Difference between revisions of "Pierre Favre - Memoriale"
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| − | [[File:Pierre Favre (1506-1546).jpg|200px|thumb|Pierre Favre (1506-1546).]] Pierre Favre (1506-1546) | + | Il ''Memoriale'' è un testo spirituale tradizionalmente attribuito a Pierre Favre. Consiste in note spirituali composte tra il 1542 e il 1546 e trasmesse attraverso copie manoscritte che circolavano tra i primi compagni gesuiti. Fu pubblicato per la prima volta nel 1873<ref>In 1873 a Latin and an Italian translation of the ''Memoriale'' were published: ''Memoriale beati Petri Fabri primi S. Ignatii de Loyola alumni nunc primum in lucem editum a P. Marcello Bouix'', Lutetiae Parisiorum, typis Alberti Gauthier-Villars, 1873; Giuseppe Boero, ''[https://books.google.it/books?id=DMb57rwJYE0C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=Giuseppe%20Boero%20fabro&hl=it&pg=PA1#v=onepage&q&f=false Vita del beato Pietro Fabro della Compagnia di Gesù primo compagno di Sant’Ignazio di Loyola]'', Roma, Tipografia e libreria di Roma del Cav. Alessandro Befani, 1873. In the next year a French translation was published too: ''Mémorial du bienheureux Pierre Lefèvre, premier compagnon de S. Ignace de Loyola. Publié pour la première fois en son texte latin et traduit en français'', par le P. Marcel Bouix, Paris, Imprimerie Gauthier-Villars, 1874.</ref>, molto tempo dopo la sua morte; la sua beatificazione, per viam aequipollentiae, ebbe luogo nel 1872 sotto Papa Pio IX<ref>Equipollent canonization or beatification (''ex aequipollentia'' or ''per viam aequipollentiae'') is an extraordinary procedure that the Catholic Church may use when: there exists a reputation for holiness or a cult ''ab immemorabili'', that is, continuous and recognized over time; reliable historical testimonies are available regarding the person’s virtue and the devotion of the faithful; and although no formal miracles have been verified, the Pope judges that the person’s holiness is morally certain, on the basis of tradition, spiritual fruits, and the consensus of the Church.</ref>.<br> |
| + | Tre processi si tennero per la causa del culto del Beato Fabro: il primo fu istituito nel mese di ottobre dell'anno 1596, ma fu quasi interamente redatto in forma extra-giudiziale da due parroci. Tuttavia, nell'anno 1607 questo Processo, dopo che le deposizioni dei testimoni furono ripetute, fu dichiarato valido e fu firmato di proprio pugno da [https://fr.wikipedia.org/wiki/Fran%C3%A7ois_de_Sales Saint Francis de Sales], Vescovo di Ginevra.<lb/> | ||
| + | Il secondo fu condotto nell'anno 1626 da [https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/026363/2011-02-09/ Jean-François de Sales], Vescovo di Ginevra, fratello e successore del precedente.<lb/> | ||
| + | Il terzo, infine, redatto in seguito dal Vescovo [https://fr.wikipedia.org/wiki/Claude-Marie_Magnin Claude-Marie Magnint] (1802-1879), Vescovo di Annecy, fu completato nell'anno 1869.<lb/> | ||
| + | Il 17 dicembre 2013, Papa Francesco (1936-2025) ha effettuato la canonizzazione equipollente.<br> | ||
| + | Durante il XX secolo, furono pubblicate molte edizioni e traduzioni del ''Memoriale''<ref>For more information about these publications see the [[Pierre Favre/Bibliography]].</ref>. La maggior parte di queste pubblicazioni si è basata sull'edizione critica del testo pubblicata all'interno dei ''Monumenta Historica Societatis Iesu'' nel 1914<ref>''Beati Petri Fabri epistolae, memoriale et processus ex autographis aut archetypis potissimum deprompta'', Matriti, typis Gabrielis Lopez Del Horno, 1914.</ref>. Da quell'anno, sono stati scoperti altri manoscritti contenenti il ''Memoriale''. Un'indagine più recente su di essi è stata condotta da Michel de Certeau, che nel 1960 registrò 15 manoscritti del ''Memoriale'' e per la prima volta tentò di costruire uno stemma codicum<ref>See Michel de Certeau, ''Le texte du “Memorial” de Favre'', ‘Revue d’ascetique et de mystique, 36 (1960), pp. 343-349; a reproduction of the ''stemma codicum'' is [[Pierre Favre/Memoriale known manuscripts#M. de Certeau stemma codicum|available here]]. de Certeau also published a new French translation of the ''Memoriale'': Pierre Favre, ''Mémorial'', traduit et commenté par Michel de Certeau, Paris, Desclée De Brower, 1959.</ref>.<br> | ||
