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praegrandis, quae ultra decem principales circulos Sphaerae 24 Meridianis circulis altitudinum et verticalium, quos Almucantarath et Azimuth vocant, seu Aequatori parallelis circulis ingeniosè et solerter instructa, atque rotarum perplexitate, ita concinnata, ut diurna progressione, seu circumvolutione quotidie unum Meridiani primarii gradum, in quo et omnia festa mobilia, signorumque Zodiaci progressus, seu Calendarium totius anni tempore indicatur; Solis item ac Lunae progressus artificiosissimè exhibet, adeo ut ambo circulari motu sine impedimento, quotidiana circumvolutione non solum 24 Meridianos perlustrent, verùm etiam cursum suum annuum per Zonam Zodiaci, alter verò 29 dierum spatium ad genuinum Lunae coelestis Sphaerae prototypon mechanica industria, mota et redeant et abscedant.
Astrolabia, seu planisphaeria ex aurichalco plura, quinque tamen prae caeteris nobiliora omnibus suis partibus ad diversas altitudines poli aptata, stellarum fixarum retibus, linea fiduciae, axi atque armillâ suspensoriâ instructissima, quorum maximum, quod et Latinis characteribus, et notis exsculptum est, trium palmorum diametrum adaequat. Duo, quorum unum Arabum notis et antiquitate visendum; alterum iisdem characteribus insignitum, palmo cum dimidio in diametro constat. Caetera minoris sunt circumferentiae. Instrumenta partium, seu circuli proportionales diversi, quorum quilibet diversis partium lineis subdivisus est. Quadrantes duo, unus ex lapide Schisto (Lavagna vocant) in prima minuta accuratissimè diversus, cujus radius est trium palmorum: alter quadrans ligneus ex Cipresso, qui divisione radiosa, secunda minuta distinguit; est hujus radius itidem trium palmorum. Latus alterum geometricis operationibus per sinus, et tangentes in prima scrupula exacta divisione rarum est, ne autem quid vacuum sit, ex una parte horoscopus quadrans universalis, ex altera ad Romani poli altitudinis quadrantem horoscopum gestat. Superest et astrolabium ligneum ad poli Romani altitudinem constructum, et divisum a doctissimo Patre Grimbergero Societatis JESU, non mediocris notae mathematico, quod tamen ob temporis tractum, tineis ferè consumptum est. Analemmata Catholica, seu universalia, Tabula horoscopa lapidea, horoscopia universalia, et particularia, planisphaeria, quae particularibus altitudinibus inserviunt, horoscopia concava, convexa diversarum inclinationum et declinationum radio tum reflexo, tum directo horas universales, concursumque horarum astronomicarum, cum Italicis, Babylonicis, et antiquis indicantia, quae et Ortum insuper, et Occasum per totum orbem currentem horam docent. Supersunt et alia, quae quia partim ad Classem Magneticarum Machinarum, partim ad tractatum de horologiis referuntur, ibi locum congruentius sibi vendicare videntur.
Ultra recensita instrumenta ad geometricas operationes hic est illud rarum, et Authoris inventione dignum Pantometrum, cuius operationes, usum et excellentiam Pater Caspar Scotus typis datum in Compendium redegit. Caeteroqui si alia instrumenta exoptas, hic Quadrata Geometrica, Quadrantes, Echometra, Holometra; Radius astronomicus, Pyxides graduatae cum Dioptris; Rota Catoptrica; Craticula Dureri, aliaque plura instrumenta reperis, quibus distantiae inaccessibiles sub notam mensuram cadunt aliaeque operationes Geometricae perficiuntur, quorum hic penè infinitus delectus. Addere hic liceat Scenographica instrumenta, ut sunt, Parallelogrammum velatum, Craticula demum ipsius Authoris, et inventione illustria et utilitate praxique facillima.

