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parte delle mie entrate. Era bene che avesse saputo quanto è il fitto della casa che volete che io paghi per madonna Camilla.
Gasparre è venuto qua e, sebbene io ho fatto caldo officio con il suo zio m Claudio, non si è voluto piegare, ne lo vuole vedere ne aiutare in cosa nessuna. Ora sta in una camera locanda, cercando qualche partito. Volevo che tornasse a Montepulciano, ma i suoi fratelli gli scrivano che non torni e che gli daranno in Roma cinque scudi il mese. Io gli ho mostro come in casa mia non ci è luogo, ma, per non parere di abbandonarlo di fatto, gli ho offerto tre scudi il mese, se troverà da accomodarsi con qualche signore.
Il Sig.r Giovanni Andrea e m Claudio mi hanno fatto grandissima istanza che lo pigliassi in casa per gentiluomo, come stanno gli altri, essendo che mi è pochissimo parente, affermando che è quietissimo e di natura placida, ben costumato, eccetera. Io non so se questo sia vero, e però mi par meglio aiutarlo fuori che dentro.
Il cavalier Tarugi ha risposto alla prima lettera del cardinale, e dice che è contentissimo del contratto matrimoniale propostogli e che subito invierà la moglie a Montepulciano, a ciò apparecchi la biancheria e altre cose necessarie. Solo desiderava che si tenesse il trattato segreto per conto della gabella e che desiderava venire lui per questa causa. Ma il cardinale, che non vorrebbe tanta dilazione, gli scrive oggi che dia conto di questo a V.S. e che si rimetta a lei, che saprà trattare questo negozio della gabella quanto se lui stesso fosse presente, massime con aiuto anche del cavaliere Vignanese. Io scrivo oggi al Sig.r Giuseppe che ringrazi il Sig.r Cardinale di Siena con lettere, e il medesimo doverla fare il Sig.r cavaliere Arcangelo; che veramente il Sig.r Cardinale merita esser ringraziato per la buona opinione che ha di loro e per l'affetto che gli porta. La dote di tremila scudi sta nei monti e s avrà contanti, e di più il cardinale, quando