| + | Nel 2018, più di 50 anni dopo il lavoro di de Certeau, è stato scoperto un manoscritto precedentemente sconosciuto del ''Memoriale'' negli Archivi Storici della Pontificia Università Gregoriana (segnatura FC 1042). Questo manoscritto sembra essere una testimonianza molto antica del ''Memoriale'' e, soprattutto, è uno dei pochi manoscritti contenenti il testo completo.<lb/> | ||
| + | '''Con la collezione Pierre Favre, il nostro obiettivo è produrre un'edizione digitale del manoscritto FC 1042.''' Una riproduzione digitale del manoscritto è stata realizzata e caricata su GATE: è disponibile a [[Index:FC 1042.djvu|questo link]].<br> | ||
| + | È disponibile una trascrizione completa del manoscritto: il testo è stato confrontato con quello canonico - pubblicato nel 1914 nei ''Monumenta Historica Societatis Iesu'' - al fine di evidenziare tutte le varianti. Durante questo lavoro, è stato aggiunto un commento critico alla trascrizione.<lb/> | ||
| + | Questo progetto è anche inteso come un'opportunità per creare un 'laboratorio' permanente su Pierre Favre, per ottenere una comprensione più profonda delle sue opere e del suo tempo. Per questo motivo, abbiamo anche istituito una [[Pierre Favre/Bibliography|bibliografia su Pierre Favre]], dove verranno registrate tutte le pubblicazioni su di lui: la bibliografia diventerà il punto di partenza per qualsiasi futura ricerca su Favre e il suo ''Memoriale''.<br> | ||
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| + | Manoscritto di piccole dimensioni (137 x 105 mm), in formato ottavo antico (filoni verticali, filigrana lato superiore delle carte verso il centro).<br> | ||
| + | La rifilatura nei margini ha ridotto le misure del formato originale e ha eliminato parti della numerazione coeva presente nella parte superiore.<br> | ||
| + | [https://en.wikipedia.org/wiki/Girdle_book Questo formato], facile da trasportare, è tipico di alcuni libri giuridici o di devozione già in epoca medievale, tra cui, i libri d'ore.<br> | ||
| + | Il codice è composto di 32 fascicoli regolari di 8 carte ciascuno realizzati con carta di produzione italiana, databile nell'ultimo decennio del Cinquecento, con una filigrana raffigurante una stella a sei punte inscritta in un cerchio sormontato da stella più piccola a sei punte<ref>[https://briquet-online.at/6091 Briquet, 6091]: Salerne, 1590. Naples, 1598. Italie, 1602.</ref> (Fig. 1). Tutti i fascicoli presentano una segnatura numerica (A-Hh/8) apposta dalla medesima mano sulla prima carta del fascicolo. L'ultima carta del fascicolo Hh risulta incolla alla pergamena facendo funzione di controguardia.<br> | ||
| + | Questa composizione regolare suggerisce un'organizzazione simultanea nell'operazione di copiatura per la quale è stata utilizzata la medesima risma di carta. | ||
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| − | + | Come rinforzo del dorso sono stati utilizzati tre tasselli in carta stampata (Fig. 2). Dalla porzione leggibile è stato possibile identificare il testo come appartenente a un marginalia di un'edizione cinquecentesca dal titolo ''Infortiatum, seu pandectarum iuris civilis'' <ref>Probabilmente si tratta di una delle edizioni stampate a Lione o a Parigi tra il 1550 e la fine del XVI secolo. Cfr. ad esempio il marginalia della colonna sinistra [https://books.google.it/books?id=MaxwNihDiHgC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=ecotra%20%22bemus.C.%22%20copen.%20pe&hl=it&pg=PA887#v=onepage&q&f=false col. 887] del ''Digestum vetus, seu Pandectarum iuris ciuilis tomus secundus'' stampato a Lione nel 1579)</ref> | |
