Page:BLMC 1667 11 09 1060 01-034bis.pdf/3

From GATE
This page has not been proofread


la venisse ad havere tale quale l'hà havuta. Iddio voleva da lui questa breve vita coronata da tal morte. Prese per mezzo quella rivelatione con la quele senza avvadessero il P. Baldassare si è verificato quanto il Signore pretendeva a fato e intendeva dire. Perche poi l'habbia voluto presso à se è chiaro, placita enim erat Deo anima illius, come l'hà dimostrato in tante gratie fattegli, ne malatia (autre ficho) di che ben chiari si vedono i pericoli.
Che poi non sia vero quella solutione da me prima approvata, che non siasi avverata la promessa per difetto di qualche conditione tacita, mi accorsi pur'allora nell'oratione avver manifesto, sommerandomi l'apparittione fattagli dalla Beatissima Vergine adesso nel passar per la Santa Casa, mentre orava al Santo camino e finita l'oratione ne cercai la vostra, e che mi lasciò il Padre di suo pugno, ove pone che la Santissima Vergine con gran Maestà e asseveranza gli disse: è vero quello che vi hò detto? Sarà compito tutto quello che vi hò promesso[1].
La revelatione havuta in Messina dieci anni sono il P. Baldassare la conferì con una monaca stimata di gran spirito, la quale notò l'anno e 'l giorno e da che la notò in arabico frà gli altri suoi scritti, i quali tutti volte ritenere il Padre suo confessore quando egli venne à Roma. Doppo qualche tempo si era come scordato di tal revelatione e n'applicò il pensiero quando venne un giorno al Novitiato il P. Marini procedente dell'Indie, che disse esserci al Mogòr un Collegio de'nostri. Allora scrisse alla monaca, et hebbe in risposta, che tengo appresso di me, la notta che desiderava[2]. Poi tanto fece che quel Padre gli mandò anco i suoi scritti, i quali hà tenuti appresso di se, e temo che siano perduti ma da quelli cavò varie cose circa le gratie ricevute volta da lui in italiano e le lasciò à me, trà le quali sono l'revelationi circa il Mogór. Non sarebbe gran cosa che nel porre in arabico e nel voltare in italiano la predittione della morte come martire habbia qualche poco variato il termine secondo la sua intelligenza e discorso. Se Dio gli mostrava che havesse da fare una morte per lui penosa e gloriosa egli l'haverà esplicata facilmente per martirio. Ma sasi pure stato il vocabolo preciso, l'intelligenza in senso lato fù proportionatissima al fine, che Dio voleva. La riverisco umilmente e la prego che mi racomandi nel SS. Sacrifficii

Firenze li 9 Novembre 1667.

  1. APUG 1060-I, f. 355r.
  2. La lettera di suor Francesca Maria Rossi in APUG 1060-I, f. 356r.