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sunt, ut liquores impositi scypho tali lapide confecto, mirifico refrigerio statim imbuantur.<lb> Adest praeterea copia vasorum Porcellaneorum in formam Idolorum, et figurarum Sinensium reducta.<lb> Vides hic congeriem vasorum in modum scutellarum excavatarum; figurae sat amplae, sed pondere levissimo, diversis figuris et tractibus subtilissimis variè effigiatae; ut etiam colorum multiplicitate depicta, ac demum vernice Sinico magni splendoris superinducto; vasa sunt ex Cucurbitis Americanis, Authori inde dono transmissa. Poculum ex Nephritico ligno, cui quemcunque liquorem imposueris, ac paululum consistere permiseris, mox in coeruleum colorem tinctum reperies; atque adversus calculum renum ex eo bibentibus efficacissima Medicina comprobatur.<lb> Extat hic Ala plusquam palmaris, Piscis volantis, seu Hirundinis marinae, qui Aeolius Magnes ab Authore appellatur, de quo supra.<lb> Ova Struthionis hic plura, et differentis magnitudinis reperiuntur, maximum palmum in diametro complent, candidissimae testae, et solidae adeo sunt substantiae, ut in lapidem coaluisse videantur.<lb> India, Japonia, Mexicum, Brasilia hoc Musaeum suis replerunt curiosis donariis, inter quae pendet Gladius, seu Framea Japonica, Lamina est tripalmaris, modicum retorta, duarum unciarum latitudinis, utrimque duplicata, crenula elaborata, ex una parte in acutam aciem, ex alia vero fortiori dorso instructa, Vagina fortissima, ex nescio cujus piscis pelle elaborata tegitur.<lb> Gladius hic, eò quod ex Japonia allatus non tam curiosus, quam venerabilis, loco sacratiore dignum monumentum, eo quod plures Patres Societatis JESU ob odium, et persecutionem fidei, eodem gladio plexi sint, unde non sine veneratione, et spirituali solatio, teneroque gustu hospites contemplari solent.<lb> Pendet et clava fortis ex America Septentrionali Romam delata, ex durissimo aeruginei coloris saxo, more lentium opticarum ex duorum circulorum segmento elaborata, adeo ut circumcirca in acutiorem aciem vergat, in medio vero ob corporis crassitiem ictus vibrationem augeat, et soliditate robustior sit. In medio foramine exciso tripalmaris baculi manubrio inhastatur; est et haec ingenioso Barbarorum furore facta venerabilis, eò quod aliquot Patribus effractis cervicibus coeli januas aperuerit.<lb> Vides hic Chinensium Regum Diadematis formam, quod ex corio durissimo, undequaque deaurato constat, quo et loco coronae utuntur. Cingulum item ex Testudinum marinarum tessulis contectum, quo Mandarini Sinensium proceres uti solent; unde formae pulchritudo, et pretii valor ei accrescit. Item Sandalia hic vides, quae corii loco Cannabis ligulis compacta, et viridi holoserico contecta sunt.<lb> Brasiliae hic extat fragmentum Panis, uti et granum quo panis conficitur, ex Iuccae venenosae caeteroquin plantae radicibus in salutarem cibum, panemque redacta, quem Mandioca dicunt. Cochlearia Chinensium eburneae virgulae duae sunt,quarum quamlibet una manu contrectantes cibum sumunt Sinenses.<lb> Statera Sinensibus usitata ex ebore probè levigata hastula est, quae punctulis, proportione Arithmetica, aequalibus interdistincta, nec non duobus tenuissimis filis instructa, quorum unum hypomochlii vices subit manu pendentis tenta, ex altera parte vero bilancis scutella pendet, in qua monetarum

che liquidi versati in bicchieri fatti di questo minerale subito ne acquistano la meravigliosa freschezza.
C’è poi una collezione di vasi di porcellana in forma di idoli e di figure cinesi.
Vedi poi qui una raccolta di vasi a forma di scodelle incavate, di notevole ampiezza, ma leggerissime, variamente dipinte con immagini e caratteri assai sottili, assai colorate e rivestite di una vernice cinese di grande splendore; ci sono vasi di zucche americane pervenute in dono all’Autore.
Una tazza di legno nefritico: qualunque liquido vi si versi, se gli si permette di riposare un po’, si colora di azzurro; è provato che si tratta di una pozione assai efficace contro i calcoli renali.
C’è qui l’ala lunga più di un palmo del pesce volante, o rondine marina, che dall’Autore è chiamata magnete eolio, vedi sopra.
Si trovano qui diverse uovo di struzzo, di differenti dimensioni, raggiungono in diametro il palmo massimo; i gusci sono bianchissimi, e così compatti da sembrare diventati pietra.
India, Giappone, Messico, Brasile hanno ricolmato il Museo dei loro interessanti tributi, tra questi c’è, appesa, una spada o framea giapponese; è una lama lunga tre palmi, un po’ ricurva, di due pollici di ampiezza, doppia da entrambi i lati, da una parte la lama è tagliente, dall’altra è dotata di un rinforzo e ha la sagoma di una scimitarra; dotata di una propria impugnatura e di un’elsa di rame abbastanza spessa a protezione della mano, è coperta da una guaina assai resistente, lavorata dalla pelle di non so quale pesce.
Questa spada non tanto interessante perché portata dal Giappone, quanto venerabile documento, degno di un luogo più sacro per il fatto che diversi padri della Compagnia di Gesù ne furono colpiti per l’odio e per la persecuzione della fede, è di solito oggetto di venerazione e di edificazione oltre che di commozione per gli ospiti del Museo.
È appesa anche una robusta clava, proveniente a Roma dall’America settentrionale, di durissima pietra color ruggine, ricavata da due segmenti circolari a mo’ di lenti ottiche, tanto che intorno è aguzza, al centro invece per lo spessore della massa acquista particolare efficacia d’impatto ed è estremamente solida. Attraverso un foro al centro vi è adattato il manico di un bastone di tre palmi; anche questo oggetto è degno di venerazione a causa della terribile follia dei barbari per il fatto che aprì le porte del cielo ad alcuni padri, cui con quest’arma fu spaccata la testa.
Puoi quindi ammirare la bellezza di un diadema di re cinesi, formato di resistentissimo cuoio e d’oro: se ne servono come di una corona. Così pure puoi vedere una cintura rivestita di scaglie di tartaruga marina, la usano di solito i più autorevoli mandarini cinesi, perciò le accresce il valore la bellezza della forma e la preziosità dell’uso. Vedi anche sandali, intrecciati, invece che di cuoio, di striscioline di canapa, e coperti di seta verde.
C’è poi un frammento di pane del Brasile, simile al grano con cui si fa il pane: dalla radice di una pianta di iucca, peraltro velenosa, trasformata in cibo salutare, e in pane, che chiamano mandioca. I cucchiai cinesi sono due bastoncini d’avorio: i Cinesi prendono il cibo afferrando l’uno o l’altro con una sola mano.
La statera usata dai Cinesi è un’asticella ben levigata di avorio, contrassegnata di puntini disposti a spazi equivalenti secondo una proporzione aritmetica, e dotata di due fili assai sottili, di cui uno funge da leva, a mano tesa di colui che sta pesando; dall’altra parte invece pende la scodella a due piatti,