De Magnete et Machneticis Machinis et Operationibus.
Magnes subtilium cos ingeniorum, prodigium Naturae, mirabilium thaumaturgus, reconditae virtutis inscrutabilis Labyrinthus, Kircheriani Musaei medulla, lapis est, qui quoad formalem apparentiam nil neque splendoris neque gratae pulchritudinis praerogativâ gaudet, cum tamen tam eximia, et singulari virtutis dote praeditus sit, ut nulli lapidum speciei secundus habendus sit, nec ab ullo, quod ad humanum commercium spectat, tantum utilitatis recipitur, quam à Magnete, hic enim solus navigationes dirigit, et ad desideratos, velificantes in erronei maris incognitis semitis, portus deducit. Fateor equidem praeclaras praerogativas, virtutesque in aliis lapidum speciebus describi, sed qui tam apparentes et infallibiles unquam effectus prestiterit non reperio. Unde quemadmodum in rationali natura, nulla passionum affectio φιλομανία, seu amoris perturbatione vehementior est, sic quoque inter lapides nullus huic propiores, et affiniores habet effectus, quis enim non videt quanto amoris aestu ad ferri praesentiam rapiatur, quam scité omnes eius motus, sive sursum, sive deorsum, donec eius desideratum amplexum tanquam unicum bonum suum amatum assequatur, ad quod obtinendum, immediate ad suum centrum naturale praecipitanter fertur; nec à praesentis ferri concupiscentia desistit, donec de eius adoptione, et veluti querula hinc inde, anxio agitatus affectu, demum ad sui naturalis poli quietem se recipiat; et sicut absque apparenti Catenae innodatione amoris illecebra visibiliter rapta, humana pectora stringit, ita lapsis hic amore suo concupiti ferri fibras ita invisibili amplexu penetrat, ut non nisi vi à se invicem avelli et segregari possint. Huius itaque lapidis admirandam artem Kircherus sua sagaci indagatione in Arte Magnetica, more suo scitè describit, atque in Musaeo subsequentibus machinis curiosè tradit.
Sul magnete e sulle macchine magnetiche e sulle operazioni.
Il magnete, sfida d’ingegni sottili, prodigio di natura, mago di meraviglie, imperscrutabile labirinto di recondita virtù, cuore del Museo di Kircher, è una pietra che, quanto all’apparenza esteriore, non gode di alcun’attrattiva di splendore o di particolare bellezza, ma è dotata di così straordinaria e singolare virtù, che non può essere considerata seconda a nessun’altra, e, per quanto concerne la società umana, da niente si riceve così grande vantaggio quanto dal magnete: questo solo infatti orienta le navigazioni e conduce ai porti desiderati coloro che fanno vela per le sconosciute vie del mare infido. Ammetto personalmente che in altre specie di pietre si ritrovino nobili virtù e prerogative, ma non ne vedo alcuna che abbia effetti più evidenti e infallibili di questa. Perciò, come nella natura razionale non v’è sentimento appassionato più veemente della philomania (follia d’amore), cioè del turbamento amoroso, così pure nessuna tra le pietre ha effetti più vicini e più simili a questa. Chi infatti non vede da quanto ardore amoroso sia rapita alla presenza del ferro, quanto accortamente spii tutti i suoi movimenti, sia in alto sia in basso, finché raggiunga il suo desiato amplesso come unico bene, per ottenere il quale subito si precipita verso il suo centro naturale; e non desiste dallo smanioso desiderio della presenza del ferro finché, tratta di qua e di là da ansioso affetto, bramosa di raggiungerlo, infine si appaga nella quiete del suo polo naturale; e come la lusinga d’amore, pure senza un’evidente nodo di catena, avvince i cuori umani visibilmente rapiti, così questa pietra con il suo amore penetra le fibre dell’amato ferro con un amplesso invisibile, ma tale che esse non se ne possono staccare di nuovo senza sforzo. L’ammirevole virtù di questa pietra Kircher la descrive accuratamente, da par suo, con acuta indagine, in Arte magnetica, e affida il compito di dimostrarla in modo interessante, nel Museo, alle macchine seguenti.