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Mio Signore e Principe Oss.mo


Già comincio à dargli nuove cattive. Il P. Baldassare è morto à 15 di settembre qui in Madrid di febre malognissima in spatio di giorni diciotto. Arrivò à 24 di Agosto, dopo haver fatto un lungo guro per la Francia, dal Mediterraneo sino all'Oceano, et haver corso la posta per molti giorni, per passare presto i Confini de due corone. Già si sentiva un poco stanco, et io lo vedevo molto mutato dal suo ordinario quando à 26 fu assalito da un gran febrone che l'atterrò di forte. Fu subito dichiarato per impedito, e si communicò per viatico. Rimasse al quando il male; ma all'improviso l'assalì un'accidente mortale, che il tenne fuori di se 12 e più hore, senza parlare, con voltari segni tutti di morte. Gli fù datto l'atentione quele ritenuto in corpo due dì, alla fine rinovò l'altro accidente peggiore, e più lungo, dopo il queste sopravennegli uno spaventoso tremore di tutte le membra, tale che inrridisco à vidirlo, e travagliatelo per 23 hore, con haver perso tutti i sentimenti per ultimo raccomandandogli io stesso la 3a volta l'anima compostosi in un decente sito, placidamente spirò; e come perso volò subito al Cielo. Gli sò dire che in tutto quel tempo, assitendogli io di notte al lato, essercitò atti di virtù più che heroica. Altro non faceva che benedire Iddio con fervorose giaculatori e confermarse alla Sua Santissima volontà, indifferente alla vita, et alla morte. Nelle cure più tormentose di tagli fatte in mia presenza, invocava sempre Giesù e Maria. Solo dimandanva alcuna volta bere, e negatogli da me e dagli altri benediceva Iddio. Era obbedientissimo, patientissimo. Si confessò e riconfessò spesse volte con me, e con altri, quando stava in buo senno. Lungo sarebbe à descriverlo per minuto, ben posso dire, che tutti, e da Città, e del Collegio lo predicavano santo, e dicevano esser morto un gran Santo del quale non era degno il Mondo goder più lungamente. Ansi tre giorni prima di morire, condottogli innanzi da un Protomedico Reale