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| − | + | Rilegato con una pergamena di riutilizzo manoscritta. Il documento notarile, probabilmente una disposizione testamentaria o una donazione, visibile nella parte interna della legatura riporta la data del 2 aprile 1591. [https://drive.google.com/file/d/1bboF0-TRAwA8bteNbBHn8kOtu1ryyQ3x/view?usp=drive_link Link alle immagini alta risoluzione della legatura] (accesso riservato).<br> | |
| − | + | Il riutilizzo di materiali come la pergamena è pratica consueta e riscontrata in diversi esemplari conservati in APUG.<br> | |
| + | In fase di legatura, al primo fascicolo ne è stato anteposto, un'altro di otto carte che risultano interamente bianche che presenta una filigrana non identificata (Fig. 3).<br> | ||
| + | L'inserimento di un intero fascicolo in fase di legatura anteposto al corpo libro è piuttosto raro; inoltre le carte aggiunte risultano soltanto all'inizio e non alla fine dove è stata usata l'ultima carta del fascicolo Hh con funzione di controguardia. In questo caso potrebbe essere stato inserito per l'annotazione anche se di fatto le carte, tuttora interamente bianche, non risultano usate per questo scopo.<br> | ||
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| + | Il titolo, apposto orizzontalmente sul dorso, "Lumi [...]" a caratteri goticheggianti (''gotica textualis'') simula uno stile più antico (Fig. 4). Nell'archivio si conservano altri codici che recano nel dorso una scrittura simile (Fig.5). | ||
| + | [[File:Titolo_dorso_Fabro.jpg|380 px|thumb|center|Fig. 4]]<br> | ||
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| + | Tale modalità suggerisce un esemplare da cui i diversi copisti hanno copiato succedendosi. Dal confronto con gli altri esemplari coevi noti (Bollandisti, Curia) non sembrano però esserci coincidenze tali da considerare l'esemplare di Fondo Curia discendente da uno di questi.<br> | ||
| + | Cambi di mano: cc. 64-65, 80-81, 96-97, 112-113, 128-129, 176-177, 200-201, 208-209, 216-217, 240-241.<br> | ||
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| + | Queste note sono un primo risultato del [https://archiviopug.org/2025/04/19/il-memoriale-di-pierre-favre/ seminario dedicato all'edizione del ''Memoriale''] di Pierre Favre. | ||
| + | ::::::::::::::::::::::<small>Uno dei luoghi comuni più triti di celebrazione dei “classici”, che finisce per relegarli in un vuoto limbo, fuori del tempo e dello spazio, […] consiste paradossalmente nel descriverli come nostri contemporanei e nostri vicini, i più vicini dei vicini, tanto contemporanei e tanto vicini da non farci dubitare neppure per un momento della comprensione apparentemente immediata (ma in realtà mediata da tutta la nostra formazione) che crediamo di avere delle loro opere. (''Méditations pascaliennes''. Pierre Bourdieu)</small><br> | ||
| + | Michel de Certeau nasce come storico dopo di aver avuto una esperienza diretta con l'archivio. Così egli scrive: | ||
