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Rome,10 aout 1605<
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Molto Rv.do Padre mio. Ho ricevuto due lettere insieme di V.R., una del 5, l'altra del 12 di luglio. Risponderò a quello che più importa, ch'è della rinuncia della chiesa di Capua. V.R. saprà che più volte ho fatto consulta col padre Generale e altri della Compagnia, e anche con persone spirituali intorno al mio restare in Roma o tornare a Capua. Tutti concorrevano in un istesso parere, ch'era di restare in Roma. Nondimeno io più inchinavo a tornare a Capua, parendomi questo di più quiete per me, più utile per l'anime e più edificazione dei prossimi. Ma un giorno trovandomi col papa e dicendogli che era risoluto alla rinfrescata tornare alla mia residenza di Capua, sua Santità rispose queste parole formali: Noi desideriamo sommamente che V.S. stia in Roma, perchè abbiamo bisogno di lei. Udito questo, soggiunsi: Padre Santo, io sono obbligato a obbedire ai cenni suoi, ma non dimeno la supplico a considerare che la residenza nella chiesa di Capua è più necessaria, perchè in Roma vi sono molti cardinali, e ancorchè alcuni si partano, la corte non patisce, ma a Capua non c'è altro che un arcivescovo, e se quello non risiede, la chiesa patisce assai; e però, se la S.tà V. si risolve ch'io resti a Roma, bisognerà provvedere alla chiesa. Rispose il papa: Di nuovo dico a V.S. che io desidero sommamente che stia A Roma, perchè, seBbene ci sono molti cardinali, del pari suo ce ne sono pochi; e però sarà bene pensare alla rinuncia della chiesa. Allora io dissi che ci penserei, e poi gli proposi alquanti soggetti; e dopo molti giorni e avendoci assai pensato, si risolse di dare la chiesa di Capua al Signor Antonio Castano, nel quale concorrono dottrina sufficiente e bontà di vita, con una natura riposata e nobiltà e buona intelligenza coi ministri regi. Si che V.R. vede che Dio per mezzo del vicario mi diede la chiesa, e per mezzo dell'istesso me ne ha liberato, e io non ho fatto in tutto il tempo che sto a Roma altra orazione, che pregare Iddio che mi faccia sapere il suo beneplacito
 
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Bellarmin au P.Carminata.
 
 
 
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/ f supplico considerare che la residenza nella chiesa di Capua � pi� necessaria, perche in Roma vi sono molti cardinali, et ancorch� alcuni si partano, la corte non patisce, ma Capua non c'altro che un'arcivescovo, e se quello non risiede, la chiesa patisce assai; e per�, se la S V. si risolve ch'io resti Roma, bisogner� prevedere alla chiesa. Rispose il papa: Di nuovo dico V.S. che io desidero sommamente che stia Roma, perche, se bene ci sono molti cardinali, de'pari suoi ce ne sono pochi; et per� sar� bene pensare alla rend$cia della chiesa. Allora io dissi che ci pensazrei, et poi gli proposi alquanti soggetti; et dopo molti giorni et havendoci assai pensato, si ris�lse di dare la chiesa di Capua al Signor Antonio Castano, nel quale concorrono dottrina sufficiente et bont� di vita, con una natura riposata et nobilt� et buona in telligenza co'ministri regii. Si che V.R. vede che Dio per mezzo del vicario mi diede la chiesa, et per mezzo dell'istesso me ne h� liberato, et io non h� fatto in tutto il tempo che sto Roma alt ra oratione, che pregare Iddio che mi faccia sapere il suo benepla-
 

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Molto Rv.do Padre mio. Ho ricevuto due lettere insieme di V.R., una del 5, l'altra del 12 di luglio. Risponderò a quello che più importa, ch'è della rinuncia della chiesa di Capua. V.R. saprà che più volte ho fatto consulta col padre Generale e altri della Compagnia, e anche con persone spirituali intorno al mio restare in Roma o tornare a Capua. Tutti concorrevano in un istesso parere, ch'era di restare in Roma. Nondimeno io più inchinavo a tornare a Capua, parendomi questo di più quiete per me, più utile per l'anime e più edificazione dei prossimi. Ma un giorno trovandomi col papa e dicendogli che era risoluto alla rinfrescata tornare alla mia residenza di Capua, sua Santità rispose queste parole formali: Noi desideriamo sommamente che V.S. stia in Roma, perchè abbiamo bisogno di lei. Udito questo, soggiunsi: Padre Santo, io sono obbligato a obbedire ai cenni suoi, ma non dimeno la supplico a considerare che la residenza nella chiesa di Capua è più necessaria, perchè in Roma vi sono molti cardinali, e ancorchè alcuni si partano, la corte non patisce, ma a Capua non c'è altro che un arcivescovo, e se quello non risiede, la chiesa patisce assai; e però, se la S.tà V. si risolve ch'io resti a Roma, bisognerà provvedere alla chiesa. Rispose il papa: Di nuovo dico a V.S. che io desidero sommamente che stia A Roma, perchè, seBbene ci sono molti cardinali, del pari suo ce ne sono pochi; e però sarà bene pensare alla rinuncia della chiesa. Allora io dissi che ci penserei, e poi gli proposi alquanti soggetti; e dopo molti giorni e avendoci assai pensato, si risolse di dare la chiesa di Capua al Signor Antonio Castano, nel quale concorrono dottrina sufficiente e bontà di vita, con una natura riposata e nobiltà e buona intelligenza coi ministri regi. Si che V.R. vede che Dio per mezzo del vicario mi diede la chiesa, e per mezzo dell'istesso me ne ha liberato, e io non ho fatto in tutto il tempo che sto a Roma altra orazione, che pregare Iddio che mi faccia sapere il suo beneplacito
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