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eseguita coll'usata pompa da S. Em. il Card. [[Name::Moreno]] Arcivescovo di Valladolid.
  
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<ref>Inizia da qui la trascrizione di P. Giacomo Martina</ref>Mentre in questa maniera si dava compimento al corso scolastico, cominciava e cresceva di giorno in giorno negli animi di tutti l'aspettazione degli avvenimenti politici. Col cominciamento della guerra i Francesi si erano ritirati da Roma ed avevano abbandonato l'ultimo avanzo dello Stato Pontificio alle voglie del Governo di Firenze: e fu notato che la prima sconfitta de' Francesi cadde nel giorno appunto, in cui la bandiera di Francia fu tolta dalla fortezza di Civitavecchia. Ognuno ve deva che questo abbandono di Roma in tali circostanze era un tradi mento in favore della rivoluzione italiana: e di qui nacque tanto sdegno che le notizie delle vittorie prussiane erano accolte e gustate con una specie di entusiasmo; e la cosa durò in questo modo fino alla battaglia di Sedan e alla prigionia dell'Imperatore [[Name::Napoleone]], dopo la quale gli animi, appagati da quel gran colpo della vendetta, cominciarono a di stinguere con maggior calma la causa della povera Francia da quella del suo imperatore <!--<ref> II risentimento contro la Francia, già diffuso tra gli intransigenti nel periodo immediatamente antecedente alla presa di Roma, si sviluppò poi ampiamente dopo il 20 settembre: la sconfitta della Francia appariva una punizione divina per le colpe commesse nei confronti della Chiesa in genere, del potere
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temporale in specie. Cfr. C. Curci, ''La caduta di Roma pr le armi italiane...'', Firenze 1870, 11-16 : Re Guglielmo è il giustiziere di Dio. La polemica arriva a tessere un autentico processo a tutta la storia francese dell'Ottocento, in senso completamente negativo, dimenticando gli elogi tributati a Napoleone III dalla stampa cattolica verso il 1850. Il P. Ragazzini, spirito sufficientemente realista ed equilibrato, si limita a riferire oggettivamente l'osservazione fatta allora da molti sulla coincidenza dei due avvenimenti, la prima sconfitta francese e il loro ritiro da Civitavecchia: il P. Gallerani, che nella sua biografia del Ragazzini utilizza frequentemente gli scritti del suo protagonista, si mostra meno freddo e riservato, e scrive : « ... la causa della Francia da quella della volpe imperiale che la reggeva » — Un'enumerazione dei principali articoli della stampa cattolica del tempo, significativi di quest'orientamento antifrancese, in L. Ganapini, ''II nazionalismo cattolico. I Cattolici e la politica estera in Italia dal 1871 al 1914'', Bari 1969, 21 n. 18. Ricordiamo qui solo L'Unità Cattolica del 4 agosto 1870, ''Le risa di Bismarck'': « ... I cattolici dell'Alemagna combattono ora con raddoppiato entusiasmo contro le truppe imperiali, perché sanno di com battere non solo il nemico della loro patria, ma anche chi abbandonò il Capo della Chiesa ». — Uno stato d'animo analogo, sia pure dovuto a motivi opposti, era del resto nutrito dai liberali italiani, come descrive bene F. Chabod, ''Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1898, I, Le premesse'', Bari 1951, 1-177 : « l'orientamento fondamentale ... : soddisfazione per il crollo dell'egemonia francese che aveva tenuto al laccio l'Italia unita, e per l'indipendenza morale che questa ultima si acquistava; ammirazione e compiacimento per l'opera del Bismarck... » (p. 19). I cattolici probabilmente non si accorgevano di su
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bire l'influsso dell'opinione comune. [nota di Martina]</ref>-->. Partiti da Roma i Francesi, cominciarono gl'Italiani ad avvicinare le loro truppe ai confini dello Stato Pontificio, spargendo voce, che ciò facevasi per tutelarlo da qualsiasi invasione garibaldina, secondo le promesse fatte dall'Italia alla Francia,
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Latest revision as of 14:54, 12 February 2025

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eseguita coll'usata pompa da S. Em. il Card. Moreno Arcivescovo di Valladolid.

[1]Mentre in questa maniera si dava compimento al corso scolastico, cominciava e cresceva di giorno in giorno negli animi di tutti l'aspettazione degli avvenimenti politici. Col cominciamento della guerra i Francesi si erano ritirati da Roma ed avevano abbandonato l'ultimo avanzo dello Stato Pontificio alle voglie del Governo di Firenze: e fu notato che la prima sconfitta de' Francesi cadde nel giorno appunto, in cui la bandiera di Francia fu tolta dalla fortezza di Civitavecchia. Ognuno ve deva che questo abbandono di Roma in tali circostanze era un tradi mento in favore della rivoluzione italiana: e di qui nacque tanto sdegno che le notizie delle vittorie prussiane erano accolte e gustate con una specie di entusiasmo; e la cosa durò in questo modo fino alla battaglia di Sedan e alla prigionia dell'Imperatore Napoleone, dopo la quale gli animi, appagati da quel gran colpo della vendetta, cominciarono a di stinguere con maggior calma la causa della povera Francia da quella del suo imperatore . Partiti da Roma i Francesi, cominciarono gl'Italiani ad avvicinare le loro truppe ai confini dello Stato Pontificio, spargendo voce, che ciò facevasi per tutelarlo da qualsiasi invasione garibaldina, secondo le promesse fatte dall'Italia alla Francia,

  1. Inizia da qui la trascrizione di P. Giacomo Martina