Page:APUG 1293 Trionfo del Giappone Colomera.pdf/39

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A' questo dir chi imaginar si puote con che valor, con che fortezza attende ciascun l'hoste nemica abbattere, e impiagare? Scagliarti dardi, avventarti saette vibrarti l'haste, arrotarti le prombe, si votano le cocche, ognu'un pretende colpì colà, ove drizzò la mira e già lo stuol con l'altro si confonde e si mesce, e l'animosa spada, scorre le vene altrui, il e con avide labbra il sangue beve. chi l'arti adopra, e chi la forza e mentre ciascun il colpo aspetta, fà riparo col scudo al seno, al capo, poi si piega, e ranicchia, entra al fin et uccide, mà d'altra man ei resta in un medesmo tempo abbattuto, ferito, ucciso, e morto, e vinto, e vincitore nella vittoria sua e perditore, stringerti poscia l'un guerrier con l'altro far delle proprie braccia nodo stretto e tenace con l'elmo in cozza, e con lo scudo il piede, scorre in gran copia il sangue che col sudor si mesce chi mor trafitto, e chi mal vivo langue, et altri piaga impiagato, et altri tenta con la fuga campar, mà li val poco, stende altri il colpo per ferire, et ecco che non giunge à ferire, e resta ucciso