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Ill.mo e R.mo Sig.r e padrone colend.mo
Dovuto ufizio dopo l'inchinarmeli è condolermi con V.S.I. e R.ma della morte del S.r Tomasso suo fratello, la memoria del quale sia benedetta; ma non mi terrà la gente per inhumano, se così brevemente lo passo, perche la prudenza e sapienza di V.S. Ill.ma, nel cospetto della quale doppo Iddio ho desiderato sempre piacere, atta a tolerare queste e maggiori perdite in contemplatione dell'eterna felicità che si guadagna, non comporta ch'io trovi nuovi argomenti di consolatione, ne che gli faccia più ampio testimonio del dolore e danno che io ne sento, per conoscer benissimo la mia inferma e sensitiva complessione. Il medesimo posso affermare in nome di mio fratello, che al Vivo di poco ha recuperato la sanità da certa sua indispositione di catarro e di mia madre, quali tutti di cuore preghiamo Iddio ci conservi lungamente e per commune utilità ancora la persona V.S. Ill.ma, e le bacio la veste.
Di Montepulciano 4 Settembre 1620.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma
Servitore humilissimo
Alessandro Cervini.
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(Minute de réponse) Si risponda che io non ho sentito dolore nissuno per la morte di mio fratello, perche già era più che maturo, passando li ottanta anni: et quello che io potevo desiderare che esso morisse piamente et con tutti li sacramenti, Iddio me n'ha fatta la gratia.