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Rome,5 ju�llet 1619. Bellarmin aux Anciens de la r�publ.de Lucques
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Ill.mi et Ecc.mi Signori. Haveranno già inteso l'EE.VV. dal loro Sig.re Ambasciatore, prima per lettere et poi à bocca, qual mente io mi son'intromesso, con licenza et beneplacito di Nostro Signore Papa Paulo Quinto, in procurare l'accordo fra la Republica loro et il Vescovo pur'loro, non solo come padre e pastore, ma ancora come cittadino e compatriota. Hora mi è parso dargli conto come scritto à lungo à Monsignore Vescovo et ne ricevuto risposta molto ragionevole et pia, tal che io non posso dolermi di lui, havendolo trovato in quella buona dispositione che desidoravo. Resta hora che Dio benedetto mi dia grafia ch'io sappia proporre all'EE. VV. quello che si desidera dalla parte loro, et ad essi dia gratia di pigliar'in bene la mia proposta, et elegge re quello che sia più utile al ben comune dell'animo et dello stato della lor città et diocesi. A me pare conveniente et utile et forse necessario che si venga quanto prima ad una vera reconciliatione de figlioli con il padre et del padre con i figlioli. Et se bene questo mio pensiero al principio potrà parere duro ad alcuni, spero che, considerate le ragioni che mi muovono, gli parerà altrimente. Questo solo gli domando in gratia che non mi stimino partiale del Vescovo et poco bene affettionato alla Republica, perchè la verità è che io sono amico di tutti et non hò interesse veruno con il Vescovo con altri particolari di Luc ca, ma si bene hò havuto et amicitia con molti signori Lucche si, ancorchè contrarii fra loro in questa discordia. Hora presupposta questa mia vera et Christiana charità con ambedue le parti, proporrò tre ragioni, che mi muovono à consigliare l'accordo della Republica con il suo Pastore.<lb/>
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Ill.mi et Ecc.mi Signori. Haveranno già inteso l'EE.VV. dal loro Sig.re Ambasciatore, prima per lettere et poi à bocca, qual mente io mi son'intromesso, con licenza et beneplacito di Nostro Signore Papa Paulo Quinto, in procurare l'accordo fra la Republica loro et il Vescovo pur'loro, non solo come padre e pastore, ma ancora come cittadino e compatriota. Hora mi è parso dargli conto come hò scritto à lungo à Monsignore Vescovo et ne hò ricevuto risposta molto ragionevole et pia, tal che io non posso dolermi di lui, havendolo trovato in quella buona dispositione che desidoravo. Resta hora che Dio benedetto mi dia grafia ch'io sappia proporre all'EE. VV. quello che si desidera dalla parte loro, et ad essi dia gratia di pigliar'in bene la mia proposta, et elegge re quello che sia più utile al ben comune dell'animo et dello stato della lor città et diocesi. A me pare conveniente et utile et forse necessario che si venga quanto prima ad una vera reconciliatione de figlioli con il padre et del padre con i figlioli. Et se bene questo mio pensiero al principio potrà parere duro ad alcuni, spero che, considerate le ragioni che mi muovono, gli parerà altrimente. Questo solo gli domando in gratia che non mi stimino partiale del Vescovo et poco bene affettionato alla Republica, perchè la verità è che io sono amico di tutti et non hò interesse veruno nè con il Vescovo nè con altri particolari di Luc ca, ma si bene hò havuto et hò amicitia con molti signori Lucche si, ancorchè contrarii fra loro in questa discordia. Hora presupposta questa mia vera et Christiana charità con ambedue le parti, proporrò tre ragioni, che mi muovono à consigliare l'accordo della Republica con il suo Pastore.

La prima ragione è, perchè la Republica si tiene offesa dal Vescovo per alcune cose gravi, rappresentate alla Santità di Nostro Signore, che non erano vere, et nondimeno è notorio che il Vescovo non hà fatto nè detto cosa alcuna malignamente contro la


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