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Ill.mo et R.mo Signore et padrone nostro col.mo
La speranza che ha questa città nella protettione di V.S.Ill.ma è causa che siamo necessitati infastidirla con darle conto de gl' accidenti che ci nascano, che possono essere di molto pregiuditio alla medesima, se co l'aiuto suo non si levano via. Di già havera inteso gl'ordini che dal Sig.r Ugo Ubaldini ha procurati questo Sig.r nostro vicario circa l'augumento di doti da darsi alle fanciulle che si monacheranno in Santo Girolamo et retta per quelle vi si metteranno in serbo. Sopra di che per informatione ricordiamo a V.S. Ill.ma solamente l'instrumento e decreto fatto l'anno 1611 d'aprile da monsignor Matthei vescovo di Biteto allora nostro vicario d'ordine della Sacra Congregatione con facultà data a V.S. Ill.ma e da lei delegata al medesimo Sig.r vicario sotto una supplica di quelle monache; nel qual decreto s'ordinò et dichiarò, fatte le debite diligenze, il detto monasterio esser capace, et per l'entrate et per il sito, di monache cinquanta, essendo prima solamente trenta; chè di questo medesimo numero fu giudicato capace da monsignor di Sarsina visitatore apostolico l'anno 1583 et da monsignor Ugo Ubaldini l'anno 1610. Onde che da diciotto mesi in qua il detto monasterio sia venuto in tanto bisogno, come dice questo vicario ingannato da sinistra informatione, se però per qualche altro pensiero non inganna se medesimo, che sia necessario accrescere le doti a tanta somma con si notabil danno delli cittadini, non si crede nè e verisimile; il che chiaramente lo dimostrano le molte terre che possiede, li denari che da a censo, et le buone ricolte che in particolare ha fatto questo presente anno. Che se il Sig.r vicario, avanti che desse si sinistra informatione, havessi conferito (come almeno per creanza doveva fare) con li Signori Operai di detto monastero et con persone pratiche et informate, non haverebbe dato questo travaglio alla città, ne a noi occasione di ricorrere
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