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_Rome,30 juillet 1621. Bellarmin au card, de Savoie.
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Al card. di Savoia<lb/>
 
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Ill.mo et R.mo Sig.re et p'rone col.mo<lb/>
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Come informai V.S. Ill.ma prima che partissi di quà, l'anno 1606, io ressignai al caval.re Roberto Bellarmini mio nipote una commenda dei SS.ti Mauritio e Lazaro di Turino con riserva de frutti, et nell'atto di tal ressegna vi fu dal Seren.mo Sig.r Duca padre di V.S. Ill.ma e signore mio, gran'Mastro di quella militia, reservata una pensione di 300 scudi à favore del Sig.r conte Emanuel Parpaglia, il quale morse dopo alcuni anni,senza essere in possesso della pensione, essendo stata riservata per quando cessasse la reservatione de'frutti. Hora essendo vacata la pensione per morte del pensionarla, s'incende nondimeno che il Seren.mo Sig.r Duca l'habbia conferita ad un'altro, credendosi forsi di poter ciò fare. Supplico però V.S. Ill.ma à farmi gratia di rappresentare al Ser.mo Sig.r Duca che una pensione estinta per morte del pensionarlo non si può conferire ad altri, tanto più che quella imposta di consenso del provisto et di me stesso precisamente à favore di quel Conte morto; [et quando Sua Altezza Ser.ma giudichi che ciò non sia di giustitia, favorischi concederlo per gratia, che gli ne restarò obligatissimo, et à V.S. Ill.ma insieme alla quale faccio humilissima riverenza con pregargli da Dio N.S. ogni desiderata felicità. Di Roma li 30 di luglio 1621.<lb/>
 
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Di V.S. Ill.ma et Rev.ma <lb/>
/ Al card.di Savoia Ill/mo et R/mo Sig/re et p'rone col/mo
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Ma quello che più importa è che hora il Priorato è tanto deteriorato che à pena arriva à seicento scudi, et se bisogna pagare una pensione di trecento scudi d'oro,al priore restariano manco di trecento di moneta, et così saria maggior la pensione che il priorato. Et aggiongo che, se al principio il priorato non havesse reso piu di seicento scudi, io non l'haveria preso; perche il mio successore mi haveva da dare entrata di mille scudi almeno, et così fece, perche il priorato valeva piu di mille scudi. Prego dunque V.S. Ill.ma che mi faccia gratia di non permettere che un mio nipote inalzato dalla Serenissima
Come informai V.S.Ill/ma prima che partissi di qu�,l'anno 1606, io ressignai al caval/re Roberto Bellarmini mio nipote una commenda ^Tdei SS/ti Mauritio e Lazaro di Turino con riserva de frutti, et nell' atto di tal ressegna vi fu dal Seren/mo Sig/r Duca padre di V.S.Ilima e signore mio, gran'Mastro di quella militia, reservata una pensione di 300 scudi favore del Sig/r conte Emanuel Parpaglia, il quale morse dopo alcuni anni,senza essere in possesso della pensione, essen /ydo stata riservata per quando cessasse la reservatione de'frutti. Bo ra essendo vacata la pensione per morte del pensionarla, s'incende nondimeno che il Seren/mo Sig/r Duca l'habbia conferita ad un'altro, credendosi forsi di poter ci� fare. Supplico per� V.S.Ill/ma farmi gratin di rappresentare al Ser/mo Sig/r Duca che una pensione estin/fta per morte del pensionarlo non si pu� conferire ad altri,tanto pi� che quella f� imposta di consenso del provisto et di me stesso preci samente � favore di quel Conte morto; [et quando Sua Altezza Ser/ma giudichi che ci� non sia di giustitia, favorischi concederlo per gratia, che gli ne restar� obligatissimo, et V.S.Ill/ma insieme alla quale faccio humilissima riverenza con pregargli da Dio N.S. ogni desiderata felicit�. Di Roma li 30 di luglio 1621.
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Di V.S.Ill/ma et Rev/ma ] =Ma quello che pi� importa che hora il Priorato tanto deterio rato che pena arriva seicento scudi, et se bisogna pagare una ^^pensione di trecento scudi d'oro,al priore restariano manco di tre cento di moneta, et cos� saria maggior la pensione che il priorato. Et aggiongo che, se al principio il priorato non havesse reso piu di seicento scudi, io non l'haveria preso; perche il mio successore mi haveva da dare entrata di mille scudi almeno, et cos� fece, perche il priorato valeva piu di mille scudi. Prego dunque V.S.Ill/ma che mi faccia grafia di non permettere che un mio nipote inalzato dalla Se-
 
  
  

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Al card. di Savoia
Ill.mo et R.mo Sig.re et p'rone col.mo
Come informai V.S. Ill.ma prima che partissi di quà, l'anno 1606, io ressignai al caval.re Roberto Bellarmini mio nipote una commenda dei SS.ti Mauritio e Lazaro di Turino con riserva de frutti, et nell'atto di tal ressegna vi fu dal Seren.mo Sig.r Duca padre di V.S. Ill.ma e signore mio, gran'Mastro di quella militia, reservata una pensione di 300 scudi à favore del Sig.r conte Emanuel Parpaglia, il quale morse dopo alcuni anni,senza essere in possesso della pensione, essendo stata riservata per quando cessasse la reservatione de'frutti. Hora essendo vacata la pensione per morte del pensionarla, s'incende nondimeno che il Seren.mo Sig.r Duca l'habbia conferita ad un'altro, credendosi forsi di poter ciò fare. Supplico però V.S. Ill.ma à farmi gratia di rappresentare al Ser.mo Sig.r Duca che una pensione estinta per morte del pensionarlo non si può conferire ad altri, tanto più che quella fù imposta di consenso del provisto et di me stesso precisamente à favore di quel Conte morto; [et quando Sua Altezza Ser.ma giudichi che ciò non sia di giustitia, favorischi concederlo per gratia, che gli ne restarò obligatissimo, et à V.S. Ill.ma insieme alla quale faccio humilissima riverenza con pregargli da Dio N.S. ogni desiderata felicità. Di Roma li 30 di luglio 1621.
Di V.S. Ill.ma et Rev.ma
Ma quello che più importa è che hora il Priorato è tanto deteriorato che à pena arriva à seicento scudi, et se bisogna pagare una pensione di trecento scudi d'oro,al priore restariano manco di trecento di moneta, et così saria maggior la pensione che il priorato. Et aggiongo che, se al principio il priorato non havesse reso piu di seicento scudi, io non l'haveria preso; perche il mio successore mi haveva da dare entrata di mille scudi almeno, et così fece, perche il priorato valeva piu di mille scudi. Prego dunque V.S. Ill.ma che mi faccia gratia di non permettere che un mio nipote inalzato dalla Serenissima
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