Difference between revisions of "Monumenta Concilii Tridentini"
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| − | + | Il fondo Concilio di Trento raccoglie i manoscritti ricevuti e prodotti da Terenzio Alciati a partire dall'anno 1626 per comporre la base documentale della sua ''Historia Concilii Tridentini'', più alcuni volumi aggiunti da Sforza Pallavicino, erede del compito storiografico mai portato a termine da Alciati. Sin dal momento della formazione di questa raccolta di documenti, il Collegio Romano ebbe cura nella sua conservazione (complice forse anche il fatto che parte di esso fosse stato composto e utilizzato dal Pallavicino, divenuto poi cardinale), tanto che rimase intatta anche durante la soppressione dell'ordine grazie all'[[Collegium_Romanum_restitutum#La_Compagnia_in_movimento|intervento di P. Peter Beckx]]. | |
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La storia del Concilio di Trento sembra essere segnata dalla sua improbabilità. Il primo desiderio di scrivere una storia del Concilio lo si trova nell'edizione di Paolo Manuzio ''Canones, et decreta sacrosancti oecumenici, et generalis Concilii Tridentini sub Paulo 3., Iulio 3., et Pio 4., pontificibus max. Index dogmatum, & reformationes.'' Venetiis, 1564:<blockquote class="templatequote"> | La storia del Concilio di Trento sembra essere segnata dalla sua improbabilità. Il primo desiderio di scrivere una storia del Concilio lo si trova nell'edizione di Paolo Manuzio ''Canones, et decreta sacrosancti oecumenici, et generalis Concilii Tridentini sub Paulo 3., Iulio 3., et Pio 4., pontificibus max. Index dogmatum, & reformationes.'' Venetiis, 1564:<blockquote class="templatequote"> | ||
<p style="font-size:90%;text-align:left"> accipe summam rei, lector optime, quae ad salutem vehementer pertinet: universam vero Tridentini Concilii, trium Pontificum distinctam temporibus, historiam, eodem, cuius ad gloriam haec omnia diriguntur, iuvante Deo, propediem expecta..</p></blockquote> | <p style="font-size:90%;text-align:left"> accipe summam rei, lector optime, quae ad salutem vehementer pertinet: universam vero Tridentini Concilii, trium Pontificum distinctam temporibus, historiam, eodem, cuius ad gloriam haec omnia diriguntur, iuvante Deo, propediem expecta..</p></blockquote> | ||
| − | Questa storia annunciata dal Manuzio, ''propediem'' ("tra poco"), non vide mai la luce.<p>Il tempo ''breve'' che si augurava Manuzio, ritmo proprio della tecnologia della stampa, entra in collisione con la quantità di documentazione prodotta in quasi vent'anni di concilio. Questa percezione del tempo implicò per i contemporanei dei problemi per l'elaborazione dei criteri di selezione riguardo la tipologia documentaria e il suo contenuto.< | + | Questa storia annunciata dal Manuzio, ''propediem'' ("tra poco"), non vide mai la luce.<p>Il tempo ''breve'' che si augurava Manuzio, ritmo proprio della tecnologia della stampa, entra in collisione con la quantità di documentazione prodotta in quasi vent'anni di concilio. Questa percezione del tempo implicò per i contemporanei dei problemi per l'elaborazione dei criteri di selezione riguardo la tipologia documentaria e il suo contenuto.<br> |
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| + | [[File:Manuzio trento.jpg|thumb|<small>''Canones, et Decreta Sacrosanti Oecumenici, et generalis Concilii Tridentini'' | ||
| + | Romae, 1564</small><ref>Esistono tre tirature di questa prima edizione. La prima reca CCXXXIX carte e non presenta l’indice finale. Inoltre contiene molti refusi. La seconda è sempre numerata in cifre romane, ma presenta in fine un ''Index dogmatum, et reformationis'' di 12 pagine non numerate ed un testo più corretto. La terza tiratura ha la numerazione delle pagine in numeri arabi e (16) pagine finali, che, oltre all’indice, contengono per la prima volta la Bolla di Pio IV di conferma delle decisioni conciliari. (F. Govi, ''I classici che hanno fatto l'Italia'', Milano, Regnani, 2010).</ref>.]] | ||
| + | Un altro obiettivo riguarda l'individuazione del metodo di selezione e di ordinamento del materiale. La documentazione, raccolta nel corso di oltre trent'anni, deve avere avuto un ordinamento interno finalizzato al ritrovamento delle informazioni considerate di volta in volta utili per la composizione dell’opera.<ref>Solo occasionalmente è presente un ordine cronologico.</ref> Da questa selezione potrà descriversi un'''archeologia'' dell'evoluzione dell’informazione, in quanto capacità di orientarsi dinanzi all’emergenza di nuove distinzioni all’interno del sistema sociale.<br> | ||
| + | Oltre alla selezione operata sui documenti sarà necessario analizzare la stratificazione che questi hanno subito. Nell'analisi di questo fondo saranno identificabili almeno tre metodi di selezione attribuibili a Terenzio Alciati (1570-1651), Sforza Pallavicino (1607-1667) e Hubert Jedin (1900-1980) che collazionarono e selezionarono un gran numero di materiali per redigere, volta per volta, la “vera” storia del Concilio di Trento. | ||
Revision as of 13:50, 20 May 2025
Questa sezione sta sotto Monumenta rifacendosi ai progetti di edizione critica di documenti della collana gesuitica Monumenta Historica Societatis Iesu [MHSI).
