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dell’Annunciata del Collegio Romano per esser impedita la capella di sala dal palco e per farla con maggior devotione et ordine elesse il padre rettore tal luogo.
La sera la camera di Santa Caterina di chierici minori fece una comedia chiamata La grammatica opera del padre Giovanni Battista Giattino lettore di filosofia di molt’anni. Fu detta comedia adornata da un bellissimo prologo parte ricitato, e parte in musica. Pulcinella sonava un campanaccio denotando il campanone del Collegio Romano quando sonava per convocare li scolari alla scuola. Uscirono a questo suono tutti li recitanti maravigliati ch’in giorno di festa suonasse la campana per le scuole. Venne la Grammatica che in musica cantò benissimo alcuni versi con dire che non vi sarebbe scuola, ma una bella recreatione. Diede il nome a tutti gl’attori chiamandoli con varii nomi usurpati nella grammatica. Di più fu ornata la detta attione con quattro intermezzi due cantati in musica, molto dilettivole e bella, gl’altri due apparenti con 12 stelle risplendenti con lumi et intricciature ingegnose, et un altro con lanterne che si portano la notte, e queste in mano di dieci vestiti da Dottori Covielli, che con varii moti ridicoli diedero mirabile ricreatione a molti prelati, arcivesovi, vescovi e principali prelati della corte, non essendovi intervenuti cardinali.
Alli 3 febbraro che fu di mercordì la mattina Francesco Borri recitò un poema in salone in lode delli tre martiri crocifissi in Giappone. Fu anticipata la loro festa che viene alli 5 febbraro per incontrarsi in vacanza. Il poema fu benissimo recitato e composto dal detto Borri convittore con ché venne a far prova d’honore al Seminario.

La sera fu fatta la prima volta la tragedia di Sant’Hermenegildo composta in verso italiano dal padre Sforza Pallavicino. Vi furono da sette o otto cardinali, e fra questi il cardinale Francesco Barberino, al quale fu dedicato un libretto che così veniva intitolato Prologo e Cori del Sant’Ermenegildo[1] tragedia da rappresentarsi in Seminario Romano nel carnevale del presente anno 1644 dedicati all’eminentissimo et reverendissimo signor cardinale Francesco Barberino vice cancelliero di santa Chiesa da Giulio Saluzzo genovese convittore dell’istesso Seminario. Il detto prologo e chori furono recitati da musici. Nel detto libretto stampato vi sono li nomi delli recitanti con un scenario, esponendosi in breve quanto in ciascun atto e scena si rappresenta.

  1. In Roma, appresso gli Eredi di Francesco Corbelletti, 1644 (SBN Record)