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Onde, quando io mi partivo, non havendo più di 25 anni, mi disse ch'esso mi voleva mandar vescovo, ma, non lo portando l'età, mi mandava vicario apostolico di quel vescovado; e cosi fù per quattro anni e mezzo nella Canea essercitando quel caricò; e mi soggiunse che, se volessi, pigliassi il sacerdotio in Candia alla latina. Questi favori con molti altri mi mostrò la buona memoria del cardinale Santa Severina, per rispetto di mio padre, il quale per spatio di trenta anni ò più zelantissimamente manteneva la fede catholica in Candia, malissimo voluto et perseguitato da quelli Greci, come è noto a tutto il Levante.
Mi richiamò poi in Roma, con dire che voleva mettere in essecutione il suo pensiero; ma, perchè gli fu detto che io ero necessario per leger la lingua greca in collegio, come havevo fatto prima per quattro anni, bisognò che mi fermassi di nuovo; et intento il buon vecchio se ne morì.
Doppo questo, passati 3 anni, cercai di tornare in Candia massime per la grande vecchiezzza di mio padre e perché, doppo essere stato là vicario et havere fatto qualche frutto, s'io ritorno huomo privato, non solo sono inutile ma diventarei la favola delli schismatici; per tutte le raggioni del mondo fui sforzato di cercare à tornar tale che potessi operare molte buone facende; et havendo mosso questa prattica, Dio mi è testimonio, non per tener ch'io sia degno e sufficiente, ma per esseguire tanti buoni pensieri e la bolla stessa della erettione di papa Gregorio XIII, incorsi in tanta indignatione del protettore, per haver anco fatto ricorso al Cardinal Baronie prima che à lui; e tanto fui perseguitato che fu necessario ch'io cercassi buona licenza di partirme: quando inaspettatamente la santa memoria di papa Clemente mi chiamò al servitio del povero S.Cesario. Questo che scrivo à V. S. Ill.ma è verità e non mento in cosa veruna. E non concludo ch'io sia atto per la dignità, ma che l'informatione data al Papa ch'io sia stato ordinato à rito greco non ha sussistenza alcuna di verità.
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