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Il Fondo Concilio di Trento
Storia del Fondo
Il fondo Concilio di Trento raccoglie i manoscritti ricevuti e prodotti da Terenzio Alciati a partire dall'anno 1626 per comporre la base documentale della sua Historia Concilii Tridentini, più alcuni volumi aggiunti da Sforza Pallavicino, erede del compito storiografico mai portato a termine da Alciati. Sin dal momento della formazione di questa raccolta di documenti, il Collegio Romano ebbe cura nella sua conservazione (complice forse anche il fatto che parte di esso fosse stato composto e utilizzato dal Pallavicino, divenuto poi cardinale), tanto che rimase intatta anche durante la soppressione dell'ordine grazie all'intervento di P. Peter Beckx.
La storia del Concilio di Trento sembra essere segnata dalla sua improbabilità. Il primo desiderio di scrivere una storia del Concilio lo si trova nell'edizione di Paolo Manuzio Canones, et decreta sacrosancti oecumenici, et generalis Concilii Tridentini sub Paulo 3., Iulio 3., et Pio 4., pontificibus max. Index dogmatum, & reformationes. Venetiis, 1564:Questa storia annunciata dal Manuzio, propediem ("tra poco"), non vide mai la luce.accipe summam rei, lector optime, quae ad salutem vehementer pertinet: universam vero Tridentini Concilii, trium Pontificum distinctam temporibus, historiam, eodem, cuius ad gloriam haec omnia diriguntur, iuvante Deo, propediem expecta..
Il tempo breve che si augurava Manuzio, ritmo proprio della tecnologia della stampa, entra in collisione con la quantità di documentazione prodotta in quasi vent'anni di concilio. Questa percezione del tempo implicò per i contemporanei dei problemi per l'elaborazione dei criteri di selezione riguardo la tipologia documentaria e il suo contenuto.
Obiettivi
Un primo obiettivo del progetto è l'individuazione e descrizione delle forme discorsive manoscritte in relazione con quelle coeve a stampa. Seguendo questo metodo di indagine è possibile individuare attraverso l’analisi della semantica e della materialità del documento la sua funzione sociale, in quanto forma che adempie una funzione selettiva capace di guidare le aspettative del lettore all’interno di un determinato sistema sociale. Questo implicherà la necessità di gettare un doppio sguardo sulla documentazione: in quanto varietà di forme che hanno veicolato la comunicazione dei saperi e nel contempo seguire l'evoluzione delle stesse forme. Da un primo sguardo sulla documentazione del Concilio di Trento individuiamo: istanze, disputazioni, negozi, osservazioni, trattati, consigli, opposizioni, diari, e altre. Per ognuna di queste forme andranno verificati contesti di produzione (con particolare attenzione all'influenza reciproca dei media manoscritto e stampato), caratteristiche materiali (formato, mise en page, presenza di apparati grafici) e circolazione.
Un altro obiettivo riguarda l'individuazione del metodo di selezione e di ordinamento del materiale. La documentazione, raccolta nel corso di oltre trent'anni, deve avere avuto un ordinamento interno finalizzato al ritrovamento delle informazioni considerate di volta in volta utili per la composizione dell’opera.[2] Da questa selezione potrà descriversi un'archeologia dell'evoluzione dell’informazione, in quanto capacità di orientarsi dinanzi all’emergenza di nuove distinzioni all’interno del sistema sociale.
Oltre alla selezione operata sui documenti sarà necessario analizzare la stratificazione che questi hanno subito. Nell'analisi di questo fondo saranno identificabili almeno tre metodi di selezione attribuibili a Terenzio Alciati (1570-1651), Sforza Pallavicino (1607-1667) e Hubert Jedin (1900-1980) che collazionarono e selezionarono un gran numero di materiali per redigere, volta per volta, la “vera” storia del Concilio di Trento.
- ↑ Esistono tre tirature di questa prima edizione. La prima reca CCXXXIX carte e non presenta l’indice finale. Inoltre contiene molti refusi. La seconda è sempre numerata in cifre romane, ma presenta in fine un Index dogmatum, et reformationis di 12 pagine non numerate ed un testo più corretto. La terza tiratura ha la numerazione delle pagine in numeri arabi e (16) pagine finali, che, oltre all’indice, contengono per la prima volta la Bolla di Pio IV di conferma delle decisioni conciliari. (F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010).
- ↑ Solo occasionalmente è presente un ordine cronologico.