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Republica, come forse da alcuni male affetti verso di lui è stato interpretato. Et di questa verità n'è buon testimonio l'istesso Papa, ch'è giudice legitimo et supremo di simili cause; perchè se il Papa havesse conosciuto ch'il Vescovo havesse errato et malignamente si fosse portato contro la sua patria, l'havrebbe punito ò almeno ripreso. Il che non ha fatto, anzi à me chiaramente hà detto che non hà condannato il Vescovo, perche non vi era causa di condannarlo. Hora havendo il giudice supremo giudicato il Vescovo esser tale, ogni buon christiano deve giudicar' il medesimo, et non può se non dispiacergli che la Republica di Lucca non si acquieti al giuditio del Vicario di Christo intorno al suo pastore, col quale anco, se fosse vero che ne havesse ricevuto qualche offesa ò dispiacere, le saria necessaria la reconciliatione dopo tanto tempo, non solo per obligo di pietà Christiana, ma di moralità et di nobiltà de gl'animi loro, sapendo io benissimo quanto siano laudabili per l'una et per l'altra parte. Oltre che è notorio à me, et credo à tutta la Corte, la buona volontà del Vescovo et la molta affettione che porta alla sua patria, et zelo che hà dell'honore di Dio, per la salute delle sue anime, per le quali hà postposto ogn'altro interesse suo, et però per rimediare hormai à questo disordine che dura tanti anni, con gran danno del clero et del popolo, non è dubio che quelli che governano la Republica doveriano essere li primi ad invitar' il Vescovo alla sua sedia et andargli incontro à ricevere da lui la santa benedittione, et è certo che tutto il popolo con grandissima allegrezza li seguitarebbe; et senza dubio tutto il danno che patisce il popolo di Lucca già tanti anni per l'assenza del Vescovo, sarà imputato da Dio à quelli che governano quello stato, havendo potuto con ogni facilità rimediare.
La 2.a ragione è questa che monsignor Vescovo, se bene havesse desiderio di liberarsi dal peso della chiesa et così renuntiarla
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