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La Compagnia era un’accademia di Dotti.

Dotati i Gesuiti di un discernimento squisito per giudicare gli uomini e apprezzare il genio, faceano una scelta eccellente fra i giovani solleciti di abbracciare il loro Istituto. Dessi dippiù prevedevano, in sommo grado, l’arte di dare al talento nascente tutto lo sviluppo che era suscettibile, applicando a quello quel genere di travaglio per cui la natura lo avea formato. Se un giovane gesuita lasciava scoppiare qualche scintilla di quel fuoco oratorio, che brilla in un Bourdalone, in Rue, Segand, Newille, era prodotto nelle Cattedre [*], e destinato alla bella opera delle missioni nazionali: se mostrava inclinazione decisa agli studj serj, alle dotte ricerche, applicavasi alla filosofia, alle matematiche, alla Teologia e ai travagli dell’erudizione; così si formarono alla scienza i Petavii, i Sirmondì, i Parennin, i Charlevoix, i Bollandisti: una più soave inclinazione il traeva alla lettura de’ capi d’opera della nostra letteratura francese, alla meditazione de’ bei modelli della Grecia e di Roma, i campi fioriti dell’eloquenza e della poesia divenivano l’obbietto del loro studio e il teatro del loro talento; così si formarono i Brumox, i du Cerceau, i Bouheurs, i Rapiri, i I’owvency, i Berlhier &. Finalmente se una rara pietà, e un [*] solo accendevan loro di petto le fiamme di quell’ambizione magnanima, che ha per obbietto di felicitare gli uomini colla luce del Vangelo, togliendoli alla tirannia de’ pregiudizj e della passione, l’impero della Cina, l’impero ottomano, i diserti dell’Africa, le isole e le foreste dell’America eran loro accordate come una vasta eredità, che doveano deficher col sudore della fronte, come un incolto e selvaggio terreno, che doveano fecondare innaffiandolo, non già di un sangue straniero, […], ma di un sangue delle proprie vene scorrente, qual si conviene a’ discepoli di un Dio Crocefisso. M. de Chatembriand dice: la dotta Europa ha fatto una perdita irreparabile ne’ Gesuiti…. Naturalisti, chimici, botanici, matematici, meccanici, astronomi, poeti, istorici, traduttori, antiquarj, giornalisti & Oltre i citati di sopra. Le Compte, Sanadori, Duhalde, Nohel, Maimbourg, Rapiri, Vanière, Commire & _______________________

Abilità de’ Gesuiti nell’educazione. Formare allo studio delle scienze lo spirito della gioventù, animare nel suo cuore l’amore della virtù, ecco la doppia missione & I Gesuiti vi riuscivano con mirabil successo. A riuscire nell’insegnamento tre cose son necessarie I.Scienza 2. Fedeltà in seguire metodi buoni, 3.talento di eccitare l’emulazione.

I.Prima d’insegnare due anni di Noviziato. Il novizio in questa profonda solitudine medita le verità eterne. Doma il suo carattere, s’esercita nelle virtù del cristianesimo, contrae quell’abitudine di costumi gravi ed austeri, prende gusto agli studj serj […]. Dopo aver gitatto tal primo fondamento per cinque anni si fortifica con assiduo travaglio nella cognizione della bella latinità, della poesia, dell’eloquenza, della filosofia, della fisica, dell’istoria naturale, delle matematiche. Allora soltanto l’Istituto gli permette non già di montare sulle cattedre più onorate, ma d’insegnare le classi inferiori &.

2.Metodi eccellenti, osservazioni esatte fondate su lunga esperienza, regole piene di Sapienza, tracciate da’ letterati famosi & Ratio studiorum, codice elementare d’istruzione. Quel che riguarda la disciplina interna delle scuole, i mezzi di emulazione, la condotta de’ professori verso gli allievi vi è fedelmente esposta con tutti i necessarj dettagli. Il Padre della Filosofia moderna, il gran Concettatore, Bacone dice: “Ad pedagogicam quod attinet, brevissimum foret dictu: Corsule scholas Desuitarum: nil enim quod in unum venit […] lib. VII. P. 183

3.Emulazione. Distribuire con inflessibile imparzialità i gastighi, e le ricompense, e vale a dire mettere in moto, con sapienza i due grandi mobili del cuore umano, e in ispecie di quello de’ fanciulli; studiare con indefessa applicazione il carattere degli allievi, per eccitarli al dovere con motivi analoghi alle loro inclinazioni; nulla accordare alla nascita, ma tutto al merito; seguire costantemente i lumi della ragione, e giammai l’impeto della passione; dividere la scuola in due armate nimiche, schierate sotto gli stendardi di Roma, e di Cartagine che si provocano di continuo a letterarie pugne e rapiscono successivamente con sempre vincenti sforzi gli allori del trionfo; decretare ai vincitori i titoli d’imperatore o di Cons. titoli puerili in se stessi, se vuolsi dice il protestante Dallas ma così importanti pe’ fanciulli come i titoli di nobiltà per gli uomini; aggiungere ai motivi