| + | :::::''Mi baserò su quella che è la mia esperienza di ricerca: la storia religiosa del XVII secolo [...] A mano a mano que esaminavo quei foglietti anneriti da una polvere secolare e schedavo un lessico sconnesso, a furia di essere un erudito artigiano che si aggirava per le lande silenziose di archivi municipali o dipartimentali e che abitava le sale di consultazione delle biblioteche -antri in cui si «conservano» e trasmettono i cadaveri del passato- a furia di leggere, senza tuttavia poter mai comprendere, parole che si riferivano ad esperienze, dottrine o situazioni sconosciute vedevo allontanarsi progressivamente all'orizzonte quel mondo di cui stavo catalogando le rovina. Quel mondo in effetti mi sfuggiva. È a partire da quel momento, sempre scaglionato nel tempo, che comincia a nascere lo storico. Ed proprio questa assenza che costituisce il discorso storico: la morte dell'altro lo colloca al di fuori della portata d'accesso e, con cio, definisce lo statuto della storiografia stessa, vale a dire del testo storico.'' (Michel de Certeau, ''Storia e psicoanalisi'', 167)<br> | ||
| + | Secondo de Certeau il ''Memoriale'', che lui denomina ''journal'', sarebbe un diario spirituale, un "genere letterario" caratteristico dei primi gesuiti. Si troverebbero degli esempi in Ignazio di Loyola ("Autobiografia"), in Pietro Canisio ("Confessionum Canisii"), in Francesco Borgia, in Jeronimo Nadal, in Pietro Ribadeneira, o nella così detta "autobiografia" di Roberto Bellarmino. Sempre per de Certeau, questa pratica sarebbe legata all’esame di coscienza. Per lui, il ''journal'' diventa il luogo di un dialogo interiore con Dio: aiuta a riconoscere i movimenti divini, a collaborare con la propria vocazione e a individuare le resistenze personali all’azione di Dio.<br> | ||
| + | Il seminario, tra altre cose, potrebbe servire per analizzare quanto questo punto di partenza di de Certeau aiuti o meno alla comprensione del testo. Per seguire lo sviluppo di alcuni contenuti del seminario è possibile consultare la pagina dedicata:<br> | ||
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| + | <center><span style="font-size:180%;">[[Seminario: Le diable archiviste|''Le diable archiviste'']]</span></center><br> | ||
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== Pierre Favre on the APUG blog == | == Pierre Favre on the APUG blog == | ||
Latest revision as of 10:54, 3 December 2025
| F.C. 1042 | Other Manuscripts | Bibliography |
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Il Memoriale è un testo spirituale tradizionalmente attribuito a Pierre Favre. Consiste in note spirituali composte tra il 1542 e il 1546 e trasmesse attraverso copie manoscritte che circolavano tra i primi compagni gesuiti. Fu pubblicato per la prima volta nel 1873[1], molto tempo dopo la sua morte; la sua beatificazione, per viam aequipollentiae, ebbe luogo nel 1872 sotto Papa Pio IX[2].
Tre processi si tennero per la causa del culto del Beato Fabro: il primo fu istituito nel mese di ottobre dell'anno 1596, ma fu quasi interamente redatto in forma extra-giudiziale da due parroci. Tuttavia, nell'anno 1607 questo Processo, dopo che le deposizioni dei testimoni furono ripetute, fu dichiarato valido e fu firmato di proprio pugno da Saint Francis de Sales, Vescovo di Ginevra.
Il secondo fu condotto nell'anno 1626 da Jean-François de Sales, Vescovo di Ginevra, fratello e successore del precedente.
Il terzo, infine, redatto in seguito dal Vescovo Claude-Marie Magnint (1802-1879), Vescovo di Annecy, fu completato nell'anno 1869.
Il 17 dicembre 2013, Papa Francesco (1936-2025) ha effettuato la canonizzazione equipollente.
Durante il XX secolo, furono pubblicate molte edizioni e traduzioni del Memoriale[3]. La maggior parte di queste pubblicazioni si è basata sull'edizione critica del testo pubblicata all'interno dei Monumenta Historica Societatis Iesu nel 1914[4]. Da quell'anno, sono stati scoperti altri manoscritti contenenti il Memoriale. Un'indagine più recente su di essi è stata condotta da Michel de Certeau, che nel 1960 registrò 15 manoscritti del Memoriale e per la prima volta tentò di costruire uno stemma codicum[5].
