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del tempo ordinario nel trattar con Dio, mostrandogli la mia somma fiacchezza dicendo A, A, A domine loqui, insegnatemi voi quello che devo dire per voi. <span style="color:Red">Questo è tutto il tempo, che spendo nella preparatione eccettuanto un poco altro per trovar qualche passo à modo mio dell'alcorano, contro il quale predico, et argomento con i Turchi; non mi stendo più nel spiegar questo</span>; poiche che V. R. intenderà meglio di me onde venne tutto questo, sapendo quante gratie recevette da Dio, e dalla Santissima Vergine l'anima mia, la quale non deve altro dire, che misericordias Domini in aeternum cantabo.<br>
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Nelli giorni poi feriali per ordinario spendo la mattina finita l'oratione e detta subito la messa nello studiar qualche cosa per farmi habile all'impresa del mio bramato [[Place::Mogor]]. Il dopo pranzo anche detto il vespro, e complita, spendo un'hora di tempo con il P. Imperiale nello studio delli casi. et il resto del giorno lo consumo con i Turchi, che per ordinario sogliono venire ogni giorno, in dispute catechisemo, et altre cose simili, nel tempo della prima tavola tanto la mattina come al sera scrivo, ò rispondo alle lettere una per una acciò che non mi trovi stretto nel giorno della posta. La mattina poi delle feste commandate la spendo con le mie pecorelle nel confessionario. Dico il mattutino e laudi, secondo quello che usava altrove, prima della levata; la prima, e terza prima d'incominciar l'oratione commune, e poi dopo il rendimento delle gratie per la messa dico sesta e nona. Esco dal Collegio per ordinario una volta nella settimana che suol esser nel giorno della vacanza per trovar un poco di tempo più da spender frà le facende del giorno con Dio, parte avantr il Santissimo Sacramento, e Parte con la Santissima Vergine, et il crocifisso. Non permetto udienza molte persone, e tanto puè quelle donne scusandomi con tutti per sfuggir la perdita di tempo, che suol esser in certi compimenti di ceremonie mondane. Alcuni giorni sono mi mandò la Principessa di Galligano alcun persone à pregare che la visitassi essendo inferma non poteva uscir di casa, mi sono scusato per non aprir la porta ad altri. Fin adesso non sono andato à casa di nessuno, eccettuate due del Signor Cardinale quando mi mandò chiamare, e del Vice Rè quando hebbi avviso della Vice Regina
  
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del tempo ordinario nel trattar con Dio, mostrandogli la mia somma fiacchezza dicendo A, A, A domine loqui, insegnatemi voi quello che devo dire per voi. Questo è tutto il tempo, che spendo nella preparatione eccettuanto un poco altro per trovar qualche passo à modo mio dell'alcorano, contro il quale predico, et argomento con i Turchi; non mi stendo più nel spiegar questo; poiche che V. R. intenderà meglio di me onde venne tutto questo, sapendo quante gratie recevette da Dio, e dalla Santissima Vergine l'anima mia, la quale non deve altro dire, che misericordias Domini in aeternum cantabo.
Nelli giorni poi feriali per ordinario spendo la mattina finita l'oratione e detta subito la messa nello studiar qualche cosa per farmi habile all'impresa del mio bramato Mogor. Il dopo pranzo anche detto il vespro, e complita, spendo un'hora di tempo con il P. Imperiale nello studio delli casi. et il resto del giorno lo consumo con i Turchi, che per ordinario sogliono venire ogni giorno, in dispute catechisemo, et altre cose simili, nel tempo della prima tavola tanto la mattina come al sera scrivo, ò rispondo alle lettere una per una acciò che non mi trovi stretto nel giorno della posta. La mattina poi delle feste commandate la spendo con le mie pecorelle nel confessionario. Dico il mattutino e laudi, secondo quello che usava altrove, prima della levata; la prima, e terza prima d'incominciar l'oratione commune, e poi dopo il rendimento delle gratie per la messa dico sesta e nona. Esco dal Collegio per ordinario una volta nella settimana che suol esser nel giorno della vacanza per trovar un poco di tempo più da spender frà le facende del giorno con Dio, parte avantr il Santissimo Sacramento, e Parte con la Santissima Vergine, et il crocifisso. Non permetto udienza molte persone, e tanto puè quelle donne scusandomi con tutti per sfuggir la perdita di tempo, che suol esser in certi compimenti di ceremonie mondane. Alcuni giorni sono mi mandò la Principessa di Galligano alcun persone à pregare che la visitassi essendo inferma non poteva uscir di casa, mi sono scusato per non aprir la porta ad altri. Fin adesso non sono andato à casa di nessuno, eccettuate due del Signor Cardinale quando mi mandò chiamare, e del Vice Rè quando hebbi avviso della Vice Regina