la linea ferroviaria che congiunge il pontile con la miniera di carbone, e si si sente per la prima volta il fischio della motrice a vapore.
Nel pomeriggio non si è avuto altro dalla stazione "Italia" ma dopo pranzo esco sul ponte, mi avvicino alla cabina R.T. e poco dopo veggo uscirne correndo il marinaio di servizio telegrafa l'"Italia" - e corre via.
Vado in fretta ad avvisare il sig. Baccarani che sta ancora a tavola, ed egli esce e viene e si chiude nella cabina con gli altri. Ci raccomanda che si eviti ogni rumore lì intorno, e gli prometto che farò la guardia. Intanto vengono pian piano altri ufficiali.
Il sig. Striano si mette a guardare attraverso l'obloide e cerca di leggere qualche parola a mano a mano che l'ascoltatore le scrive - "Le coordinate trasmesse sono esatte" ... "Abbiamo due feriti". Sembra che la comunicazione arriva nettamente stavolta. Difatti si arresta un po', i nostri rispondono, e gli altri ripigliano la trasmissione.
"Mancano calzature ... abbiamo viveri per cinquanta giorni ... razionati! ... Mancano medicinali ... faremo fumate di segnale ...".
Intanto arriva il Comandante ed anche a lui dico che bisogna far silenzio, e non entra ... "i motoristi, un attrezzatore ... scienziato, giornalista ..."? E' arrivato anche il Prof. Nobile al quale comunichiamo quel che abbiamo preso. Al sentire di due feriti si
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