eseguita coll'usata pompa da S. Em. il Card. Moreno Arcivescovo di Valladolid.
[1]Mentre in questa maniera si dava compimento al corso scolastico, cominciava e cresceva di giorno in giorno negli animi di tutti l'aspettazione degli avvenimenti politici. Col cominciamento della guerra i Francesi si erano ritirati da Roma ed avevano abbandonato l'ultimo avanzo dello Stato Pontificio alle voglie del Governo di Firenze: e fu notato che la prima sconfitta de' Francesi cadde nel giorno appunto, in cui la bandiera di Francia fu tolta dalla fortezza di Civitavecchia. Ognuno ve deva che questo abbandono di Roma in tali circostanze era un tradi mento in favore della rivoluzione italiana: e di qui nacque tanto sdegno che le notizie delle vittorie prussiane erano accolte e gustate con una specie di entusiasmo; e la cosa durò in questo modo fino alla battaglia di Sedan e alla prigionia dell'Imperatore Napoleone, dopo la quale gli animi, appagati da quel gran colpo della vendetta, cominciarono a di stinguere con maggior calma la causa della povera Francia da quella del suo imperatore . Partiti da Roma i Francesi, cominciarono gl'Italiani ad avvicinare le loro truppe ai confini dello Stato Pontificio, spargendo voce, che ciò facevasi per tutelarlo da qualsiasi invasione garibaldina, secondo le promesse fatte dall'Italia alla Francia,
- ↑ Inizia da qui la trascrizione di P. Giacomo Martina