Nel 2018, più di 50 anni dopo il lavoro di de Certeau, è stato scoperto un manoscritto precedentemente sconosciuto del Memoriale negli Archivi Storici della Pontificia Università Gregoriana (segnatura FC 1042). Questo manoscritto sembra essere una testimonianza molto antica del Memoriale e, soprattutto, è uno dei pochi manoscritti contenenti il testo completo.
Con la collezione Pierre Favre, il nostro obiettivo è produrre un'edizione digitale del manoscritto FC 1042. Una riproduzione digitale del manoscritto è stata realizzata e caricata su GATE: è disponibile a questo link.
È disponibile una trascrizione completa del manoscritto: il testo è stato confrontato con quello canonico - pubblicato nel 1914 nei Monumenta Historica Societatis Iesu - al fine di evidenziare tutte le varianti. Durante questo lavoro, è stato aggiunto un commento critico alla trascrizione.
Questo progetto è anche inteso come un'opportunità per creare un 'laboratorio' permanente su Pierre Favre, per ottenere una comprensione più profonda delle sue opere e del suo tempo. Per questo motivo, abbiamo anche istituito una bibliografia su Pierre Favre, dove verranno registrate tutte le pubblicazioni su di lui: la bibliografia diventerà il punto di partenza per qualsiasi futura ricerca su Favre e il suo Memoriale.
Il codice FC 1042
Formato
Manoscritto di piccole dimensioni (137 x 105 mm), in formato ottavo antico (filoni verticali, filigrana lato superiore delle carte verso il centro).
La rifilatura nei margini ha ridotto le misure del formato originale e ha eliminato parti della numerazione coeva presente nella parte superiore.
Questo formato, facile da trasportare, è tipico di alcuni libri giuridici o di devozione già in epoca medievale, tra cui, i libri d'ore.
Il codice è composto di 32 fascicoli regolari di 8 carte ciascuno realizzati con carta di produzione italiana, databile nell'ultimo decennio del Cinquecento, con una filigrana raffigurante una stella a sei punte inscritta in un cerchio sormontato da stella più piccola a sei punte[6] (Fig. 1). Tutti i fascicoli presentano una segnatura numerica (A-Hh/8) apposta dalla medesima mano sulla prima carta del fascicolo. L'ultima carta del fascicolo Hh risulta incolla alla pergamena facendo funzione di controguardia.
Questa composizione regolare suggerisce un'organizzazione simultanea nell'operazione di copiatura per la quale è stata utilizzata la medesima risma di carta.
Cucitura
Cucito su due nervi in pelle allumata con una cucitura continua (filo visibile soltanto all'interno dei singoli fascicoli). Presenta capitelli con anima in pelle allumata ancorati con catenella al dorso e passanti nella pergamena per l'ancoraggio al corpo libro.
Come rinforzo del dorso sono stati utilizzati tre tasselli in carta stampata (Fig. 2). Dalla porzione leggibile è stato possibile identificare il testo come appartenente a un marginalia di un'edizione cinquecentesca dal titolo Infortiatum, seu pandectarum iuris civilis [7]
Legatura
Rilegato con una pergamena di riutilizzo manoscritta. Il documento notarile, probabilmente una disposizione testamentaria o una donazione, visibile nella parte interna della legatura riporta la data del 2 aprile 1591. Link alle immagini alta risoluzione della legatura (accesso riservato).
Il riutilizzo di materiali come la pergamena è pratica consueta e riscontrata in diversi esemplari conservati in APUG.
In fase di legatura, al primo fascicolo ne è stato anteposto, un'altro di otto carte che risultano interamente bianche che presenta una filigrana non identificata (Fig. 3).
L'inserimento di un intero fascicolo in fase di legatura anteposto al corpo libro è piuttosto raro; inoltre le carte aggiunte risultano soltanto all'inizio e non alla fine dove è stata usata l'ultima carta del fascicolo Hh con funzione di controguardia. In questo caso potrebbe essere stato inserito per l'annotazione anche se di fatto le carte, tuttora interamente bianche, non risultano usate per questo scopo.
