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il male fine che poi mal grado loro gl'avenne.
Ma quanto egli fosse nella Giustizia molto celebre, altretanto fu nella Virtù della
fortezza, quale secondo Aristotele a' due capi si riduce cioè al disprezzo di tutte le
cose transitorie in guisa che nessuna tengs l'huomo per grande nel suo cuore e stima
se non la sola Virtù per cui ha continuamente da battagliare seco stesso intendendo che
in questa vittoria consiste l'honorato titolo di fortezza come dice San Gregorio quid enim
fortius est quam omnes animi sui motus rationi subigare subigere, omnia carnali desi
deria spiritus fervore frenare, proprias voluntates abijcere, contemptis visibilibus,
ea, quae non videntur amare. Hor tutte queste particolarità che sono effetti di
fortezza osservò mirabilmente il cardinale Spinola quale come si è accennato fece
pochissima stima di tutte quelle cose che nel mondo si stimano per grandi come
sono gl'applausi, le dignità, gl'honori, le ricchezze, stimando solamente le
Virtù Christiane, quali per acquistarle non perdonò a' fatica alcuna. Il 2°
capo di fortezza qual consiste in imprendere cose grandi per la cui impresa
nessuna mala gevolezza lo travagli, lo spaventi o' metti in fuga, e ciò non
per proprio gusto o' contento, ma per il bene di molti, qual Virtù propriamente al-
berga ne petti de Principi, sicome veramente albergò nel petto del Cardinale Spinola
il che si dimostrò primieramente nelli Rumori occorsi nel principio della sua
Legazione di Ferrara tra il Sommo Pontefice e Signori Venetiani nel tempo del
interdetto, nella qual occasione non meno si dimostrò Valoroso soldato che
Zelante ecclesiastico perche trovandosi in luogo, ove la vicinanza de confini
rendeva li pericoli più prossimi come sopra intendenti all'armi, palesò
quanto per servitio della Chiesa sapeva operare in Guerra, e consigliare
pace. Ben si può chiamar atto di fortezza del Cardinale Spinola le fatiche
continuamente sostenute nella fabrica della gran fortezza di ferrara per il qual
edificio più pote e valse la Vigilanza e toleranza del Cardinale Spinola che il gran
denaro che vi spese il Sommo Pontefice Paolo V qual hebbe a' dire che se fusse sta
ta fatta d'argento non li sarebbe costata più cinque cento mila scudi ch'in essa
vi spese. A questa grand opera diede principio, progresso e fine il cardinale Spinola
ne mai si diede quiete e riposo con l'assiduità, e sollecitudine di visitare di conti