Difference between revisions of "Pierre Favre - Memoriale"

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'''*''' Il ''Mem. II'', indicato con la lettera '''H''' nello ''[[Memoriale_-_Manuscripts|stemma codicum]]'', è la terza parte del codice precedente. <br>
 
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La diversità della carta e delle segnature delle pagine mostra che un tempo era un codice separato dal primo.<br>
 
La diversità della carta e delle segnature delle pagine mostra che un tempo era un codice separato dal primo.<br>
A fol. XII si legge: «Memoriale P. Petri Fabri hispanice» ecc. Di fatto, questo esemplare contiene molte più parti scritte in spagnolo rispetto al precedente. Poiché, le note marginali di Sacchini si trovano in tutto questo codice e solo nelle ultime pagine del precedente, che qui mancano, alcuni ritengono che queste parti siano state scritte da Fabro stesso in spagnolo.
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A fol. 236 si legge: «Memoriale P. Petri Fabri hispanice» ecc. Di fatto, questo esemplare contiene molte più parti scritte in spagnolo rispetto al precedente. Poiché, le note marginali di Sacchini si trovano in tutto questo codice e solo nelle ultime pagine del precedente, che qui mancano, alcuni ritengono che queste parti siano state scritte da Fabro stesso in spagnolo.
 
Tuttavia, il modo di scrivere lo spagnolo, decisamente più curato di quello usato di solito da Fabro, e i numerosi errori, che forse un amanuense italiano ha introdotto, suggeriscono il contrario.
 
Tuttavia, il modo di scrivere lo spagnolo, decisamente più curato di quello usato di solito da Fabro, e i numerosi errori, che forse un amanuense italiano ha introdotto, suggeriscono il contrario.
  

Revision as of 13:54, 4 June 2025

F.C. 1042 Other Manuscripts Bibliography

Memoriale FC 1042 1r.jpg

STEMMA Codicum Memoriale.jpg

Fabro-pietro-09.jpg


Introduction

Pierre Favre (1506-1546).
Pierre Favre (1506-1546) was one of the first of Ignatius of Loyola's companions and the first Jesuit ordained priests. He the is author of a famous Memoriale, a spiritual text first published in 1873, one year after his beatification by pope Pius IX.[1]

During the 20th century, many editions and translations of the Memoriale were published.[2] Most of these publications have been based on the critical edition of the text published within the Monumenta Historica Societatis Iesu in 1914.[3] Since that year, other manuscripts containing the Memoriale have been discovered. A more recent survey of them was done by Michel de Certeau, who in 1960 recorded 15 manuscripts of the Memoriale and for the first time tried to build a stemma codicum.[4]

In 2018, more than 50 years after the de Certeau's work, a previously unknown manuscript of the Memoriale was discovered in the Historical Archives of the Pontifical Gregorian University (shelf-number FC 1042). This manuscript seems to be a very old testimony of the Memoriale and, above all, is one of the few manuscripts containing the whole text.

With the Pierre Favre collection, our aim is to produce a digital edition of the manuscript FC 1042. A digital reproduction of the manuscript has been made and uploaded to GATE: it is available at this link.

A full transcription of the manuscript is available: the text has been collated with the canonical one - published in 1914 in the Monumenta Historica Societatis Iesu - in order to highlight all the variants. During this work, a critical commentary was added to the transcription.
This project is also intended as a chance to create a permanent Pierre Favre 'workshop', to gain a deeper insight into his works and time. For this reason, we have also set up a Pierre Favre bibliography, where all the publications about him will be recorded: the bibliography will become the starting point for any future research about Favre and his Memoriale.

Floral heart.svg

Le diable archiviste

Queste note sono un primo risultato del seminario dedicato all'edizione del Memoriale di Pierre Favre realizzata da Michel de Certeau (2025).

Uno dei luoghi comuni più triti di celebrazione dei “classici”, che finisce per relegarli in un vuoto limbo, fuori del tempo e dello spazio, […] consiste paradossalmente nel descriverli come nostri contemporanei e nostri vicini, i più vicini dei vicini, tanto contemporanei e tanto vicini da non farci dubitare neppure per un momento della comprensione apparentemente immediata (ma in realtà mediata da tutta la nostra formazione) che crediamo di avere delle loro opere. (Méditations pascaliennes. Pierre Bourdieu)

Notitia codicum

* Secondo gli editori dei Monumenta Fabri (MF) (1914), il Memoriale I, contrassegnato nei MF con la lettera R (codex 9), oltre alle segnature delle pagine, i singoli quaderni, undici per la precisione, sono contrassegnati da altrettanti numeri.
Non tutti i fascicoli sono composti dallo stesso numero di fogli. Questo codice del Memoriale fu usato principalmente da Orlandini e da Sacchini. Sebbene è stato molto probabilmente fatto a Roma non c'è certezza che sia stato copiato dall'autografo che non si conserva.
Il fatto che alcuni frammenti, sebbene pochi, siano inseriti in luoghi diversi da vari apografi, sembra indicare che siano stati scritti da Fabro su fogli sciolti e posti in luoghi diversi dai copisti. Non è chiaro, tuttavia, se e in quale parte del Memoriale sia stato scritto da Fabro in spagnolo.
* Il Mem. II, indicato con la lettera H nello stemma codicum, è la terza parte del codice precedente.
La diversità della carta e delle segnature delle pagine mostra che un tempo era un codice separato dal primo.
A fol. 236 si legge: «Memoriale P. Petri Fabri hispanice» ecc. Di fatto, questo esemplare contiene molte più parti scritte in spagnolo rispetto al precedente. Poiché, le note marginali di Sacchini si trovano in tutto questo codice e solo nelle ultime pagine del precedente, che qui mancano, alcuni ritengono che queste parti siano state scritte da Fabro stesso in spagnolo. Tuttavia, il modo di scrivere lo spagnolo, decisamente più curato di quello usato di solito da Fabro, e i numerosi errori, che forse un amanuense italiano ha introdotto, suggeriscono il contrario.