Il titolo, apposto orizzontalmente sul dorso, "Lumi [...]" a caratteri goticheggianti (gotica textualis) simula uno stile più antico (Fig. 4). Nell'archivio si conservano altri codici che recano nel dorso una scrittura simile (Fig.5).
Scrittura e mani
Il codice presenta numerosi cambi di mano che coincidono sempre con l'inizio del fascicolo successivo e risultano correttamente indicati dal richiamo.
Tale modalità suggerisce un esemplare da cui i diversi copisti hanno copiato succedendosi. Dal confronto con gli altri esemplari coevi noti (Bollandisti, Curia) non sembrano però esserci coincidenze tali da considerare l'esemplare di Fondo Curia discendente da uno di questi.
Cambi di mano: cc. 64-65, 80-81, 96-97, 112-113, 128-129, 176-177, 200-201, 208-209, 216-217, 240-241.
Le diable archiviste
Queste note sono un primo risultato del seminario dedicato all'edizione del Memoriale di Pierre Favre.
- Uno dei luoghi comuni più triti di celebrazione dei “classici”, che finisce per relegarli in un vuoto limbo, fuori del tempo e dello spazio, […] consiste paradossalmente nel descriverli come nostri contemporanei e nostri vicini, i più vicini dei vicini, tanto contemporanei e tanto vicini da non farci dubitare neppure per un momento della comprensione apparentemente immediata (ma in realtà mediata da tutta la nostra formazione) che crediamo di avere delle loro opere. (Méditations pascaliennes. Pierre Bourdieu)
- Uno dei luoghi comuni più triti di celebrazione dei “classici”, che finisce per relegarli in un vuoto limbo, fuori del tempo e dello spazio, […] consiste paradossalmente nel descriverli come nostri contemporanei e nostri vicini, i più vicini dei vicini, tanto contemporanei e tanto vicini da non farci dubitare neppure per un momento della comprensione apparentemente immediata (ma in realtà mediata da tutta la nostra formazione) che crediamo di avere delle loro opere. (Méditations pascaliennes. Pierre Bourdieu)
Michel de Certeau nasce come storico dopo di aver avuto una esperienza diretta con l'archivio. Così egli scrive:
- Mi baserò su quella che è la mia esperienza di ricerca: la storia religiosa del XVII secolo [...] A mano a mano que esaminavo quei foglietti anneriti da una polvere secolare e schedavo un lessico sconnesso, a furia di essere un erudito artigiano che si aggirava per le lande silenziose di archivi municipali o dipartimentali e che abitava le sale di consultazione delle biblioteche -antri in cui si «conservano» e trasmettono i cadaveri del passato- a furia di leggere, senza tuttavia poter mai comprendere, parole che si riferivano ad esperienze, dottrine o situazioni sconosciute vedevo allontanarsi progressivamente all'orizzonte quel mondo di cui stavo catalogando le rovina. Quel mondo in effetti mi sfuggiva. È a partire da quel momento, sempre scaglionato nel tempo, che comincia a nascere lo storico. Ed proprio questa assenza che costituisce il discorso storico: la morte dell'altro lo colloca al di fuori della portata d'accesso e, con cio, definisce lo statuto della storiografia stessa, vale a dire del testo storico. (Michel de Certeau, Storia e psicoanalisi, 167)
- Mi baserò su quella che è la mia esperienza di ricerca: la storia religiosa del XVII secolo [...] A mano a mano que esaminavo quei foglietti anneriti da una polvere secolare e schedavo un lessico sconnesso, a furia di essere un erudito artigiano che si aggirava per le lande silenziose di archivi municipali o dipartimentali e che abitava le sale di consultazione delle biblioteche -antri in cui si «conservano» e trasmettono i cadaveri del passato- a furia di leggere, senza tuttavia poter mai comprendere, parole che si riferivano ad esperienze, dottrine o situazioni sconosciute vedevo allontanarsi progressivamente all'orizzonte quel mondo di cui stavo catalogando le rovina. Quel mondo in effetti mi sfuggiva. È a partire da quel momento, sempre scaglionato nel tempo, che comincia a nascere lo storico. Ed proprio questa assenza che costituisce il discorso storico: la morte dell'altro lo colloca al di fuori della portata d'accesso e, con cio, definisce lo statuto della storiografia stessa, vale a dire del testo storico. (Michel de Certeau, Storia e psicoanalisi, 167)
