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M.to Ill.re et E.mo Padre Sig.re mio oss.mo
La devotione che hanno portato li miei antecessori alla sacra religione della Comp.a di Giesu, et che io porto con molta affett.e part.e alla persona di V.S. M.to Ill.re et R.da, mi da ardire di ricorrere con molta confidenza alla benignità sua in questo mio grandissimo travaglio che sento per le disgratie occorse à Marcello mio figliolo, delle quali perche so che ella ne è informata, non tratto, ma la prego con quel affetto maggiore che so et posso, a volersi de degnare di pigliare la nostra protettione in questa occasione nella quale si tratta della buona fama di questo mio figliolo et del honore di casa mia, perche si può dubbitare che per il modo che è seguito di esser male interpretato, et per vedersi Marcello assente et fuor di quella buona gratia in che era già favorito dall'Ill.mo Sig.or Card.le padrone, possono molti argumentare che egli habbia commesso qualche grave eccesso. Questo accidente è molto contrario alla speranza che havevo che S.S. Ill. per mera bontà et amorevolezza sua si degnasse di tirare inanzi questo mio figliolo, con servirsi di lui et in questo modo farlo conoscere da prelati della corte accio si potesse far strada per potere servire la chiesa, et aiutare la poverta del fratello che di età di 28 anni è già carico di figlioli che pure sono pronipoti di S.S. Ill.ma.
Raccomando di nuovo la fama di questo mio figliolo et l'honore di casa mia à V.P. R.ma et la prego a favorirmi di opere et di consiglio, et resto in tanto desideroso insieme con detti miei figlioli di sempre servirla, come ci offeriamo baciandoli la mano con pregarli ogni maggiore prosperità e lunga vita.
In Montepulciano a di 2 di Marzo 1620.
Di V.S. m.to Ill.re et R.da servitore devotissimo et obbligatiss.o
Ant.o Cervini.
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Al M.to Ill.re et E.mo Padre Sig.re et Prone mio oss.mo il Pre Mutio Vitelleschi Gen.le della Comp.a di Giesù.
Roma