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L'amorevolissima lettera di V.S. Ill.ma ha ripieno l'animo mio et della Sig.ra mia consorte di tanto contento che io non lo posso esprimere vedendo li effetti della sua bontà pieni di carità et di paterno amore soprabbondare in noi per gratia sua, di sorte che io ne resto confuso, ringratiandone Dio et V.S. Ill.ma alla quale ambedue humilissimamente baciamo la mano di tanti et cosi fatti favori che si degna farci: prima in dimostrare per la bona inclinatione sua verso di noi d'haver tenuto qualche pensiero di accompagnare in matrimonio la Sig.ra Maria sua nipote con Francesco Maria mio figliolo, et poi di honorare Marcello della pensione di z cento scudi; le quali amorevoli dimostrationi si come ci hanno in finitamente obligati et consolati, cosi le stimiamo sommamente confessando di riceverli della bontà di V.S. Ill.ma fuor di ogni nostro merito, et se bene del parentado non ne è seguito altro effetto, ne teniamo nondimeno à V.S. Ill.ma il medesimo obbligo che se fusse adempito, assicurandola che la impossibilità di dieci mila scudi con li quali V.S. Ill.ma havrebbe voluto potere maggiormente giovare la mia casa, non havrebbe impedito dal canto nostro, non pretendendo io da lei che le sono così strettamente congionto di sangue et devoto et obbligato servitore, somma cosi grossa di dote, parendomi che tre mila scudi contanti in una nipote di V.S. Ill.ma sia dote sufficiente da contentare qualsivoglia della nostra città. Et del consiglio che V.S. Ill.ma mi da di pretendere piu grossa dote di questa, io me ne vorrò nelle occasioni che con qualsivoglia altra persona mi occorrerà in futuro. Nel resto si è visto che al Sig.or Thommasso et a qualcunq. altro che interviene et può in questo negotio quando pure la doppia affinità di sangue non impedisse, non sarebbene anco piaciuto l'essere di Francesco Maria, ma piu i tosto dei miei nipoti per le cause che già credo siano notissime a V.S. Ill.ma et ancora per essere essi di più robusta vita, il che si come è vero, così all'incontro ringrazio Dio che ha dotati i
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L'amorevolissima lettera di V.S. Ill.ma ha ripieno l'animo mio et della Sig.ra mia consorte di tanto contento che io non lo posso esprimere vedendo li effetti della sua bontà pieni di carità et di paterno amore soprabbondare in noi per gratia sua, di sorte che io ne resto confuso, ringratiandone Dio et V.S. Ill.ma alla quale ambedue humilissimamente baciamo la mano di tanti et cosi fatti favori che si degna farci: prima in dimostrare per la bona inclinatione sua verso di noi d'haver tenuto qualche pensiero di accompagnare in matrimonio la Sig.ra Maria sua nipote con Francesco Maria mio figliolo, et poi di honorare Marcello della pensione di z cento scudi; le quali amorevoli dimostrationi si come ci hanno in finitamente obligati et consolati, cosi le stimiamo sommamente confessando di riceverli della bontà di V.S. Ill.ma fuor di ogni nostro merito, et se bene del parentado non ne è seguito altro effetto, ne teniamo nondimeno à V.S. Ill.ma il medesimo obbligo che se fusse adempito, assicurandola che la impossibilità di dieci mila scudi con li quali V.S. Ill.ma havrebbe voluto potere maggiormente giovare la mia casa, non havrebbe impedito dal canto nostro, non pretendendo io da lei che le sono così strettamente congionto di sangue et devoto et obbligato servitore, somma cosi grossa di dote, parendomi che tre mila scudi contanti in una nipote di V.S. Ill.ma sia dote sufficiente da contentare qualsivoglia della nostra città. Et del consiglio che V.S. Ill.ma mi da di pretendere piu grossa dote di questa, io me ne vorrò nelle occasioni che con qualsivoglia altra persona mi occorrerà in futuro. Nel resto si è visto che al Sig.or Thommasso et a qualcunq. altro che interviene et può in questo negotio quando pure la doppia affinità di sangue non impedisse, non sarebbene anco piaciuto l'essere di Francesco Maria, ma piu i tosto dei miei nipoti per le cause che già credo siano notissime a V.S. Ill.ma et ancora per essere essi di più robusta vita, il che si come è vero, così all'incontro ringrazio Dio che ha dotati i
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