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che se ci aggiunga de più alcun altro dì della settimana, non potendosi bavere per ogni giorno, accio tanto maggiormente possano concorrere carità. Anzi si spera far'un'conservatorio per le povere figliole disperse di questa città, che come sono uscite dall'Annunciata et entrano nel settimo anno, perdono il lor'honore; et permetterà Nostro Signore che li morti diano da magnare alli vivi. Io me son mosso a supplicare V.S. Ill.ma di questo segnalato favore, per haver visto un trattato di V.S. Ill.ma, fatto delli gemiti della palomba dove have essagerato tanto che si faccia bene a morti, assicurando V.S. Ill.ma che in tutte le messe et orationi che si faranno in detta chiesa ci tonerà continuamente la sua parte et a V.S. Ill.ma fo mille reverenze, et per questa espeditione venera a sollicitarla il presente S.r Giov.Francesco Papelli mio parente.
Di Salermo li 17 d'agosto 1618.
Di V.S. Ill.ma et R.ma
oblig.mo Servitore
Horatio Longobardi
All'Ill.mo et Rev.mo S.r mio padron colend.mo il S.r Cardenal Buon Arminio
Roma.
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Si risponda che ho considerato quanto V.S. mi propone, et sa pendo che N.S. non vorria slargare più la mano in materia d'in dulgenze per li morti, non ho hauto ardire di parlargli, ne io ne vorrei con le mie preghiere essere autore che si facesse centra il concilio di Trento che dice nel decreto De Indulgentiis: Cupit Sancta Synodus moderationem adhiberi in indulgentiis iuxta veterem et probatam in Ecclesia consuetudinem, et mette alla margine i luoghi de'canoni degni da esser letti.