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Rome,27 ju�llet 1619. Bellarmin � un gent�lhomme de Montep^? 4631
 
Rome,27 ju�llet 1619. Bellarmin � un gent�lhomme de Montep^? 4631
 
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/ Illustre Signore, Ho visto quanto scrive V.S., et credo che tutto sia vero, perche ne ho molta esperienza; et quando hebbe il Vicario quella ferita dal Signor Gio.Andrea Ricci, io chia mai il Signor Ugo Ubaldini, che allora governava, et gli dissi
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/ Illustre Signore, Ho visto quanto scrive V.S., et credo che tutto sia vero, perche ne ho molta esperienza; et quando hebbe il Vicario quella ferita dal Signor Gio.[[citesName::Andrea Ricci]], io chia mai il Signor Ugo Ubaldini, che allora governava, et gli dissi
 
^Tche se fusse occorsa simil cosa al tempo mio, non l'haverei tol lerato pure un giorno. Ma il Signor Ugo non hebbe ardire di far lo senza prima darne parte all'Ill/mo Cardinale suo fratello; et perche costi � poca intelligenza fra il Prelato et il populo, io non ardisco intromettermi � farlo levare, perche sono certissimo
 
^Tche se fusse occorsa simil cosa al tempo mio, non l'haverei tol lerato pure un giorno. Ma il Signor Ugo non hebbe ardire di far lo senza prima darne parte all'Ill/mo Cardinale suo fratello; et perche costi � poca intelligenza fra il Prelato et il populo, io non ardisco intromettermi � farlo levare, perche sono certissimo
 
^ c h e non otterrei niente. Et mi duole infinitamente questa poca buona volunt� fra il populo et il suo Prelato, perche mi pare una malattia incurabile. Pregar� Dio, che � infinita sapienza, che metta la sua santa mano in questo negotio cosi intricato. Et con questo fine prego � V.S. da Dio benedetto ogni prosperit�.
 
^ c h e non otterrei niente. Et mi duole infinitamente questa poca buona volunt� fra il populo et il suo Prelato, perche mi pare una malattia incurabile. Pregar� Dio, che � infinita sapienza, che metta la sua santa mano in questo negotio cosi intricato. Et con questo fine prego � V.S. da Dio benedetto ogni prosperit�.

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Rome,27 ju�llet 1619. Bellarmin � un gent�lhomme de Montep^? 4631 ______ / Illustre Signore, Ho visto quanto scrive V.S., et credo che tutto sia vero, perche ne ho molta esperienza; et quando hebbe il Vicario quella ferita dal Signor Gio.Andrea Ricci, io chia mai il Signor Ugo Ubaldini, che allora governava, et gli dissi ^Tche se fusse occorsa simil cosa al tempo mio, non l'haverei tol lerato pure un giorno. Ma il Signor Ugo non hebbe ardire di far lo senza prima darne parte all'Ill/mo Cardinale suo fratello; et perche costi � poca intelligenza fra il Prelato et il populo, io non ardisco intromettermi � farlo levare, perche sono certissimo ^ c h e non otterrei niente. Et mi duole infinitamente questa poca buona volunt� fra il populo et il suo Prelato, perche mi pare una malattia incurabile. Pregar� Dio, che � infinita sapienza, che metta la sua santa mano in questo negotio cosi intricato. Et con questo fine prego � V.S. da Dio benedetto ogni prosperit�. /yDi Roma li 27 di Luglio 1619. Di V.S.Illustre Aff/mo per servirla S/re Pucci.