Secondo de Certeau il Memoriale, che lui denomina journal, sarebbe un diario spirituale, un "genere letterario" caratteristico dei primi gesuiti. Si troverebbero degli esempi in Ignazio di Loyola ("Autobiografia"), in Pietro Canisio ("Confessionum Canisii"), in Francesco Borgia, in Jeronimo Nadal, in Pietro Ribadeneira, o nella così detta "autobiografia" di Roberto Bellarmino. Sempre per de Certeau, questa pratica sarebbe legata all’esame di coscienza. Per lui, il journal diventa il luogo di un dialogo interiore con Dio: aiuta a riconoscere i movimenti divini, a collaborare con la propria vocazione e a individuare le resistenze personali all’azione di Dio.
Il seminario, tra altre cose, potrebbe servire per analizzare quanto questo punto di partenza di de Certeau aiuti o meno alla comprensione del testo. Per seguire lo sviluppo di alcuni contenuti del seminario è possibile consultare la pagina dedicata:
Pierre Favre on the APUG blog
The Memoriale of Pierre Favre on the APUG blog
References
- ↑ In 1873 a Latin and an Italian translation of the Memoriale were published: Memoriale beati Petri Fabri primi S. Ignatii de Loyola alumni nunc primum in lucem editum a P. Marcello Bouix, Lutetiae Parisiorum, typis Alberti Gauthier-Villars, 1873; Giuseppe Boero, Vita del beato Pietro Fabro della Compagnia di Gesù primo compagno di Sant’Ignazio di Loyola, Roma, Tipografia e libreria di Roma del Cav. Alessandro Befani, 1873. In the next year a French translation was published too: Mémorial du bienheureux Pierre Lefèvre, premier compagnon de S. Ignace de Loyola. Publié pour la première fois en son texte latin et traduit en français, par le P. Marcel Bouix, Paris, Imprimerie Gauthier-Villars, 1874.
- ↑ Equipollent canonization or beatification (ex aequipollentia or per viam aequipollentiae) is an extraordinary procedure that the Catholic Church may use when: there exists a reputation for holiness or a cult ab immemorabili, that is, continuous and recognized over time; reliable historical testimonies are available regarding the person’s virtue and the devotion of the faithful; and although no formal miracles have been verified, the Pope judges that the person’s holiness is morally certain, on the basis of tradition, spiritual fruits, and the consensus of the Church.
- ↑ For more information about these publications see the Pierre Favre/Bibliography.
- ↑ Beati Petri Fabri epistolae, memoriale et processus ex autographis aut archetypis potissimum deprompta, Matriti, typis Gabrielis Lopez Del Horno, 1914.
- ↑ See Michel de Certeau, Le texte du “Memorial” de Favre, ‘Revue d’ascetique et de mystique, 36 (1960), pp. 343-349; a reproduction of the stemma codicum is available here. de Certeau also published a new French translation of the Memoriale: Pierre Favre, Mémorial, traduit et commenté par Michel de Certeau, Paris, Desclée De Brower, 1959.
- ↑ Briquet, 6091: Salerne, 1590. Naples, 1598. Italie, 1602.
- ↑ Probabilmente si tratta di una delle edizioni stampate a Lione o a Parigi tra il 1550 e la fine del XVI secolo. Cfr. ad esempio il marginalia della colonna sinistra col. 887 del Digestum vetus, seu Pandectarum iuris ciuilis tomus secundus stampato a Lione nel 1579)