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Molto ill.re sig.r fratello. Ho risposta del Gran Duca alla lettera scritta in raccomandazione della vedova e pupilli della buona memoria del cav. Burratti, nella quale dice aver ordinato gravemente che si spedisca presto e con il debito riguardo alla vedova e pupilli. Ho lettera di mr. Pietro dell'8 di novembre, nella quale deplora la lunghezza della spedizione in quella corte e che, se non potrà ottener qualche grazia, per il placet ci vanno 40 scudi d'oro, per la croce duecento scudi d'oro, per la commenda non sa quanto; e così fra questo e fra le spese che fa esso, quest'anno poco ci renderà il priorato. Ho visto la minuta che V.S. ha mandata e la terrò segreta. Mi pare assai ragionevole, e credo che Angelo la sottoscriverà, se gli si mandi. Il dubbio che ha V.S. è di momento, e se io credessi che lui dovesse venire a Montepulciano per starvi lungo tempo, sono del suo parere, ciò è di non fare questo contratto. Ma credo che non ci verrà, perchè l'abbadia è di residenza, e io non permetterò che stia assente, per quanto potrò. E quando anche ci venisse, si potrebbe con buona fronte assegnarli un appartamento separato, e che vivesse da se, con dirgli la ragione del pericolo per conto dei suoi servitori; e quando si venisse alla peggio, si potrebbe restituirgli il suo, piuttosto che mettere la casa in pericolo di disonore. Ma in questo mezzo io sono di parere che V.S. accetti il partito, perchè l'utile è presente e il pericolo è futuro, e forse non sarà mai. Mi meraviglio che Andrea non sia tornato in tanto tempo, perchè partì di qua il 21 del presente e oggi siamo al 30. Altro non mi occorre. Saluto tutti. Di Roma li 30 di novembre 1606.
fratello di V.S. aff.mo
Il Card. Bellarmino.
Al Molto ill.re sig.r fratello, il sig.r Thommasso Bellarmini.
Montepulciano.