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Ill.mo et Rev.mo Sig.re padrone colend.mo.
Credo che hoggidì nell'mondo non si ritrova persona tanto travagliata quanto sono io, poichè per havere li frutti è stato necessario transigermi per sei mesi et con una bonissima lite con l'herede dell'morto Lalli primo transattario; la curata se ritrova piena de malati; la chiesa non so se è ò non è mia, se debbia prepararmi per la festa ò nò; se debbia mandare à terminare il negotio delle bulle ò nò: in somma chi me la dà calda e chi fredda: il Sig.r Vicario mi dice che me spedisca, ma che non vi è difficoltà circa la bulla di V.S. Ill.ma, che al più più che fusse tenuto saria alla restitutione delli frutti di agosto et settembre, ove non ve ne sono, et caso che vi fussero, sarria obligato transigermi con la Rev.da Cam.a Apos.ca, poichè per il resto so no transattario. Il simile mi have detto il Nuntio di Napoli et li suoi Sig.ri auditori, havendo in ciò fatta la difficultà l'suo comissario in Capua per la grande fama ch'era uscita che io haveva perso l'benefitio. Dal'altra parte sono atterrito havendo sentito che Giulio Cesare Quagliero habbia scritto in Capua che se tratteniva in Roma per spedirse le bulle di S.to Bartolomeo. Io credo che senza l'consenso di V.S. Ill.ma ciò non può essere, tocando a lei in virtù dell'indulto apostolico, et non posso credere che V.S. Ill.ma mi tirerà tanto alla peggio, et credo se ricorderà quanto tempo et denari ho spesi in Roma alla servitù sua, massime essendo persona che vuole l'giusto et non desidera vedere desperationi et liti. Di nuovo li ricordo che questa è stata trappola dell'Demonio per farmi impedire l'incominciato corso della riforma prima mia et poi delle mie anime, tanto più che V.S. Ill.ma in simili casi have protetto persone non conosciute mosso solo dalla mera compassione. Credo si ricorda che per la morte di don Giacomo di Francesco l'signor Arcivescovo conferì l'canonicato della catedrale di Capua a don Hettore Russo, et da li à doi anni
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