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Rev.mo P.re mio
Le mie Monache di S.ta Marta vorrebbono due Confessori, per due ò tre giorni, per confessarsi una volta sola de'peccati et eccessi, che hanno fatti in questa mutatione di Confessore, per potersi di qui avanti confessare con l'ordinario Confessore de'peccati e mancamenti ordinarii; e à me questo non è dispiaciuto. Però prego la P.V. R.ma à farmi gratia di mandarli per due ò più giorni, secondo il bisogno: purche il Sabato diano luogo al Confessore ordinario. E si desidera, che li Confessori l'esortino all'ubbidienza della M.re Abbadessa, all'osservanza dell'Instituto, e Regole del Monasterio, e alle virtù e perfettione. E se li Confessori fossero nuovi e non conosciuti dalle Monache, tanto saria meglio: e principalmente si desidera, che non ci vada il P. Conturla[1], se ben'è chiamato nominatamente. Con questa mi raccommando alle sue S.te Orationi. Di Casa 8 Nov. 1620.
Di V.P. R.ma
Servo in X.to
R. Card.l Bellarmino.
- ↑ Francesco Conturla: *1572 La Spezia; SJ 8.9.1592 Roma; † 5.6.1653 Roma (Sommervogel, II, 1399). Vedi Saulini, M.; Lettere di Stefonio a Mangioni. AHSI, vol 56 (2007), p. 321.