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non aver ella bisogno di me, come ho io di lei; ma pure in cotal pensiero mi sovvenne le persone eminenti, come sono gli Ill.mi cardinali, di niente altro aver maggiore bisogno, che di gentiluomini industriosi, per onore della S.Sede Apostolica divenuti bisognosi, a quali possano con gran merito e gloria sparger i raggi di suoi favori. Sarammi singolar favor, l'esser a guisa d'istrumento adoperato da quello nobilissimo architetto, che ha rettificato si artificiosa e mirabilmente la dottrina della fede cattolica, dai moderni eretici conquassata. E nel servire a V.S. Ill.ma e Rev.ma spero che mi servirà la sanità del corpo, ventidue anni in me perseverata; quantunque nei tempi più a dietro, per difetto di quella, con buona licenza mi separai dalla Compagnia di Gesù, nella quale da molti accogliendo esempi di santa vita, ebbi grazia del cielo di godere segnalamente i soavissimi costumi di V.S. et di scrivere tutti i sermoni che ella fece sopra il salmo Qui habitat, nella chiesa di S.Maria Maddalena, in Padova. Se io non son indegno di risposta, quella si potrà indirizzare al collegio dei Gesuiti in Mantova, in quali come che io potessi, insieme con alcuni vescovi, avere pronti intercessori appresso lei, nulladimeno non ho voluto valermene, svisandomi l'aspettata grazia dover essere (per così dire) a me più graziosa, e a lei di maggior contento, venendomi fatta per sua diritta inclinazione verso la mia persona, che per esser impiegata alla richiesta di questi personaggi, lui facendo fine di scrivere, riverentemente le bacio le sacrate mani, senza fine onorandola di lei memoria gratissima. Da Mantova li 2 di Novembre 1606.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma
umiliss.mo servidor
Giovanni Battista Terzo.
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