In esecutione della lettera di V. R. di 14 di Maggio hò asistito quanto ha potuto avvisare le mi forze sino all'ultimo al Venerabile P. Baltasar di Loiola che arrivò a questa Corte, con il P. Santucci a 23 di Agosto, è morì à 15 del presente di febbre maligna che li durò dicianove giorni cagionato dalla gran fatigha del suo viaggio, nel quale all'essere longho si aggionse il tempo di Canicola, il correre la posta alcuni giorni con due Cadute, e il non schivare le hore più rigorose del mezzogiorno, e della sera; ci ha dato gran dolore la sua Morte, che si procurò aviare con tutti i mezzi possibili con l'assitenza continua de i tré migliori Medici di questa Corte che sonno Ciaverri[1], Alva[2] e Valle che ogni giorno lo visitavano quattro o cinque volte oltre l'assitenza domestica con grande cordialità e Carità Religiosa alla quale suseguì il funerale corrispondente alla suma fattas di sua Persona, venendovi non solo tutte le Religioni che lo levarono sopra le propie spalee, mà ancora un popolo innumerabile che non capiva nella grandezza della nostra Chiesa è per sodisfare al desiderio di conoscerlo di hssa la Cortes si adoperò le altimo mezzo di farlo ritrovare morto e vivo clebrossi con la musica della Cappella Reale delle Scharlze, e con molta maggior quantità di cera che l'ordinario e con sepolturas sopra la terra, murato in un arco nella sepoltura io senza meritarlo hebbi la fortuna che sino dal Principio mi chiamase à me di tal sorte che pose nelle mie mani per confessarsi prima di morire e tutte le sue cose facendo trà noi soli per scritura, che conservo firmata di sua mano le dichiarationi che vi caso tale parvero necessarie della quale in altra occasione manderò copia con le mie e si riducano à che havea
