Page:EBC 1608 12 06 0814.pdf/2

From GATE
This page has been proofread

gridano; ma io non credo che possano legare le mani al Papa, che non possa mutare un'obbligo da una persona ad un'altra, senza danno di nessuno. Pero si veda de iure, e chi ha il torto l'abbia.
Il Padre Generale è risoluto che la casa dei Salimbeni si dia, per il monastero di S.ta Chiara, e ha facoltà di alienare, senza ricorrere per breve alla Sedia Apostolica. Il modo l'ha rimesso a me; però bisogna che m'informi da periti come si possa fare canonicamente. Quel modo ohe proponeva il Sig.r Giovanni Andrea Ricci di dare la casa ad infit. con ricevere una ricognizione di un percento, il p. Generale dice che è proibito alla Compagnia, perchè questo è troppo enorme alienazione. Ma quando volesse il monastero comprare la casa per giusto prezzo, se non avesse denari pronti, potrebbe fondarsi un censo sopra la stessa casa, e ci contenteremo di sei per cento; e questo sia detto per modo di discorso, perche, avvisando loro il modo che gli pare a proposito, io lo consulterò con i periti, e ci accorderemo. Ma ci vorrà del buono ad accordar le monache, le quali mi scrivono risolutamente di non voler venir dentro, allegando che non hanno il modo di fabbricare nuovo monastero, e che l'aria di dentro è sottilissima e non ci è acqua e altre simili cose. Io gli risponderò che se non si risolveranno di venir dentro, gli proibirò il vestire, e così il monastero finirà in loro, oltre che potrebbero essere in pericolo che gli caschi adesso la casa.
Le cose che manda la Sig.ra Francesca non le ho ancora viste; credo saranno buone e la ringrazio e saluto con tutti gli altri di casa. Di Roma li 6 di dicembre 1608.
fratello aff.mo di V.S.
Il Card. Bellarmino.