Page:Romani Collegii Societatis Jesu Musaeum Celeberrimum 1678.pdf/37

From GATE
This page has been validated


CAPUT IV

De Magnete et Machneticis Machinis et Operationibus.

Magnes subtilium cos ingeniorum, prodigium Naturae, mirabilium thaumaturgus, reconditae virtutis inscrutabilis Labyrinthus, Kircheriani Musaei medulla, lapis est, qui quoad formalem apparentiam nil neque splendoris neque gratae pulchritudinis praerogativâ gaudet, cum tamen tam eximia, et singulari virtutis dote praeditus sit, ut nulli lapidum speciei secundus habendus sit, nec ab ullo, quod ad humanum commercium spectat, tantum utilitatis recipitur, quam à Magnete, hic enim solus navigationes dirigit, et ad desideratos, velificantes in erronei maris incognitis semitis, portus deducit. Fateor equidem praeclaras praerogativas, virtutesque in aliis lapidum speciebus describi, sed qui tam apparentes et infallibiles unquam effectus prestiterit non reperio. Unde quemadmodum in rationali natura, nulla passionum affectio φιλομανία, seu amoris perturbatione vehementior est, sic quoque inter lapides nullus huic propiores, et affiniores habet effectus, quis enim non videt quanto amoris aestu ad ferri praesentiam rapiatur, quam scité omnes eius motus, sive sursum, sive deorsum, donec eius desideratum amplexum tanquam unicum bonum suum amatum assequatur, ad quod obtinendum, immediate ad suum centrum naturale praecipitanter fertur; nec à praesentis ferri concupiscentia desistit, donec de eius adoptione, et veluti querula hinc inde, anxio agitatus affectu, demum ad sui naturalis poli quietem se recipiat; et sicut absque apparenti Catenae innodatione amoris illecebra visibiliter rapta, humana pectora stringit, ita lapsis hic amore suo concupiti ferri fibras ita invisibili amplexu penetrat, ut non nisi vi à se invicem avelli et segregari possint. Huius itaque lapidis admirandam artem Kircherus sua sagaci indagatione in Arte Magnetica, more suo scitè describit, atque in Musaeo subsequentibus machinis curiosè tradit.

Occurrit itaque primo loco parvulus Typhis seu geniolus ad clavum cymbae crystallinae sedens, qui in ludicro mari, arcana vi motrici circumvagatur, iucundissimum visu spectaculum exhibet. Gratiosissimus pupus ad clavum in cymba crystallina sedet, vela per mare, altero crystallino non rarae molis catino vitreo facturus, nova navigationis arte in pacato et tranquillo mari, ne minimum quidem tumultuantibus undis motus ab occultis cavernis tacitus erumpit spiritus, imbecillemque nautam seorsum, deorsumve impellit, modo dextrorsum, modo sinistrorsum abripit, totoque Oceano adusque horizontis fluidi confinia errabundum, et vagum iactat; occultis cuniculis, et vorticibus agitari Typhim crederes, nisi omnem suspicionem quietissimae undae auferrent, nec enim diu fluctuantis, atque aberrantis cymbae errores durant, nam amoto extrinseco magnete, quo suscitatur in pusillo mari crystallina navis, ad quietem se recipit, et ad mundi polos, ceu fidissimo in portu se obfirmat. Nosces itaque errorum causam esse latitantem sub undis magenticam Syrenem, quae uti est iocosa, mobilis, et zelotypa, amatoriis sua natura illecebris in cymba alium occultatum magnetem, et unà secum cymbam cum nauclero notis erroribus, et circulationibus, modò in directum, modò in obliquum

CAPITOLO IV.
Sul magnete e sulle macchine magnetiche e sulle operazioni.

Il magnete, sfida d’ingegni sottili, prodigio di natura, mago di meraviglie, imperscrutabile labirinto di recondita virtù, cuore del Museo di Kircher, è una pietra che, quanto all’apparenza esteriore, non gode di alcun’attrattiva di splendore o di particolare bellezza, ma è dotata di così straordinaria e singolare virtù, che non può essere considerata seconda a nessun’altra, e, per quanto concerne la società umana, da niente si riceve così grande vantaggio quanto dal magnete: questo solo infatti orienta le navigazioni e conduce ai porti desiderati coloro che fanno vela per le sconosciute vie del mare infido. Ammetto personalmente che in altre specie di pietre si ritrovino nobili virtù e prerogative, ma non ne vedo alcuna che abbia effetti più evidenti e infallibili di questa. Perciò, come nella natura razionale non v’è sentimento appassionato più veemente della philomania (follia d’amore), cioè del turbamento amoroso, così pure nessuna tra le pietre ha effetti più vicini e più simili a questa. Chi infatti non vede da quanto ardore amoroso sia rapita alla presenza del ferro, quanto accortamente spii tutti i suoi movimenti, sia in alto sia in basso, finché raggiunga il suo desiato amplesso come unico bene, per ottenere il quale subito si precipita verso il suo centro naturale; e non desiste dallo smanioso desiderio della presenza del ferro finché, tratta di qua e di là da ansioso affetto, bramosa di raggiungerlo, infine si appaga nella quiete del suo polo naturale; e come la lusinga d’amore, pure senza un’evidente nodo di catena, avvince i cuori umani visibilmente rapiti, così questa pietra con il suo amore penetra le fibre dell’amato ferro con un amplesso invisibile, ma tale che esse non se ne possono staccare di nuovo senza sforzo. L’ammirevole virtù di questa pietra Kircher la descrive accuratamente, da par suo, con acuta indagine, in Arte magnetica, e affida il compito di dimostrarla in modo interessante, nel Museo, alle macchine seguenti.

Così all’inizio ci si imbatte in un piccolo Tifi, o genietto, al timone di una navicella di cristallo, che s’aggira vagando in virtù di un’arcana forza motrice su un finto mare, ed offre uno spettacolo assai divertente a vedersi. Un graziosissimo pupazzo siede al timone di una barchetta di cristallo, pronto a spiegare le vele per il mare in un altro bacile di vetro di non piccole dimensioni, con una nuova tecnica navale in un mare pacato e tranquillo; senza che sia mosso da flutti sconvolti, silenzioso erompe da oscure cavità un soffio e sospinge su e giù il fragile marinaio, lo trascina ora a destra ora a sinistra, e lo scaraventa per tutto l’oceano fino ai confini del liquido orizzonte, errante in sua balia; crederesti che Tifi sia squassato da oscuri misteri e vortici, se non togliessero ogni sospetto le onde calmissime, né durano a lungo gli sbandamenti della barca che fluttua e vaga, infatti, rimosso dall’esterno il magnete, da cui è tratta nel piccolo mare la nave di cristallo, si acquieta e si ferma ai poli del mondo, cioè in un sicurissimo porto. Apprenderai perciò che la causa del vagare è una sirena magnetica nascosta tra le onde, che, siccome è scherzosa, volubile e gelosa, con le sue attrattive fascinatrici, secondo la sua natura, attrae l’altro magnete nascosto nella barca e con lui il marinaio nei noti errori ora in linea retta ora obliquamente