Una sfera armillare assai grande di oricalco, che oltre a dieci circoli principali, è ingegnosamente attrezzata con 24 circoli meridiani di altitudini e verticali, che chiamano Almucantarath e Azimuth, o circoli paralleli all’Equatore, e così armonizzata con la complessità delle rotazioni, che con l’avanzare del giorno, cioè con la rotazione, viene quotidianamente indicato un grado del meridiano principale, e così anche tutte le feste mobili e la progressione delle costellazioni dello Zodiaco, ossia il calendario nel tempo di tutto l’anno; assai ingegnosamente indica pure le progressioni del Sole e della Luna, al punto che entrambi con moto circolare e senza ostacolo nella rotazione quotidiana, non solo compiono i 24 meridiani, ma percorrono anche avanti e indietro la propria orbita annuale attraverso la cintura dello Zodiaco, l’una per lo spazio di 29 giorni; sono mossi da un meccanismo secondo il prototipo autentico della sfera della Luna celeste.
Diversi astrolabi, o planisferi di oricalco, ma cinque più notevoli degli altri, adattati in tutte le loro parti alle diverse altitudini del Polo, ben dotati di reti di stelle fisse, della linea della fiducia, dell’asse e dell’armilla sospensoria; di essi il più grande, che reca iscrizioni latine e caratteri, raggiunge il diametro di tre palmi. Due, di cui uno notevole per iscrizioni arabe e antichità, l’altro dotato dei medesimi caratteri è di un palmo e mezzo di diametro. Gli altri sono di minore circonferenza. Diversi strumenti di parti, o circoli proporzionali, ognuno dei quali è suddiviso da diverse linee. Due quadranti, uno di scisto (lo chiamano lavagna), assai accuratamente diviso in minuti primi, il cui raggio è di tre palmi; il secondo quadrante, di legno di cipresso con una divisione in raggi, distingue i minuti secondi: il suo raggio è anche di tre palmi. L’altro lato, usato per le operazioni geometriche, tramite seni e tangenti con divisione compiuta fino ai minuti primi, e, per non lasciare spazi vuoti, da una parte la meridiana universale, dall’altra l’ora solare secondo il quadrante dell’altezza del polo di Roma. Ci rimane ancora un astrolabio di legno, costruito secondo l’altezza del polo di Roma e diviso da dottissimo Padre Grinberger della Compagnia di Gesù, matematico di non modesta fama; esso però col passar del tempo è stato quasi distrutto dalle tarme. Analemmi cattolici, cioè universali, una tavola oroscopia di pietra, oroscòpi universali e particolari, planisferi, che servono a particolari altezze, oroscòpi concavi, convessi di diverse inclinazioni e declinazioni che con raggio ora riflesso ora diretto indicano le ore universali e il rapporto delle ore astronomiche con quelle d’Italia, di Babilonia e antiche, che informano inoltre sull’ora del levar del Sole e del tramonto in tutto il mondo. Rimangono anche altri strumenti che, siccome si riferiscono in parte alla categoria di quelli magnetici, in parte alla trattazione sugli orologi, sembrano reclamare in quella sede il loro luogo appropriato.
Oltre agli strumenti passati in rassegna per le operazioni geometriche, si trova qui quel pantometro, raro e degno dell’invenzione dell’autore, le cui operazioni, il cui uso e la cui particolare qualità spiegò Padre Caspar Scotus in un compendio dato alle stampe. D’altra parte, se vuoi altri strumenti, eccoti quadrati geometrici, quadranti, ecometri, olometri, il raggio astronomico, le pissidi graduate con diottri, e poi la ruota catoptrica, la griglia di Durer[1], e molti altri strumenti, grazie ai quali distanze inaccessibili cadono sotto una misurazioni nota e si compiono altre operazioni geometriche la cui scelta è quasi infinita. Mi sia consentito aggiungere a questo punto gli attrezzi scenografici, come il parallelogrammo velato e infine la graticola dello stesso Autore, notevoli per l’intuizione e assai facili ad usarsi.