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3 juill.'21. Ant.V�arano � Bell._Mlnute_de_r�Bonse^.
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in breve venne à tal termine che ne meno il giorno di Natale si è cantata la messa grande, et non havea se non tre messe per la chiesa et un sol confessore, et tutti della città ne sonno stati maravigliati et scandeliggiati. Però il concorso che già ci era è spento et levato. Et teneva duoi monaci giovani, uno da Siena et l'altro da Cesena, et quello Sienese intendo li rubbò certi dannari et diede da cichalare al popolo ben bene. Teneva un certo vicario che tutto il giorno se ne andava solo per la piazza come secolare, trattava d' altro che di fabricar alchimia. Le possessioni et molini del monastero non sonno mai stati da lui visitati; però un giardino vicino alla città è divenuto una meza speloncha che rende pocca intrata; dove solea quasi spesare di companaticho li monaci; et altre cose scandalose ha fatto che forsi da altri potrà sapere; pero ha dato più scandalo che edificatione, et per la sua superbia da tutti viene odiato et biasmato, et la chiesa ha perduto il concorso del popolo et è scemata la devotione. Se pare à V.S. Ill.ma che un attiene tale fatta ingiustamente contro un ministro et officiale di tanto tempo et che è benefattore del convento ivi viccino con la servitù de'suoi avi et proavi habbia ad havere loco, mi riporto alla sua immensa prudenza. et al suo maturo giudicio, dal quale io non son punto per partirmi, et ogni resolutione da lei fatta la stimarà bona giustitia et con tal fine humilissimamente me le inchino et reverente gli bascio le sacre vesti et li prego da Dio Nostro Signore felicissimo fine de suoi alti pensieri et longa et felice vita.<lb/>
 
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^^denza. et al suo maturo giudicio,dal quale io non son punto per par
 
 
 
tirmi, et ogni resolutione da lei fatta la stimar� bona giustitia
 
 
 
et con tal fine humilissimamente me le inchino et reverente gli-bas-
 
 
 
cio le sacre vesti et li prego da Dio Nostro Signore felicissimo fine
 
 
 
de suoi alti pensieri et longa et felice vita.
 
 
 
Di Faenza il di 3 di luglio 1621.
 
 
 
Di V.S.Ill/ma et Rev/ma
 
 
 
--------------------------- Humilissimo et Devot/mo Servitore
 
 
 
Arch.Vat.&es.l? f.12l/l22. /
 
 
 
 
Antonio Viarano.
 
Antonio Viarano.
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Si risponda che à me mi pare che li padri Celestini non habbiano fatto ingiuria à V.S. con pigliare un altro advocato, havendo V. S. partitosi dalla città per andare altrove. Et poi che V.S. dice male delli padri Celestini et chiaramente dimostra di non volergli bene, non mi pare ragionevole che io voglia forzarli à pigliar la persona sua di nuovo per avvocato. Se in qualche altra cosa potrà fargli servitio, non mancarò di farlo.
  
Si risponda che � me mi pare che li padri Celestini non habbi-
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j^ano fatto ingiuria � V.S. con pigliare un altro advocato, havendo V. S. partitosi dalla citt� per andare altrove. Et poi ohe V.S. dice ma le delli padri Celestini et chiaramente dimostra di non volergli bene , non mi pare ragionevole che io voglia forzarli � pigliar la persona sua di nuovo per avvocato. Se in qualche altra cosa potr� fargli ser/ vitio,non mancar� di farlo.
 
 
 
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in breve venne à tal termine che ne meno il giorno di Natale si è cantata la messa grande, et non havea se non tre messe per la chiesa et un sol confessore, et tutti della città ne sonno stati maravigliati et scandeliggiati. Però il concorso che già ci era è spento et levato. Et teneva duoi monaci giovani, uno da Siena et l'altro da Cesena, et quello Sienese intendo li rubbò certi dannari et diede da cichalare al popolo ben bene. Teneva un certo vicario che tutto il giorno se ne andava solo per la piazza come secolare, nè trattava d' altro che di fabricar alchimia. Le possessioni et molini del monastero non sonno mai stati da lui visitati; però un giardino vicino alla città è divenuto una meza speloncha che rende pocca intrata; dove solea quasi spesare di companaticho li monaci; et altre cose scandalose ha fatto che forsi da altri potrà sapere; pero ha dato più scandalo che edificatione, et per la sua superbia da tutti viene odiato et biasmato, et la chiesa ha perduto il concorso del popolo et è scemata la devotione. Se pare à V.S. Ill.ma che un attiene tale fatta ingiustamente contro un ministro et officiale di tanto tempo et che è benefattore del convento ivi viccino con la servitù de'suoi avi et proavi habbia ad havere loco, mi riporto alla sua immensa prudenza. et al suo maturo giudicio, dal quale io non son punto per partirmi, et ogni resolutione da lei fatta la stimarà bona giustitia et con tal fine humilissimamente me le inchino et reverente gli bascio le sacre vesti et li prego da Dio Nostro Signore felicissimo fine de suoi alti pensieri et longa et felice vita.
Di Faenza il di 3 di luglio 1621.
Di V.S. Ill.ma et Rev.ma
Humilissimo et Devot.mo Servitore
Antonio Viarano.
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Si risponda che à me mi pare che li padri Celestini non habbiano fatto ingiuria à V.S. con pigliare un altro advocato, havendo V. S. partitosi dalla città per andare altrove. Et poi che V.S. dice male delli padri Celestini et chiaramente dimostra di non volergli bene, non mi pare ragionevole che io voglia forzarli à pigliar la persona sua di nuovo per avvocato. Se in qualche altra cosa potrà fargli servitio, non mancarò di farlo.