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^ R/mo Padre Abbate,mio oss/mo. Mi scrive il P.Don Richardo Serra,Priore di Gentilino, che io
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R.mo Padre Abbate, mio oss.mo.<lb/>
lo raccomandi alla P/t� V.R/ma � ci� non lo lasci in Parigi,� al tro monasterio di Francia, ma lo rimeni seco nello stato di Avig,^*hona; perche rispetto alle cose passate si trova in gran timore, et gli ha accresciuto la paura il modo,che hanno tenuto li Celes tini di Lione, nel passar suo per venire Parigi; che come nemi co l'hanno ributtato. Io credo,che il suddetto Padre meriti la gratin di V.P/t� R/ma, poi che l'ha obedita in partirsi subito di Gentilino,et mettersi in viaggio per Parigi, secondo che lei gli ha comandato, et non domanda di ritornar Priore Gentilino Avvignone, ma solo di non esser lasciato ne'monasterii di quelli, che fin'hora gli hanno dimostrato cosi poca charit�. Spero che V. P/t� E/ma secondo la sua solita amorevolezza lo consolare.
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Mi scrive il P. Don Richardo Serra,Priore di Gentilino, che io lo raccomandi alla P.tà V.R.ma à ciò non lo lasci in Parigi, ò altro monasterio di Francia, ma lo rimeni seco nello stato di Avignone; perche rispetto alle cose passate si trova in gran timore, et gli ha accresciuto la paura il modo, che hanno tenuto li Celestini di Lione, nel passar suo per venire à Parigi; che come nemico l'hanno ributtato. Io credo, che il suddetto Padre meriti la gratia di V. P.tà R.ma, poi che l'ha obedita in partirsi subito di Gentilino, et mettersi in viaggio per Parigi, secondo che lei gli ha comandato, et non domanda di ritornar Priore à Gentilino ò Avvignone, ma solo di non esser lasciato ne' monasterii di quelli, che fin'hora gli hanno dimostrato cosi poca charità. Spero che V. P.tà E.ma secondo la sua solita amorevolezza lo consolarà.<lb/>
Mando qui aggionta una lettera intorno quel f.Francesco Beaufort, del quale ci tanta contradittione, scrivendo esso di esser stato in Avignone frustato con crudelt� inaudita: et il Priore di Avignone,et questo f.Martino scrivono tutto il contrario. La P/� V.R/ma in questo particulare tanto stravagante far� conoscere la .^^sua giustitia. Et con questo gli prego da Dio un felice ritorno, come stato fin'hora felice l'andata sua in Francia. Di Roma li 26 di settembre 1618.
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Mando qui aggionta una lettera intorno à quel f. Francesco Beaufort, del quale ci è tanta contradittione, scrivendo esso di esser stato in Avignone frustato con crudeltà inaudita: et il Priore di Avignone,et questo f.Martino scrivono tutto il contrario. La PV. R.ma in questo particulare tanto stravagante farà conoscere la sua giustitia. Et con questo gli prego da Dio un felice ritorno, come è stato fin'hora felice l'andata sua in Francia. Di Roma li 26 di settembre 1618.<lb/>
Di V.P/t� E/ma Come fratello aff/mo
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Di V. P.tà R.ma<lb/>
- il Card/le Bellarmino.
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Come fratello aff.mo<lb/>
E/mo P.Abbate Generale de'Celestini. Parigi.
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il Card.le Bellarmino.<lb/>
Archiv.Vatic.Gesuiti 20. (infraJ^/^Lettre ahchet�e Noel Charavay
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R.mo P. Abbate Generale de'Celestini. Parigi.
Il secretarlo sigilli,ef sopra scriva queste lettere. Aggionga la lettera del P.f.Martino quella del P.Abbate Generale, et cosi serrate la mandi al Sig/or Dottor Serra. / Quella che va al fratel lo del Dottor Serra,la sigilli separatamente, et la mandi all'istesso.
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Quella che va al P.f.Martino la sigilli,sopra scriva,et la mandi all' istesso Dottor Serra,il quale mander� ad Avignone; ma le altre due Parigi.
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Il secretario sigilli, et sopra scriva queste lettere. Aggionga la lettera del P.f. Martino à quella del P.Abbate Generale, et cosi serrate la mandi al Sig.or Dottor Serra.<lb/>
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Quella che va al fratello del Dottor Serra, la sigilli separatamente, et la mandi all'istesso. Quella che va al P.f. Martino la sigilli, sopra scriva,et la mandi all'istesso Dottor Serra, il quale manderà ad Avignone; ma le altre due à Parigi.
  
  
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R.mo Padre Abbate, mio oss.mo.
Mi scrive il P. Don Richardo Serra,Priore di Gentilino, che io lo raccomandi alla P.tà V.R.ma à ciò non lo lasci in Parigi, ò altro monasterio di Francia, ma lo rimeni seco nello stato di Avignone; perche rispetto alle cose passate si trova in gran timore, et gli ha accresciuto la paura il modo, che hanno tenuto li Celestini di Lione, nel passar suo per venire à Parigi; che come nemico l'hanno ributtato. Io credo, che il suddetto Padre meriti la gratia di V. P.tà R.ma, poi che l'ha obedita in partirsi subito di Gentilino, et mettersi in viaggio per Parigi, secondo che lei gli ha comandato, et non domanda di ritornar Priore à Gentilino ò Avvignone, ma solo di non esser lasciato ne' monasterii di quelli, che fin'hora gli hanno dimostrato cosi poca charità. Spero che V. P.tà E.ma secondo la sua solita amorevolezza lo consolarà.
Mando qui aggionta una lettera intorno à quel f. Francesco Beaufort, del quale ci è tanta contradittione, scrivendo esso di esser stato in Avignone frustato con crudeltà inaudita: et il Priore di Avignone,et questo f.Martino scrivono tutto il contrario. La P.à V. R.ma in questo particulare tanto stravagante farà conoscere la sua giustitia. Et con questo gli prego da Dio un felice ritorno, come è stato fin'hora felice l'andata sua in Francia. Di Roma li 26 di settembre 1618.
Di V. P.tà R.ma
Come fratello aff.mo
il Card.le Bellarmino.
R.mo P. Abbate Generale de'Celestini. Parigi.
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Il secretario sigilli, et sopra scriva queste lettere. Aggionga la lettera del P.f. Martino à quella del P.Abbate Generale, et cosi serrate la mandi al Sig.or Dottor Serra.
Quella che va al fratello del Dottor Serra, la sigilli separatamente, et la mandi all'istesso. Quella che va al P.f. Martino la sigilli, sopra scriva,et la mandi all'istesso Dottor Serra, il quale manderà ad Avignone; ma le altre due à Parigi.