tengono, certificando ogn’uno ch’in questo fatto non vi è stato altro ch’un poco
di soverchio ardore d’alcuni Giovani, al quale li Padri non hanno dato
alcun’occasione non che quella che cosi falsamente s’adossa à loro, e doppo haver
fallito leggiermente per un poco, s’è aquietato con il ritorno di quasi tutti li Giovani,
li quali hora quieti in tutto e per tutto attendono alle lettere, et alle
Virtù christiane con L’indirizzo de medesmi Padri e con scambievole sodisfazzione
essendo in luogo di quei pochi che partirono venuti degl’altri della prima
nobiltà d’Italia. Di tutto questo V.S. farà ad ogn’uno piena fide non
volendosi ch’in alcun modo resti in piedi quella calunniosa scrittura per
il disapprovamento e discredito della quale ella farà ancora tutto quello
che parerà più opportuno mentre io per fine meli raccomando Roma
D.V.S
x Aprile 1632.
Come --- Il Cardinal Barberino.
Un altra lettera dell’istesso tenore apunto fù scritta dal medesimo Cardinale à Monsignor
Pietro Luigi Caraffa Vescovo fi Trecarico Nuntio Apostolico in Colonia. Una terza
Lettera fu scritta in risposta al P. Antonio Balsar Protettore della Compagnia di Giesù
qual P. havendo hauto in mano L’aviso venuto di Roma voltato in lingua
Tedesca, e poi da esso Padre fatto in Latino, stimò espediente mandarlo al
Cardinale Francesco nipote del Papa, accio S. Eminenza fusse informato come
gl’Heretici havevano alterato tal fatto, e scivesse alli Nuntii per rimediare
che tali falsità fussero scoperte per calunnie d’Heretici conoscendo benissimo
esser loro inventione per discreditare la Compagnia, supplico dunque, questo
Padre il Cardinale Francesco con una lettera alla quale riscrisse il Cardinale
la seguente.
Admodum Reverende Pater.
22 Decembris proxime elapsi eiusque postulatis libenter annuo, ut societatem
Iesu catholica Religionis in Germania, et ubique propugnatricem ab
omni calumnia vendicem. Legi sed non sine animi mei admiratione et dolore
scriptum, seu potius famorum libellum, quem velute Roma die 19 Maii
1631. transmissum non nulli impostores Germanice impresserunt, totumque mendaciis et calum-
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