar fuoco in que'giovani nostri di Milano, quando fùi inviato d'andar con loro alla vigna. Padre mio amatissimo che confida in Dio vedrà cose maravigliose; confesso la verità che sono stato io e tutti quelli che scultavano attoniti, et ammirati in quello che Dio faceva all'hora per me; spiegarlo con parole non posso, solamente dico questo che trovati à casa vennero da me  uno à spiegarmi il gran desiderio che concepirono per mezzo de'nostri discorsi di didar se stessi totalmente alla salute dell'anime, et alla fine non sò come il Padre Rettore del loro Colleggio hà saputo ciò che si è detto, venne à pregar il Padre Preposito che mi lasci habitar con essi nel Colleggio al meno due giornate. In questo tempo posso dire rialmente che non ero io quello, che parlava mà senza dubio Dio per me
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Havevo già dato conto a V. R. del mio viaggio à [[Place::Milano]] nella hultima mia lettera, hora già sono finalmente arrivato per gratia del Signore à [[Place::Genova|Genua]] sano e salvo, hò voluto dargli conto del restante viaggio, cuoè da Milano a [[Place::Genova|Genua]], come anche dello stato dell'anima, perche così conviene e devo fare mentre conosco quanto bene e gratie celeste hò ricevute per mezo di V. R. Dico dunque ch'havendo scritto per fine della sopra detta lettera, ch'ero molto preparato (confrome la fiducia in Dio) d'attacar fuoco in que'giovani nostri di Milano, quando fùi inviato d'andar con loro alla vigna. Padre mio amatissimo che confida in Dio vedrà cose maravigliose; confesso la verità che sono stato io e tutti quelli che scultavano attoniti, et ammirati in quello che Dio faceva all'hora per me; spiegarlo con parole non posso, solamente dico questo che trovati à casa vennero da me  uno à spiegarmi il gran desiderio che concepirono per mezzo de'nostri discorsi di didar se stessi totalmente alla salute dell'anime, et alla fine non sò come il Padre Rettore del loro Colleggio hà saputo ciò che si è detto, venne à pregar il Padre Preposito che mi lasci habitar con essi nel Colleggio al meno due giornate. In questo tempo posso dire rialmente che non ero io quello, che parlava mà senza dubio Dio per me, mentre hó conosciuto l'effetto di tali discorsi, alcuni (conforme l'indrezzo di superiori, e Padre Spirituale) fecero quasi voto di cercar per ogni via l'andar all'Indie et altri che havevano prima tal vocarione magiormente si conformarono in essa: mi pareva all'hora che Dio hà voluto farmi toccar con le proprie mani quella cosa del sigillo, che stà notata appresso V. R., cioè quando io parlo lui stampa nel cuore. Rendo gratie infinite alla Somma bontà che si è degnata d'esser servita da me debole stromento. In torno poi altra gente secolare, credo che Dio hà voluto confundermi con farmi vedere il gran concetto che havevano della gratia, che mi diede Dio per sua pietà d'esser chiamato così spicialmente alla Santa Fede, religione, al sacerdotio, et per fine alla missione così in breve tempo. In gran cancellere fece istanza ai padri d'andar à sua casa à dir messa, andato che fui per ordine del Padre Preposito hà voluto per ogni modo servia la mia messa con gran edificatione di tutti, et altri Signori vennero a sentir la mia messa, e pigliar la Santissima communione delle mie mani, con gran devotione, e sodisfatione loro, alla fine fui comandato dal Padre Preposito che io facessi alcuni sermoni in certi monasteri per esser egli pregato da certi Signori di Napoli, ai quali non poteva dar negativa
  
 
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Molto Reverendo in Xto Padre



P. C.

Havevo già dato conto a V. R. del mio viaggio à Milano nella hultima mia lettera, hora già sono finalmente arrivato per gratia del Signore à Genua sano e salvo, hò voluto dargli conto del restante viaggio, cuoè da Milano a Genua, come anche dello stato dell'anima, perche così conviene e devo fare mentre conosco quanto bene e gratie celeste hò ricevute per mezo di V. R. Dico dunque ch'havendo scritto per fine della sopra detta lettera, ch'ero molto preparato (confrome la fiducia in Dio) d'attacar fuoco in que'giovani nostri di Milano, quando fùi inviato d'andar con loro alla vigna. Padre mio amatissimo che confida in Dio vedrà cose maravigliose; confesso la verità che sono stato io e tutti quelli che scultavano attoniti, et ammirati in quello che Dio faceva all'hora per me; spiegarlo con parole non posso, solamente dico questo che trovati à casa vennero da me uno à spiegarmi il gran desiderio che concepirono per mezzo de'nostri discorsi di didar se stessi totalmente alla salute dell'anime, et alla fine non sò come il Padre Rettore del loro Colleggio hà saputo ciò che si è detto, venne à pregar il Padre Preposito che mi lasci habitar con essi nel Colleggio al meno due giornate. In questo tempo posso dire rialmente che non ero io quello, che parlava mà senza dubio Dio per me, mentre hó conosciuto l'effetto di tali discorsi, alcuni (conforme l'indrezzo di superiori, e Padre Spirituale) fecero quasi voto di cercar per ogni via l'andar all'Indie et altri che havevano prima tal vocarione magiormente si conformarono in essa: mi pareva all'hora che Dio hà voluto farmi toccar con le proprie mani quella cosa del sigillo, che stà notata appresso V. R., cioè quando io parlo lui stampa nel cuore. Rendo gratie infinite alla Somma bontà che si è degnata d'esser servita da me debole stromento. In torno poi altra gente secolare, credo che Dio hà voluto confundermi con farmi vedere il gran concetto che havevano della gratia, che mi diede Dio per sua pietà d'esser chiamato così spicialmente alla Santa Fede, religione, al sacerdotio, et per fine alla missione così in breve tempo. In gran cancellere fece istanza ai padri d'andar à sua casa à dir messa, andato che fui per ordine del Padre Preposito hà voluto per ogni modo servia la mia messa con gran edificatione di tutti, et altri Signori vennero a sentir la mia messa, e pigliar la Santissima communione delle mie mani, con gran devotione, e sodisfatione loro, alla fine fui comandato dal Padre Preposito che io facessi alcuni sermoni in certi monasteri per esser egli pregato da certi Signori di Napoli, ai quali non poteva dar negativa