7 mars 1620. Bell.� Ant.Cervin�(fin)
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/ Roma l� 7 di Marzo 1620.
D� V.S. molto �ll/re
Cugino aff/mo per servirla
il Card. Bellarmino. (P.S.) jf* Mi ero scordato, che un giorno il Signor Marcello mi venne �
parlare d� non so che cosa di casa, et io, come soglio con li paren
ti,et amici, lo feci sedere coperto, et nel ragionare,mi parse che
tanto poco mi stimasse, che io mi rizzai, et dissi: hora la fini
remo, et mi partii �i quel luogo, et mi ritirai allo studio . Poco
/^doppo gli venne voglia d� partirsi, et andare � Montepulciano; ma io
l'impedii, come ho detto nella lettera. Ma la verit� �, che non s�
parla con tanto ardire,alli Cardinali. Et io mi ricordai che quando
veniva il Cardinale
Croce, nostro zio, � Montepulciano, ogni
domenica eravamo chiamati � vederlo cenare, et stavamo tutti i ne-
/fpoti da parte di sorelle, in piedi, et scoperti, et finita la cena
del Cardinale, andavamo secondo l'et� � baciargli la mano, et torna
vamo alle case nostre senza dirgli niente. Onde io ricordevole del
gran timore reverent�ale, che noi portavamo al S�g/r Cardinale S/ta
Croce,nostro z�o, mi parse soverchio l'ardire del signor Marcello
.^in contendere con me, come di pari, et per� feci questa stravaganza
d� partirmi et andare in altro luogo. Et credo, che nessun Cardinale 1# si lasci parlare con tanto ardire, come allora parlava il signor
Marcello. Questo dico,� ci� lui si moderi nelle sue attieni, et non
dia occasione di ricevere delli affronti.
Adr.: Al molto ill/re signor Cugino,il Signor Antonio Cervini
Montepulciano
(cachet)
Mss. Cervini 53 fol.l60 et 168; P.S. 16Cbis. Autogr.