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sono sempre molti predicatori eccellenti, quanto nelle città piccole (che sono in grandissimo numero) nelle quali se il vescovo non predica, nessuno predica; e così sono queste povere città come i campi dove non piove se non un mese dell'anno, cioè nella quaresima; e allora per il più vi sono predicatori mercenari, che più attendono al guadagno temporale, che allo spirituale. E perchè per predicare bisogna risedere, però supplico la Santità Vostra premere molto in questo capo tanto importante. E siccome l'anno passato con molta sua laude, mandò molti vescovi fuori di Roma, acciò andassero alle loro chiese, così faria santissimamente, se li mandasse anche fuori di Napoli; perchè i vescovi di questo regno con molta facilità vanno a Napoli, e come vi sono, non trovano la via di partirsi. La Santità Vostra mi perdoni se vado troppo oltre, perchè mi spinge la carità. Tengo appresso di me una lettera di fr. [[Name::Soto, Pedro de|Pietro Soto]], uomo di gran dottrina e santità, scritta da lui nell'ultima ora, come esso dice, della vita sua, a Papa Pio IV, nella quale gli da alcuni avvisi; e il principale è, che faccia osservare la residenza ai vescovi con ogni diligenza; e perchè i Cardinali fatti vescovi non solevano risiedere, gli dice, che li provegga d'altri benefici che dei vescovadi, e aggiunge, non lo facendo, non dubito Sanctitatem Vestram ultimam damnationem in divino iudicio incursuram. E l'altro Soto, cioè [[Name::Soto, Domingo de|Domenico]], nel X l[[Work::ib. de iust. et iure]], scrive chiaramente, che un cardinale vescovo non pecca se non vede mai Roma per stare alla sua chiesa, ma pecca bene, se per stare a Roma lascia di risedere alla chiesa sua.<lb/>
 
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Questi gran dottori, che non scusano i cardinali dalla residenza per servire alla chiesa universale appresso la suprema Sedia, come scuserebbero altri prelati per servizi inferiori? Ma io non voglio esser più importuno alla Santità Vostra: Factus sum insipiens; benignitas Sanctitatis Vestrae, et zelus honoris Dei me coegit. Iddio Nr Sr.dia alla S.tà V. un felicissimo Natale.
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/ sono sempre molti predicatori eccellenti, quanto nelle citt� pic
 
 
 
cole (che sono in grandissimo numero) nelle quali se il vescovo
 
 
 
non predica, nessuno predica; et cos� sono queste povere citt� co
 
 
 
me i campi dove non piove se non un mese dell'anno, cio� nella
 
 
 
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pi� attendono al guadagno temporale, che allo spirituale. Et per-
 
 
 
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acci� andassero alle loro chiese, cos� faria santissimamente, se
 
 
 
li mandasse anco fuora di Napoli; perch� i vescovi di questo regno
 
 
 
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perch� mi spinge la carit�. Tengo appresso di me una lettera di fr
 
 
 
Pietro Soto, uomo di gran dottrina e santit�, scritta da lui nell'
 
 
 
ultima ora, come esso dice, della vita sua, a Papa Pio IV, nella
 
 
 
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cendo, non dubito Sanctitatem Vestram ultimam damnationem in divi
 
 
 
no iudicio incursuram. Et l'altro Soto, cio� Domenico, nel X lib. de iust.et iure, scrive chiaramente, che un cardinale vescovo non
 
 
 
 
 
 
 
pecca se non vade mai Roma per istare alla sua chiesa, ma pecca
 
 
 
bene, se per istare a Roma lascia di risedere alla chiesa sua.
 
 
 
Questi gran dottori, che non iscusano i cardinali dalla residenza
 
 
 
per servire alla chiesa universale appresso la suprema Sedia, come
 
 
 
scusarebbero altri prelati per servitii inferioriY Ma io non vog
 
 
 
lio esser pi� importu^n alla Santit� Vostra: Factus sum insipiens;
 
 
 
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benignitas Sanctitatis Vestrae,et zelus honoris Dei me coegit. Id dio Nr Sr.dia alla S^^ V. un felicissimo hatale.
 
 
 
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sono sempre molti predicatori eccellenti, quanto nelle città piccole (che sono in grandissimo numero) nelle quali se il vescovo non predica, nessuno predica; e così sono queste povere città come i campi dove non piove se non un mese dell'anno, cioè nella quaresima; e allora per il più vi sono predicatori mercenari, che più attendono al guadagno temporale, che allo spirituale. E perchè per predicare bisogna risedere, però supplico la Santità Vostra premere molto in questo capo tanto importante. E siccome l'anno passato con molta sua laude, mandò molti vescovi fuori di Roma, acciò andassero alle loro chiese, così faria santissimamente, se li mandasse anche fuori di Napoli; perchè i vescovi di questo regno con molta facilità vanno a Napoli, e come vi sono, non trovano la via di partirsi. La Santità Vostra mi perdoni se vado troppo oltre, perchè mi spinge la carità. Tengo appresso di me una lettera di fr. Pietro Soto, uomo di gran dottrina e santità, scritta da lui nell'ultima ora, come esso dice, della vita sua, a Papa Pio IV, nella quale gli da alcuni avvisi; e il principale è, che faccia osservare la residenza ai vescovi con ogni diligenza; e perchè i Cardinali fatti vescovi non solevano risiedere, gli dice, che li provegga d'altri benefici che dei vescovadi, e aggiunge, non lo facendo, non dubito Sanctitatem Vestram ultimam damnationem in divino iudicio incursuram. E l'altro Soto, cioè Domenico, nel X lib. de iust. et iure, scrive chiaramente, che un cardinale vescovo non pecca se non vede mai Roma per stare alla sua chiesa, ma pecca bene, se per stare a Roma lascia di risedere alla chiesa sua.
Questi gran dottori, che non scusano i cardinali dalla residenza per servire alla chiesa universale appresso la suprema Sedia, come scuserebbero altri prelati per servizi inferiori? Ma io non voglio esser più importuno alla Santità Vostra: Factus sum insipiens; benignitas Sanctitatis Vestrae, et zelus honoris Dei me coegit. Iddio Nr Sr.dia alla S.tà V. un felicissimo Natale.