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Ill.mo et R.mo Signore padrone col.mo.
Ho saputo dal Sig.r Pietro Arcudi li straordinarii favori di V.S. Ill.ma tante e tante volte impiegati per me, ch'io resto confusodell'heroica bontà di V.S. Ill.ma. So che massime in simil cose ogni cosa si deve riferire alla divina previdenza, ma, siccome resto à V.S. Ill.ma con mille catene d'oblighi strettissimamente legato, così non mi posso à bastanza maravigliare dei modi che in ogni occasione si presentano per sfugire. Questo ultimo ch'io sia stato ordinato à rito greco è tanto falso e vano che mi pare similissimo alle antiche nostre favole greche. Perche, oltra quella general ragione, che li orientali, ordinati à Roma secondo la forma della chiesa romana, per celebrare poi alla greca fra greci, fu una chimera et impossibile à dedursi in pratica; e per questo la santa memoria di papa Clemente ordinò ad instanza del Sig.r cardinale Santa severina, zelantissimo et intendentissimo et auttore di tutti questi negocii, che in Roma sia mantenuto un vescovo di rito greco per ordinare quelli che vorranno alla greca; oltra, dico, questa ragione, per me in particolare dico à V. S. Ill.ma che la buona memoria del cardinale Santa Severina per speciale volontà me violentò, per così dire, à ricevere li ordini sacri del suddiaconato e diaconato per servitio della cappella del Papa in San Giovanni Laterano; e perche io non mi mostrai renitente, il buon Cardinale mi fece intendere per il p.e Ascanio Formosa suo servitore all'hora rettore del collegio greco (credo fin'hora sia vivo) ch'io mi lasciassi guidare, perchè il Cardinale pensava di me cose assai maggiori. E quando poi io volsi tornare in Candia per visitare i miei, trattò con la santa memoria di papa Clemente di farme Vescovo di Chissamo vicino alla patria mia; et lo disse à me stesso et à tutti di casa sua publicamente, come ne possono far fede quelli che lo servivano, et ne sono in Roma mongignor Santorio suo nipote, il Sig.r Antonio Ridolfi suo mastro di camera, et in casa di V. S. Ill.ma il Sig.r Valerio et altri
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