Sull’epoca vera e la
durata della cecità
del Galileo
Nota del P. A. Secchi
Lo stato deplorabile di cecità in cui negli
ultimi anni di sua vita era caduto il sommo
Galileo, che lo rese per cui con immenso danno della
scienza fu reso inabile a mettere in carta tante sco-
perte del suo peregrino ingegno, non era dubbio
per nessuno Italiano, poichè ne abbiamo testimonianza
precisa dal suo fedele discepolo ed amico Viviani
e da una moltitudine di testimonianze espresse dal Galileo
medesimo, nella sua ultima corrisponden-
za. Ma un falsario audace che per sostenere
un paradosso de' più sperticati, che siansi immaginati, cioè che cioè la
scoperta della gravitazione universale sia
stata fatta dal Pascal, e a questo rubata dal
Newton, ha fabbricato alcune lettere sopra
questa col nome di una intera corrispondenza tra Pascal e il divino Galileo[1] e altri dotti di quel tempo, piena di anacronismi
di errori e di falsità, queste nelle quali ci
rappresenta[2] il filosofo toscano come noi vera-
mente desidereremmo che fosse stato, ma qual
non era certamente, cioè veggente e scri-
vente di suo pugno. Un illustre matema-
tico francese, il Sig. Chasles è stato vittima
di questa impostura[3], e con incredibile credulità
in cosa di tanta evidenza per un uomo
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- ↑ Edition: "tra Newton, Pascal e il Galileo"
- ↑ Edition: "si presenta"
- ↑ P. Chasles published "Galileo Galilei: sa vie, son procès et ses contemporaines" in 1862 (Digitization by Gallica)