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Due statuette del Bernino, una d.e[1] quali era rotta in sei pezzi
Alcune macchine idrauliche tutte arruginite e in parte rotte.
Due cassettine per l'arte combinatoria d.a[2] musica
Quattro guglie in legno espressive di quelle di Roma
e poche medaglie antiche. Il Peso del Talento antico sospeso da una vita perpetua
Questo e quanto si raccolse e può dirsi cadavero rimasto
della Galleria tanto lodata e ammirata, la di cui conversazione
fu promessa con atto pubblico, come vi è notato di sopra
Datosi questo principio si giudicò dal <abbr>P.</abbr> Bonanni essere conveniente
proseguire l'impresa, e constituire un'opera degna di questa
Università, nella quale concorressero la Natura e l'Arte in dare
saggi di se stesse, affine che ogni uno se ne approfittasse.
Formata questa idea fu approvata dal P. Generale Tirso
Gonzalez, dal P. Provinciale Imperiale, e da molti altri più
conspicui soggetti, i quali più volte fecero l'accesso, lodando il buon
principio dato a tal opera. E risaputasi questa risoluzione fra
molti letterati M.or[3] Ciampini Promotore delle scienze fisiche e mate
matiche con la sua celebre accademia disse al P. Bonagni. Adesso
li Padri Giesuiti mostrano haver giudizio; e se io campo (essendo
allora infermo) vedranno che farò per cooperare a tale risoluzione.
ma perche dopo pochi giorni mori nulla poté effettuare. Non mancò
però la generosità del P. Alemanni Rettore il quale con alcuni diede aiuto
in modo che si cominciò a chiudere con muro, finestre e soffitto
parte della loggia sopradetta contigua, ove in due o tre armarii si
ripose quel poco, che il P. Bonanni haveva cominciato à
questo fine, sperando che con il benefizio del tempo la continua
applicazione havrebbe potuto porre [4]ineffetto, e perfezionare l'idea
concepita.
Non restò delusa la sua speranza, massime quando succeduto
al Governo del Collegio il P. Gio. Batta Tolomei, ora dignissimo Cardi
nale di S. Chiesa amante delle scienze cooperò molto alla impresa;
onde per le di lui industrie restò chiusa con muri, e quindici
finestre di vetro tutta la corsia della Loggia, che si stende a palmi
372 nella quale a poco a poco fu fabricato e dipinto il soffitto a
volta sessanta Armarij oltre quindici cassoni, e preparate due
camere, che nello spazio poi di dieci anni sono state ripiene
di quanto ora vi si vede collocato.
Risaputosi il buon principio dato alla idea di tale Galleria
da N.S. Papa Clemente XI[5]. essendo ai suoi piedi il P. Bonanni, si
compiacque lodare molto l'opera intrapresa, e inculcò che vi pro
vedesse alla conservazione, che sapeva essersi trascurata per l'
addietro; che perciò volle sua S.ta porla sotto una validissima
chiave di scomunica; onde subito chiamato M.e[6] Orighi ora Cardinale
fece da questo imporre a M.e[7] Olivieri, parimenti ora Cardinale
la spedizione Breve, e volle che si concedesse senza alcuna
spesa, ed è del seguente tenore.


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  1. APUG 895, c. 90r, line 28: delle
  2. APUG 895, c. 90v, line 3: della
  3. APUG 895, c. 90v, line 20: Monsig.
  4. APUG 895, c. 91r, line 3: in effetto
  5. Vedi facoltà concessa da Pio IX di alienare gli oggetti del Museo.
  6. APUG 895, c. 91r, line 21: Mons.
  7. APUG 895, c. 91r, line 22: Mons.