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f. 126v


conservate, che mi fanno ricordare quanto sono obligato a Dio et alla Santissima Vergine.
Nella vigilia poi di natale dell'anno seguente del 1662 richiesi di nuovo la licenza per star vigilante a far le cose sopra dette, credevo di passar questa notte con più devotione, oratione et unione con Dio, mà perche questo è dono di Dio, che non cerca dall'huomo altro se non l'humiltà, e la Santa simplicità non mi riuscita secondo le miei disegni. Noto qui per la confermatio di questo, la cosa succeduta a me: et è dopo di haver fatto la solita essame la sera dicendo anche le lattanie de'Santi chiedendo da loro aiuto, poi cominciavo leggere un trattato della natività di Christo molto affetuosa scritta da fra Tomaso di Giesù nel libro dei travagli di Giesù[1] sino à quattro hore di notte, pareva a me all'hora, che già mi sono sommerso nelli movementi di tenerezza e sentementi molto alti. Cominciai à far l'oratione, ecco la mia miseria che sono stato avanti Dio come un sasso, che non hà nè senso nè sentemento alcuno, vedendo che passata mezz'hora di tal maniera ritornai a leggere nelle meditationi del Padre Bruno, il mistiero della natività (per haver al meno qualche sentemento spirituale) sino a cinque hore cominciai di nuovo l'oratione similmente stavo come prima così duro Benedicendo Dio e sono ritornato à leggere le meditationi del Padre Spinola e l'evangelio delle messe del Santo Natale con le epistole fin che credevo che cia era il mio cuore infiammato, ritornai a sei hore à far l'oratione buttandomi per terra avanti la maestà di Dio mettevo la mia faccia in terra dimandando aiuto di Dio, tutta via come prima alli sette hore mi sono levato via, ritornai à leggere le gratie

che

  1. L'opera di cui si parla è Travagli di Giesù di Fr. Tomaso di Giesù (Thomé de Paiva de Andrade). L'autore, nato a Lisbona nel 1529, fù un missionario agostiniano catturato e venduto come schiavo in Marocco, luogo dove morì nel 1582. Il libro Trabalhos de Jesús, scritto originalmente in portoghese, apparve nel 1603 e, possibilmente, la sua prima traduzione all'italiano sia stata pubblicata a Roma nel 1644.