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Sorelle in Cristo dilettissime.
La santa religione non vive, ne si governa con lo spirito del mondo, ma con lo spirito di Dio. Lo spirito del mondo fa conto della nobiltà, e delle ricchezze, ma quello di Dio stima più la virtù, e la santità della vita, che ogn'altra cosa. E così vediamo, che Cristo Nostro Signore non escluse dal suo consorzio nè pescatori, nè artigiani; anzi dice S. Paolo, che non elesse molto nobili, nè molto potenti; e S. Giacomo aggiunge, che elesse uomini poveri di roba, ma ricchi di fede, e di virtù. E la santa chiesa guidata dallo Spirito Santo non ha mai escluso da gli ordini sacri, nè da canonicati, nè da vescovadi, nè dal cardinalato, nè dal sommo pontificato le persone più vili per bassezza di sangue, ma si bene le persone infami per vizi, e gli ignoranti; anzi S.Agostino in una sua epistola dice, che saria intollerabile nella chiesa di Dio, che si anteponesse un uomo nobile ad un vile, quando quel vile fosse più buono, e più dotto del nobile. Ne alcuno santo istitutore di religione ha mai escluso dalla sua religione le persone ignobili, purchè fossero per altro atte al servizio di Dio, eccetto solo le religioni dei Cavalieri. E sant'Agostino nella regola, che scrive alle sue monache, comanda espressamente, che quelle che erano al secolo più potenti, non abbiano ardire di dispregiare quelle, che erano più vili, essendo tutte spose del medesimo Signore.
Ora io, supposto questo, pensavo che le monache di S. Giovanni, che già hanno vissuto in comune, e con riforma circa due anni, avessero deposto di fatto lo spirito del mondo, e che fossero uscite dal mondo non meno con il cuore, che con il corpo, e per tali l'ho predicate scrivendo più volte alla Sacra Congregazione di Roma; e per questo mi sono confidato di lasciarli l'autorità di accettare o non accettare le giovani secolari al monastero, e l'ho prima svisate, che in questo negozio avessero l'occhio al
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