Il codice termina al § 397, con queste parole: «qui multi sunt audiueram[5].» Segue una antica annotazione di un'altra mano: «Multa desunt usque ad particulam anni 1546[6].» Sul retro dell'ultimo foglio non segnato, un'altra mano antica ha scritto: «Para el Padre Pedro Antonio Spinello en Nápoles.»
L'esemplare Mem. 10 della MF ed esistente nella Biblioteca Nazionale di Lisbona (cod.6183) reca l'iscrizione «Para se ler no refeytorio d'Evora. 1587».

Il codice FC 1042

Scrittura e mani

Mani Memoriale Fabri.xlsx - Foglio2.pdf


La forma discorsiva

Il sostantivo latino Memoriale con il quale si presenta il testo attribuito a Pierre Favre ha una complessa evoluzione semantica.
Michel de Certeau per la sua edizione, ha utilizzato principalmente il Mem.II (codice H) tenendo conto delle varianti e aggiunte presenti in R, L e B.
Per lui, il testo in questione sarebbe un journal, vale a dire, un mode d’expression propre à tous les premiers jésuites. In questo senso avrebbe visto una comune radice tra i diari (sic) di Sant'Ignazio, di San Francesco Borgia, di Nadal, con le Confessioni di Pietro Ribadeneira, o la cosiddetta «autobiografia» di San Roberto Bellarmino. Tra l'altro, vede il Memoriale strettamente legato alla concezione ignaziana dell'esame:

le journal exprime sous forme de discussion avec soi-même le dialogue avec Dieu : en reconnaissant dans son action le « mouvement » de Dieu, l’apôtre collabore de mieux en mieux à l’œuvre qui lui indique sa propre « vocation », et discerne en lui les résistances qui s’opposent encore à l’activité créatrice de Dieu.

[...] Favre commence la rédaction de son journal le 15 juin 1542 [...][7]. Michel de Certeau, considera il Memoriale, seguendo una certa tradizione filologica, come un testo integralmente redatto da Pierre Favre il cui originale si sarebbe perso. A partire da questa attribuzione diretta alla scrittura del Favre, s'inanelleranno una serie di osservazioni che saranno costitutive della sua costruzione interpretativa. In più, la perdita del testo autografo non solo non s'interporrà con questa ipotesi ma introdurrà, a partire da questo momento, il tema dell'assenza che sarà cardine nella sua visione storiografica. Per lui, così come per la maggior parte degli studiosi di questo testo, gli esemplari manoscritti dispersi in Europa e altrove, sono testimoni con maggior o minor grado di affidabilità di questo «originale perso».

La Vita di Pierre Favre di Orlandini

Pierre Favre on the APUG blog

The Memoriale of Pierre Favre on the APUG blog

References

  1. In 1873 a Latin and an Italian translation of the Memoriale were published: Memoriale beati Petri Fabri primi S. Ignatii de Loyola alumni nunc primum in lucem editum a P. Marcello Bouix, Lutetiae Parisiorum, typis Alberti Gauthier-Villars, 1873; Giuseppe Boero, Vita del beato Pietro Fabro della Compagnia di Gesù primo compagno di Sant’Ignazio di Loyola, Roma, Tipografia e libreria di Roma del Cav. Alessandro Befani, 1873. In the next year a French translation was published too: Mémorial du bienheureux Pierre Lefèvre, premier compagnon de S. Ignace de Loyola. Publié pour la première fois en son texte latin et traduit en français, par le P. Marcel Bouix, Paris, Imprimerie Gauthier-Villars, 1874.
  2. For more information about these publications see the Pierre Favre/Bibliography.
  3. Beati Petri Fabri epistolae, memoriale et processus ex autographis aut archetypis potissimum deprompta, Matriti, typis Gabrielis Lopez Del Horno, 1914.
  4. See Michel de Certeau, Le texte du “Memorial” de Favre, ‘Revue d’ascetique et de mystique, 36 (1960), pp. 343-349; a reproduction of the stemma codicum is available here. de Certeau also published a new French translation of the Memoriale: Pierre Favre, Mémorial, traduit et commenté par Michel de Certeau, Paris, Desclée De Brower, 1959.
  5. Potrebbe leggersi: "Avevo sentito che ci sono molti che..."
  6. Potrebbe leggersi: "Ci sono molte lacune fino a una parte del 1546."
  7. de Certeau, Michel; Favre, Pierre. Mémorial, ed Christus, p. 76).